La svolta e i rischi Se l'Intelligenza artificiale punta solo al profitto
Quando si chiede a ChatGPT se Geoffrey Hinton, vincitore in condivisione del Nobel per la Fisica 2024, è uno dei suoi padri intellettuali, la risposta molto umana è: «In qualche misura». Lo studio delle reti neurali e dell’apprendimento profondo condotto dallo studioso britannico ha infatti portato agli spettacolari avanzamenti dell’intelligenza artificiale che sono oggi sotto i nostri occhi. I cosiddetti transformer, veri motori dei Grandi modelli linguistici che tutto sanno e tutto possono dirci, non sono sua creazione diretta, eppure Hinton non ha voluto passare alla storia come l’apprendista stregone delle nuove tecnologie ed era già diventato noto al grande pubblico, prima della massima onorificenza scientifica, per l’allarme lanciato nel maggio dell’anno scorso.
Proprio il successo degli algoritmi generativi gli faceva infatti temere che possano diventare più intelligenti di noi e provocare danni incalcolabili, se non addirittura l’estinzione del genere umano. Doomerism è definito in inglese questo atteggiamento, qualcosa in più del pessimismo, la convinzione che il futuro ci riserverà catastrofi globali. Hinton è sempre stato sulla frontiera della ricerca informatica, ma ha anche manifestato sensibilità etica, prima lasciando gli Usa per il Canada a causa del potenziale uso militare delle sue scoperte e poi, nel 2023, si è dimesso da Google, che gli aveva permesso di progredire nel campo grazie a ingenti risorse, per potere denunciare i rischi di un progresso rapidissimo e incontrollato.
Non tutti sono d’accordo, anzi. Tanti scienziati e uomini d’affari attivi nel........
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