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Bilancio di fine anno L'ascesa globale dei populismi nel 2024: il "fascino" dei leader

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tuesday

Putin e Trump - .

Esattamente 366 giorni fa ci affacciavamo sull’anno che veniva definito storico per il numero di cittadini del mondo chiamati alle urne nei propri Paesi: circa la metà della popolazione globale. È quindi tempo di trarre un bilancio di questo 2024, caratterizzato in primo luogo dai conflitti tragici che l’hanno insanguinato. Tre in particolare dovrebbero ricevere la nostra costante attenzione, che invece è ormai intermittente: quello ucraino, quello mediorientale e quello (drammaticamente trascurato) sudanese.

Ci si poteva aspettare dalle elezioni nelle due superpotenze – Russia e Stati Uniti – un segnale rispetto alle guerre in corso. Sulla salute della democrazia si attendevano segnali dal rinnovo del Parlamento europeo come dal voto in grandi e importanti nazioni quali India, Indonesia, Messico e Sudafrica. L’impatto del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, previsto per il 20 gennaio, è già stato ampiamente discusso. Resta da vedere se rispetterà il suo programma e riuscirà a mantenere le promesse: la speranza è che la diplomazia possa rimettersi in moto e sostituire le armi, anche se le sorprese sono dietro l’angolo.

In generale, il netto successo del presidente repubblicano, accompagnato dall’avanzata delle forze populiste, nazionaliste ed euroscettiche nei 27 Paesi dell’Unione, segnala che gli orientamenti antiliberali stanno crescendo nell’Occidente di solida e radicata tradizione democratica. Dietro la vittoria dei........

© Avvenire


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