Lo scenario Quale equilibrio in Medio Oriente dopo i raid di Israele in Iran
Ancora ore di guerra che hanno tenuto il mondo con il fiato sospeso. L’altra notte, alla notizia del raid israeliano sull’Iran, anche i media più informati non potevano non chiedersi se fossimo sull’orlo di un conflitto su larga scala dalle conseguenze imprevedibili. Un giorno dopo possiamo sperare che questa eventualità sia stata per ora scongiurata, ma non possiamo scordare che, come un monito persistente, l’“orologio dell’Apocalisse” atomica, gestito dagli scienziati del settore all’università di Chicago, segna solo 90 secondi dalla mezzanotte della catastrofe.
Che abbia avuto successo la pressione americana o lo stesso premier Benjamin Netanyahu si sia voluto limitare nella rappresaglia ai missili scagliati da Teheran sullo Stato ebraico il primo ottobre, quella lanciata sabato non è stata, volutamente, un’offensiva devastante. La coltre di silenzio sui bersagli e sulle perdite fatta calare sia da chi ha sparato sia da chi ha subito fa intendere che si voglia, al momento almeno, fare prevalere gli aspetti simbolici di una partita in ogni caso estremamente pericolosa.
Tel Aviv ha dimostrato che non teme il suo nemico principale e lo può raggiungere con facilità. L’ayatollah Ali Khamenei, dopo essersi mostrato in pubblico con un fucile........
© Avvenire
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