Il caso Garofani–Mattarella–Meloni: la democrazia si indebolisce quando si smette di rispettarsi
C’è qualcosa che inquieta nel caso che ha coinvolto Francesco Saverio Garofani, consigliere del Quirinale, e che – suo malgrado – ha toccato il presidente Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni. L’idea stessa che un consigliere del Colle, in conversazioni private o pubbliche poco importa, possa evocare “scosse provvidenziali” o manovre politiche per frenare la leader di governo è un inciampo istituzionale. La Presidenza della Repubblica è l’arbitro del sistema: l’arbitro non gioca, non suggerisce schemi, non indica cambi di campo.
Va riconosciuto, senza ipocrisie, che Mattarella è quasi sempre condivisibile, per equilibrio, sobrietà, misura. Non usa la parola per dividere, né piega le istituzioni alla polemica. Per questo la sua voce è percepita come un punto fermo nella tempesta (naturalmente non è infallibile, come quando disse che a Gaza Israele mostrava “l’ostinazione a uccidere........© Affaritaliani





















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