È semplicemente una radiografia al torace, dopo una brutta bronchite. Il medico è uscito un attimo e ha lasciato la schermata accesa sul pc. Così ho cinque minuti per guardare ciò che, pure subissati di immagini, non vediamo mai: noi stessi, ciò che materialmente siamo. Quel corpo che ci accompagna per tutta la vita, e di cui ci si ricorda solo quando ci ammaliamo. Io non sono malata, almeno credo, non sto aspettando alcun verdetto: ma la luce bluastra, notturna, della lastra mi induce a osservarla come fosse un mondo che mi si spalanca davanti. Un mondo dentro di noi, costruito nel ventre di nostra madre e sviluppato in silenzio, seguendo l’ordine della genetica e le eredità familiari. Osservo la curvatura simmetrica delle costole, come una corazza a proteggere i polmoni, e il cuore. Quelle ramificazioni spoglie come rami........