Lavoro Dobbiamo ricordarci che dietro un sottocosto spesso c'è un sottosalario
Settantasette lavoratori sono stati licenziati qualche giorno fa con una Pec (un messaggio di posta elettronica certificata) a Ferrara da un’azienda di proprietà americana che ha deciso di trasferire la produzione in India e in Cina. Storie simili a questa si ripetono non di rado e ricordano quella più nota di Gkn, l’azienda di Campi Bisenzio dove la proprietà chiuse, nonostante l’attività fosse in profitto, per riaprire in Slovenia.
Si tratta di esempi, assolutamente scontati e prevedibili, della legge di gravità dei salari e della competizione globale in cui le aziende alla ricerca del massimo profitto per i loro azionisti e proprietari usano l’opzione della scelta di localizzazione per minimizzare i costi. Poiché siamo un Paese ricco, e ce ne sono moltissimi altri dietro di noi dove costo della vita e del lavoro sono più bassi, non c’è che l’imbarazzo della scelta. E quei Paesi magari sono anche più abili di noi a offrire condizioni di contorno (costo dell’energia, tasse e regolamentazione, logistica) più favorevoli delle nostre all’insediamento di imprese estere.
Faremmo male a lasciarci andare a facile indignazione, perché la lotta di classe è dentro di noi, che in questa società siamo lavoratori ma anche consumatori e azionisti. Ci entusiasmiamo quando un supermercato ci propone un........
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