Idee La guerra in Medio Oriente e la trappola della violenza: ma c'è una via d'uscita
Due donne si abbracciano durante una commemorazione del 7 ottobre a Central Park, New York - Reuters
Nel 2009 Israel Meir Lau, rabbino capo di Tel Aviv e poi di Israele, partecipando a una commemorazione interreligiosa ad Auschwitz, organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio nello “Spirito di Assisi”, prese la parola in quello che definiva «il più grande cimitero dell’umanità». Disse: «Nel campo di Buchenwald, dove venni liberato quando avevo otto anni, sul muro della finestra della stanza delle torture vidi una parola “necumene”, in yiddish “compi la vendetta”, “vendicati”. Era l’ultima parola di un uomo torturato in quella stanza, una vittima di Buchenwald. Vendetta. Mi chiedo: quale vendetta possiamo fare noi che crediamo nell’Onnipotente? Ma anche noi in quanto esseri umani? Poche ore fa ho ricevuto una telefonata da mia nipote che diceva “nonno, mezz’ora fa ti ho dato alla luce un altro nipote”. È nato oggi in Israele. Allora ho pensato: ecco la mia vendetta. Questa è la mia risposta. Questa è la mia soluzione: Vivi e lascia vivere (Live and let live)».
Davanti all’atroce cimitero del 7 ottobre, le parole del rabbino Lau –........© Avvenire
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