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Editoriale Milano e il paradosso dell'integrazione

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27.11.2024

La morte di un 19enne, avvenuta durante un inseguimento dei Carabinieri nel quartiere milanese Corvetto, ha spinto decine di giovani di origine straniera a protestare con atti di vandalismo, roghi e perfino assalti alle forze dell’ordine. Un film già visto, troppe volte, in altre città europee e che ci pone di fronte al carattere sfidante di quella che le scienze sociali hanno definito la seconda generazione proprio per indicare come le biografie di questi giovani siano inevitabilmente inscritte nella storia migratoria familiare.
Introdotta agli inizi del 1900 nell’America, meta della grande migrazione d’origine per lo più europea, l’espressione “seconda generazione” era evocatrice del sogno americano e delle aspettative di mobilità sociale proiettate dalle famiglie migranti sui propri discendenti. Aspettative che, per molti, si sono effettivamente realizzate nel quadro di società dove ancora l’ascensore sociale non si era bloccato e la voglia di fare e il desiderio di riscatto potevano bastare per guadagnarsi un posto al sole.
Diversa l’esperienza dei Paesi europei che, proprio a ridosso della crisi degli anni Settanta e poi nella fase di declino dell’economia fordista e dei sistemi di welfare, si sono trovati a fare i conti con la presenza di tanti giovani “issues........

© Avvenire


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