L’atto era formalizzato dal 21 dicembre scorso, quando è apparso sulla Gazzetta ufficiale polacca, ma la notizia è arrivata solo recentissimamente in Italia attraverso una lettera dell’ambasciatore di Polonia presso la Santa Sede indirizzata a Marco Ferrini, il presidente del Centro internazionale Giovanni Paolo II per il magistero sociale della Chiesa di Rimini: don Francesco Ricci, il sacerdote forlivese fondatore di Cseo (Centro Studi Europa Orientale), presidente della Commissione internazionale di Comunione e Liberazione negli anni Ottanta e amico personale di Giovanni Paolo II, è stato insignito in forma postuma della Croce di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica di Polonia con un’ordinanza del presidente Andrzej Duda firmata il 16 novembre 2023. La motivazione recita: «In riconoscimento dei suoi meriti eccezionali nel promuovere la cultura polacca e per la sua attività a favore della trasformazione democratica in Polonia».

Ricci, prematuramente scomparso il 30 maggio 1991, fondò nell’ottobre 1966 Cseo, il primo centro studi e la prima casa editrice in Italia specializzati in documentazione proveniente dai paesi dell’Europa orientale, all’epoca orbitanti nel sistema del socialismo reale e subordinati all’Unione Sovietica. Le sue missioni di là dalla “Cortina di ferro” erano iniziate l’anno prima e fra le mete c’era stata Cracovia. Nel corso di poco meno di un ventennio la rivista Cseo Documentazione pubblicherà 190 numeri e la casa editrice oltre 100 titoli, in grandissima parte traduzioni di articoli di giornali e periodici dei paesi dell’Europa orientale, di ambito ecclesiale e non, e traduzioni di libri che spesso non potevano essere pubblicati nei paesi di origine – grazie al materiale raccolto in una serie di viaggi avventurosi e attraverso amici che dall’Est venivano in Italia.

Il presidente della Cecoslovacchia Vaclav Havel con Giovanni Paolo II (Ansa)

L’amicizia con Giovanni Paolo II

Fu grazie a Cseo che in Europa occidentale apparve Il potere dei senza potere di Vaclav Havel, futuro presidente della Cecoslovacchia e a quel tempo prigioniero politico, il diario La compagnia del grande poeta sloveno Edvard Kocbek, le poesie del poeta cattolico ungherese Janos Pilinszky, i testi del teologo cecoslovacco Josef Zverina.

Ma a fare la parte del leone fu soprattutto la Polonia, dove Ricci aveva incontrato Karol Wojtyła, arcivescovo di Cracovia e futuro papa, di cui era diventato amico. Il sacerdote forlivese fece tradurre in italiano la Storia della letteratura polacca di Czeslaw Miłosz, le liriche del poeta nazionale polacco Cyprian Kamil Norwid, testi del filosofo e sacerdote Józef Tischner (primo cappellano del sindacato Solidarnosc), del leader di Solidarnosc Lech Wałesa, dell’intellettuale cattolico e futuro primo ministro polacco Tadeusz Mazowiecki, del filosofo e docente di varie facoltà teologiche e infine del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per il Matrimonio e la Famiglia Stanislaw Grygiel.

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Di quest’ultimo (scomparso un anno fa) fu amicissimo, e con lui fondò nel 1982 la rivista Il Nuovo Areopago, per l’unità fra Europa dell’Est e dell’Ovest e per la rievangelizzazione del continente, di cui lo volle direttore. Alla morte di Ricci l’amico Grygiel scrisse: «I Paesi come la Polonia, la Cecoslovacchia, l’Ungheria, gli rimarranno debitori per il prezioso lavoro le cui tracce, rimaste nei suoi scritti, ed ancora di più lasciate dalla sua presenza negli uomini di cultura, saranno per noi tutti di grande aiuto nel ricercare le strade dimenticate verso l’Europa di San Benedetto, dei Santi Cirillo e Metodio e di Sant’Adalberto. La sua presenza ci rincuorava e ci liberava dai confini di filo spinato in ogni senso del termine».

Il leader di Solidarnosc Lech Walesa portato sulle spalle dalla folla davanti alla Corte Suprema dopo la sentenza negativa riguardo alla registrazione del sindacato dei contadini, Varsavia, 10 febbraio 1981 (Ansa)

