Si parla sempre marginalmente e malvolentieri delle condizioni delle persone recluse, le istituzioni faticano a cooperare per il cambiamento delle stesse e del loro modo di pensare e di agire, dimenticando che il male è nell’azione, non nella persona detenuta che spesso decide di tentare la strada del suicidio.
E cosi accade che muore una persona entrata il giorno prima in carcere con un vissuto tragicamente solitario al punto che non si è riusciti a trovare un solo familiare da avvisare dell’accaduto, vive invece la modalità drammatica del suicidio che avrà il totale silenzio nel mondo della comunicazione. Allora, noi dove siamo? Lo........