L'impegno I caschi blu italiani in Libano: le radici e la storia di una missione
I ripetuti attacchi alla missione Unifil sono una ferita inferta non solo alle Nazioni Unite ma anche alla storia più nobile della politica estera italiana. I ministri Crosetto e Tajani hanno subito difeso, nel modo dovuto, non solo e non tanto l’esigenza di sicurezza dei nostri militari quanto il motivo della loro presenza in Libano. Ieri lo ha ribadito la premier Meloni. Si percepisce tuttavia, nel comune sentire, poca consapevolezza della ragione profonda che anima la missione di oltre mille giovani in divisa del nostro Paese. L’Italia è da sempre primo contributore di quella missione, nello spirito di una Costituzione che ripudia la guerra come mezzo di composizione delle controversie e ci pone invece in prima fila laddove lo strumento diplomatico riguadagna spazio operativo in teatri di guerra con le operazioni di peacekeeping.
Si può ricordare il ruolo straordinario svolto dal 1982 al 1984 dal generale Franco Angioni nel varo della missione Unifil 1 dopo la prima guerra libanese e quello del compianto generale Claudio Graziano, che ha avviato invece Unifil 2, nel 2007, dopo un altro drammatico conflitto, introducendo un metodo di mediazione permanente fra due Stati ancora in........
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