I poeti e noi Ricordi positivi, il tesoro per la vita nato tra i banchi di scuola
Un giorno, durante un viaggio, incontrai un insegnante straordinario. Uno di quelli che non fanno notizia, ma cambiano la storia. Faceva il maestro nella scuola elementare di una grande città di mare, in un quartiere degradato e difficilissimo. Era pieno di energia esplosiva: rideva, scherzava, raccontava di tutto. Svolgeva il suo lavoro in uno dei contesti socialmente più difficili d’Italia, ma questo sembrava centuplicare le sue forze e la sua voglia di vivere. Parlava con un’ironia contagiosa, anche se entrava in contatto quotidianamente con situazioni drammatiche.
Mi raccontò che una volta, un ragazzino si era presentato a scuola elegantissimo. «Che bello, festeggi qualcosa?», aveva chiesto il maestro. «Sì! È morto mio cognato!», aveva risposto quello. «Cosa?». Il maestro era certo di aver capito male. Si sbagliava. «È morto mio cognato!», aveva ripetuto allegro il ragazzino. «E perché festeggi, allora?». «Perché mio papà lo sostituisce nel clan, fa un salto di carriera!», aveva spiegato il ragazzino, tutto fiero. Una morte che generava una progressione nella criminalità organizzata: questo era dunque il motivo della festa.
In un’altra occasione, un bimbo dormiva serafico sul banco di scuola. Il maestro lo aveva svegliato con delicatezza. Da lì era nato un dialogo surreale. «Che c’è, sei stanco?». «Si, maestro. Stanotte non ho dormito...». «Perché? Hai guardato la televisione fino a tardi? ». «No». «Hai giocato ai videogiochi?». «No». «E allora che hai fatto?». «Sono uscito con papà. Ho fatto il palo per lui». Un bimbo utilizzato come palo per rubare: anche questo accade spesso in quei mondi non troppo lontani da noi, ma che preferiamo non guardare, perché fanno troppa paura.
Il maestro, invece, in quel mondo dava tutto sé stesso. Da dove veniva tutta quella energia? Lo capii continuando la chiacchierata con lui: gli veniva dalla forza della vita, dalla bellezza che a volta splende più forte di ogni bruttura, da quei germogli testardi che, se li sai assecondare, bucano anche l’asfalto più grigio, più soffocante. Questo era esattamente il compito che il........
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