Politiche I nuovi volti della povertà da record e la presa in carico che manca
Ci sono i numeri che parlano di un record negativo: 5,7 milioni di persone in povertà assoluta nel nostro Paese, di cui 1,3 milioni minori, mai così tanti. E percentuali che segmentano l’insieme per territorio e tipologia familiare, misurando dove e quanto il morbo della miseria colpisca: il Sud sempre in difficoltà e il Nord che peggiora, i nuclei numerosi ad essere maggiormente a rischio e le famiglie di stranieri a rappresentare quasi un terzo del totale dei bisognosi, perché tra gli immigrati più di quattro su dieci ne sono affetti, come in un’epidemia.
Il rapporto dell’Istat sulla povertà nel 2023 ribadisce concetti che paiono ovvi – più sale il grado di istruzione più si è protetti dal rischio – assieme a dati assai meno scontati: la povertà non è più “monopolio” di clochard e disoccupati ma alligna anche fra chi un’occupazione ce l’ha, con un’incidenza del 16% tra operai e simili, il doppio della media. Ha pesato l’inflazione, dice l’Istituto di statistica, assieme ai bassi salari e ai minori aiuti e trasferimenti pubblici.
È osservando le file alle mense dei poveri o gli accessi agli sportelli Caritas, però, che queste cifre........
© Avvenire
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