Editoriale La crudeltà non è giustizia
Ma quale svuota-carcere. Il decreto-legge di luglio convertito in fretta nei giorni precedenti al Ferragosto non ha tirato fuori nessuno dalle celle arroventate. Qualcuno è uscito da sé senza attendere il fine-pena, passando col suicidio dalla cella all’obitorio. L’ultimo della serie il numero 67 (chi si ricorda il nome? Cosa conta il nome dei disperati?) il giorno stesso della approvazione della legge.
Sensi di colpa? In quelli che governano le pene prevalgono i sensi di vacanza estiva, poi si vedrà. Promesso, sarà il miracolo. Intanto le rivoluzionarie novità sono mille poliziotti in più. La sicurezza, si capisce, a scanso di rivolte. Per i reclusi il beneficio immediato di due telefonate in più al mese (da quattro a sei). Lodevole l’intento antisuicida, perché come è noto una telefonata allunga la vita.
Vi disturba l’ironia? Allora parliamo di giustizia con la serietà di chi sta in faccia ai morti di un sistema carcerario incivile. E per la prima volta proviamo a mettere in gioco i giudici. I giudici hanno le chiavi delle galere. Non entra nessuno in quel tritacarne se non ce lo........
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