Il Codice del Terzo Settore banco di prova per gli enti religiosi
L’entrata a regime del Codice del Terzo Settore prevista con l’inizio del 2026 sta provocando presso molti enti religiosi riflessioni e discussioni complesse e talvolta faticose, spesso centrate su dettagli di natura fiscale, organizzativa e giuridica. Si tratta di un approccio comprensibile, ma che sarebbe opportuno inquadrare in uno scenario ampio, partendo dalle originarie intuizioni carismatiche, e ragionando sull’evoluzione del contesto storico in cui esse si sono sviluppate, così da orientare al meglio valutazioni e scelte.Il tema dell’adeguamento al Codice del Terzo Settore non è altro che l’ultima tappa (per ora) di una lunghissima storia che ha visto l’Ordine religioso confrontarsi con l’Ordine civile, e che affonda la propria radice nell’evangelico “dare a Cesare quel che è di Cesare, dare a Dio quel che è di Dio”: un confronto che ha visto vicende storiche altalenanti, a tratti drammatiche, che abbiamo appreso già sui banchi di scuola. Basti pensare alla Lotta per le Investiture o alla lunga vicenda legata alla nascita e all’affermarsi dello Stato italiano, sino al Concordato, e poi........