Volti di speranza Teresa, le nozze sfumate, la malattia, il dono della vita
Teresa
La notavo ogni domenica alla Messa di mezzogiorno. Sedeva sempre in uno degli ultimi banchi a destra dell’Altare, spesso accompagnata dall’anziana mamma o dalla sorella. Una ragazza bella, dalla voluminosa chioma riccioluta. Poi scompariva per il resto della settimana.
Si presentò, si chiamava Teresa, veniva da un’altra parrocchia, lavorava a Caserta. Era fidanzata, ma a Messa non veniva con il suo ragazzo. Mi disse che stavano pensando al matrimonio. Non passava inosservata, aveva una personalità forte e risoluta, un carattere da fiera donna meridionale, lontana mille miglia dalla schiera dei piagnucoloni.
Con la Prima domenica di Avvento diamo inizio al corso di preparazione al matrimonio. Teresa arriva, finalmente, insieme al fidanzato. Si chiama Carmine, come lei è un giovane riservato e discreto. Oserei dire, timido. Come la maggior parte dei maschi, durante gli incontri, non prende la parola, non esprime pareri, non contesta né approva. Ascolta. Sono quasi sempre le donne a suscitare dibattiti. Teresa e Carmine sono tra le coppie più presenti; arrivano, ogni domenica pomeriggio, prima dell’incontro, mi aiutano a sistemare la sala, e restano, poi – cosa che non tutti fanno – per la Messa della sera.
Un tantino diffidente all’inizio, lentamente, anche Carmine si apre. Inizia tra noi un dialogo che va al di là dei temi strettamente matrimoniali. Da “fidanzato di Teresa” assume una propria identità. Quando il lavoro glielo consente, si fa vedere anche durante la settimana, anche senza la fidanzata. Mi cerca. Facciamo lunghe chiacchierate. Si parla di attualità, di politica, dei problemi del nostro Paese, di religione. Capita anche di andare, qualche volta, a mangiare una pizza insieme.
La primavera sta consumando i........
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