Ambiente e sviluppo Nella sfida del clima non serve presunzione, ma solidarietà
L’alluvione che ha devastato il territorio di Valencia, con il suo pesantissimo tributo di vite umane, è stata l’occasione per riflettere sull’impatto dei cambiamenti climatici e sulle possibili misure per farvi fronte. Purtroppo, invece di muoversi nella ricerca di soluzioni condivise, il dibattito pubblico ha riproposto quasi automaticamente uno schema divisivo attorno a posizioni note, tra visioni apocalittiche o, per contro, di negazione di ogni evidenza scientifica. L’occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, la Cop29, che si tiene da domani fino al 22 novembre a Baku, in Azerbaigian, per quanto ridimensionata nelle attese, offre lo spunto per fare un po’ di chiarezza.
Una prima questione riguarda l’approccio alla sfida climatica nel suo complesso. Ci sono ricerche, come gli studi di attribuzione, che stimano quanto gli effetti sulla popolazione di un evento estremo possano dipendere dalle maggiori emissioni di CO2 in atmosfera a causa dell’uso di combustibili fossili: può anche trattarsi di una piccola percentuale, ma negare che l’impatto vi sia non è il modo migliore per procedere. In questa fase storica l’umanità dovrebbe trovare un passo capace di generare innovazione, ma soprattutto azioni di solidarietà.
Anche con le migliori tecnologie disponibili, infatti, è difficile che l’umanità riesca a invertire la tendenza di un cambiamento che può già essere considerato........
© Avvenire
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