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Sarcastic comment loading: questa è la scritta stampata sulla maglietta più rappresentativa del carattere di mia figlia Beatrice. Beatrice, dodici anni, fino alla fine delle elementari era una bambina composta e diligente: una che, quando doveva piangere, tratteneva pure il fiato per non disturbare. Poi, con le medie, è arrivata la magia dell’adolescenza, che l’ha travolta inesorabile. Mi sono voltato un istante ed ecco che la mia bambina era diventata una ragazza ostentatamente cinica e tagliente: capace di distruggerti con un commento sarcastico, appunto. Una ragazza che, naturalmente, adoro. Cerco, come ogni genitore, di mantenere aperto il dialogo in ogni modo. Cerco di riservarmi degli spazi con lei, che ovviamente è in una fase in cui preferisce di gran lunga andare al parco con le amiche che venire al cinema con me. Uno dei nostri momenti privilegiati è la passeggiata serale con Ivy, il pastore maremmano di quaranta chili che da tre anni fa parte della nostra famiglia.
Bea per anni ha chiesto un cane, fino allo sfinimento: «Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego». Alla fine, abbiamo ceduto, con l’accordo che ne avremmo condiviso la gestione quotidiana. Che, naturalmente, è ricaduta totalmente su di me, soprattutto adesso che Ivy, da quel batuffolo di pelo che era da cucciola, si è trasformata una specie di orso bianco. La sera, però, faccio leva sull’accordo stabilito: «Bea, Ivy devi uscire. Visto che è il tuo cane, vieni con me». Bea mi segue piuttosto volentieri. Forse anche lei apprezza quel nostro spazio, anche se non lo ammetterebbe mai.
A volte mi sommerge di domande di ogni tipo, che mi investono come tsunami e scatenano in me altre domande: «Papà, ti sei mai fatto una canna?» (Oh mamma, la mia bambina sa cos’è una canna?). «Papà, a che età hai dato il primo bacio?» (Oh mamma, la mia bambina non avrà mica già........