Nel ventre della Parola/1 Inascoltato il bisogno di profezia. Giona e il suo “invece"

La nostra generazione ha perso contatto con la profezia. Non la riconosce, non la stima, e così il posto che era dei profeti è stato prima lasciato vuoto poi subito occupato dai leader e dagli influencer; perché quando la domanda di profeti che sale dalla gente non incontra la profezia vera, entra in scena quella falsa con la sua grande efficienza e i suoi effetti speciali. La Bibbia ci dice che Dio ascolta il grido del povero, ma ci dice anche che i profeti sono amplificatori necessari di questo grido, perché possa giungere fino al cielo. Senza profezia il misero continua ad urlare, e non accade nulla. Ieri, oggi, forse sempre, anche se ogni generazione ha il dovere etico di creare le condizioni affinché i figli crescano in un mondo dove poter sperare che, finalmente, un profeta o qualcuno ascolterà davvero il grido dei poveri, e lo consoli.

La Bibbia non è l’unico luogo dove poter imparare la profezia, ma è certamente un ambiente privilegiato per la qualità e la quantità delle parole dei suoi profeti. Di tutti i profeti, persino di quei libri “profetici” che non sono stati scritti da profeti, come quello di Daniele. O come quello di Giona, di cui oggi iniziamo un commento che ci accompagnerà nelle prossime domeniche. «Fu rivolta a Giona, figlio di Amittài, questa parola di YHWH: “Àlzati, va' a Ninive, la grande città, e in essa proclama che la loro malvagità è salita fino a me”» (Giona 1,1-2).

Tra coloro che hanno commentato Giona pochi hanno cercato in questo libro un insegnamento sulla profezia, tantomeno gli elementi per una grammatica profetica. Il libro stesso non chiama Giona “profeta”, anche se nel solo riferimento storico che nella Bibbia è associato al suo nome viene chiamato profeta: «Il profeta Giona, figlio di Amittài» (2 Re 14,25). Un profeta del Nord, al tempo del re Geroboamo II, quindi dell’VIII secolo. Un profeta nazionalista perché, dice il testo, quel re malvagio (2 Re 14,24) aveva riconquistato territori ad Israele, dal Libano fino all’Arabia, e lo aveva fatto «secondo la parola del Signore pronunciata per mezzo del suo servo, il profeta Giona» (2 Re 14,25).

Quando nella Bibbia leggiamo che qualcosa è accaduto “secondo la parola del Signore”, sappiamo che quei fatti o vittorie erano stati interpretati come una conseguenza di una parola-volontà di YHWH. Ed è quindi probabile che quell’antico profeta fosse un esponente della tradizione nazionalistica, al quale si opponeva un altro profeta, Amos, che non è da escludere indirizzasse proprio a Giona le sue critiche alle ambizioni e illusioni militari di........

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