Migranti La politica dei rimpatri forzati? Un fallimento. Ecco perché e le alternative
Uno dei due centri per il rimpatrio aperti dall'Italia in Albania - Fotogramma
Il dato è chiaro e tagliente come pochi altri. Nel 2023, a governo Meloni già saldamente insediato, i rimpatri forzati dei migranti hanno raggiunto la misera cifra di 4.751. A dispetto della retorica del sovranismo, che promette di cacciare con inflessibile determinazione chi non ha diritto di rimanere. Non è che nell’Ue vada molto meglio, perché i rimpatri hanno coinvolto solo il 27% dei migranti colpiti da ordini di espulsione.
Nel caso italiano, avendo nel frattempo il governo ristretto drasticamente l’accesso all’asilo con il decreto Cutro, il risultato è l’aumento degli stranieri condannati a una vita di stenti: nel migliore dei casi, manodopera a basso costo per l’economia sommersa, nei campi, nei cantieri edili, nei servizi di delivery.
Sono diverse le ragioni di questo fallimento.
Anzitutto, i decreti di espulsione non sono una bacchetta magica, come molti sembrano credere. Occorre la collaborazione dei paesi di origine,........
© Avvenire
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