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Editoriale Roma, grande bellezza davvero per tutti

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02.01.2024

Che Roma non sia loro, ma del mondo intero, i romani lo sanno. La vocazione universale di questa città è millenaria, prima come guida (spesso imposta con le armi) del mondo allora conosciuto e poi come capitale della Cristianità. Mamma Roma, con le sue eterne contraddizioni: santa e meretrice, la grande bellezza e la grande monnezza, morale e materiale. Nel Te Deum di fine anno, con il consueto sguardo paterno e profondo, il suo vescovo papa Francesco l’ha invitata a farsi, o a farsi nuovamente, «città della speranza» in vista del Giubileo del 2025, che comincerà sul finire di questo neonato 2024. Una città che accolga e non emargini, che dietro l’abbagliante splendore dei suoi luoghi senza tempo sappia ravvivare l’autenticità dei rapporti umani e magari il proverbiale sguardo irriverente e solidale sulla realtà. Quello per cui - come nel testo della canzone popolare Fiori trasteverini - «si stai in bolletta noi t’aiutamo però da micchi (fessi, ndr) nun ce passamo».


Questo modo di essere e di vivere i romani di una volta, quando gli antichi rioni ma anche le borgate........

© Avvenire


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