L’epopea di Solidarnosc

In Polonia Ricci frequentò e valorizzò per il pubblico italiano esponenti del mondo della cultura e del giornalismo come lo storico Jerzy Kłoczowski, l’intellettuale Bohdan Cywiński, il regista Krzysztof Zanussi e giornalisti editorialisti come Jerzy Turowicz, Jacek Woźniakowski, Stefan Wilkanowicz e il sacerdote Adam Boniecki anima del periodico cattolico Tygodnik Powszechny. Nello stesso tempo strinse legami con le componenti più vive della Chiesa cattolica polacca, favorendo il loro incontro con i cattolici italiani, in particolare coi giovani del movimento di Comunione e Liberazione. Dalla fine degli anni Sessanta intenso fu il rapporto con il movimento ecclesiale polacco Luce e Vita, con frequenti incontri con la figura carismatica del fondatore padre Franciszek Blachnicki, incontri che avvenivano anche dopo il pellegrinaggio alla Madonna Nera di Czestochowa. Giovani italiani cominciarono a partecipare numerosi, a partire dal 1977, allo storico pellegrinaggio del popolo polacco su impulso di don Ricci, convinto dell’importanza del gesto come momento di fusione fra cristiani dell’est e dell’ovest del continente in seguito a un incontro carico di significato con l’allora primate polacco card. Stefan Wyszyński. Da allora la partecipazione italiana al pellegrinaggio che dopo centinaia di chilometri approda al santuario di Jasna Gora non si è mai esaurita.

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Don Ricci seguì con passione l’epopea di Solidarnosc (di cui fece tradurre e pubblicare da Cseo molti testi e testimonianze, comprese le omelie del sacerdote martire Jerzy Popiełuszko); nacquero legami e rapporti con il movimento e con la dirigenza del sindacato, che sfociarono in numerosi incontri pubblici in Italia che videro la partecipazione di esponenti di primo piano e addirittura in America Latina con sindacalisti della Clat, la Centrale latinoamericana dei lavoratori che coltivava la stessa esperienza di sindacalismo indipendente. Dopo il colpo di Stato militare del dicembre 1981 si fece promotore, con il Movimento Popolare, di una vera e propria campagna di aiuti economici alla popolazione e anche di mobilitazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

Cerimonia di beatificazione di padre Jerzy Popieluszko, Varsavia, 6 giugno 2010 (Ansa)

Una testimonianza cristiana

A ricevere per primo la comunicazione dell’onorificenza a don Ricci è stato il presidente del Centro internazionale Giovanni Paolo II per il magistero sociale della Chiesa Marco Ferrini perché questa è l’entità che nel 2018 ha inoltrato istanza al Presidente della Repubblica di Polonia per il riconoscimento in questione attraverso l’ambasciata polacca presso la Santa Sede e ha curato tutto l’iter affinché la richiesta potesse essere esaudita. «Abbiamo coinvolto molte persone», spiega Marco Ferrini. «In primis il compianto Stanisław Grygiel che, insieme alla consorte Ludmila, ha tradotto e completato tutti i nostri atti in polacco. Importante è stato l’aiuto di amici diplomatici e ecclesiastici, in particolare dell’arcivescovo di Cracovia mons. Marek Jędraszewski che, appassionandosi alla storia di don Ricci, ha dato un avvallo determinante, e ancor più del card. Stanisław Dziwisz (segretario particolare di Giovanni Paolo II – ndr) che aveva ben conosciuto don Francesco».

Nel 2007 il Centro Internazionale Giovanni Paolo II, allora Fondazione, aveva organizzato a San Marino un grande convegno internazionale sulla figura di don Francesco Ricci al quale avevano partecipato relatori da Italia, Polonia e America Latina. A muovere tutte le iniziative promosse da Ferrini è stato «il sentimento di gratitudine nei confronti di questo sacerdote che, a partire dal 1970, è stato per me e per tutta la mia generazione un testimone e perciò un maestro. Un debito inestinguibile è stato da noi contratto nei suoi confronti e l’immensa gratitudine non potrà mai compensare il bene che abbiamo ricevuto da un uomo così».

La dettagliata biografia di Giovanni Paolo II che Vittorio Citterich lesse al TG1 la sera del 16 ottobre 1978, allorché giunse la notizia che il card. Wojtyła era stato eletto papa e aveva preso il nome di Giovanni Paolo II, era stata scritta da don Francesco Ricci, che aveva avvertito l’amico giornalista della possibilità che l’allora sconosciuto arcivescovo di Cracovia diventasse il successore di Paolo VI. «Anche nel dolore per il distacco, possiamo veramente essere grati al Signore per la testimonianza cristiana che don Francesco ha dato a coloro che ha potuto avvicinare, in vita e durante la lunga malattia», fu il commento di san Giovanni Paolo II alla notizia della morte di don Ricci il 30 maggio 1991.

QOSHE - La Polonia riconosce i «meriti eccezionali» di don Francesco Ricci - Rodolfo Casadei
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La Polonia riconosce i «meriti eccezionali» di don Francesco Ricci

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05.03.2024

L’atto era formalizzato dal 21 dicembre scorso, quando è apparso sulla Gazzetta ufficiale polacca, ma la notizia è arrivata solo recentissimamente in Italia attraverso una lettera dell’ambasciatore di Polonia presso la Santa Sede indirizzata a Marco Ferrini, il presidente del Centro internazionale Giovanni Paolo II per il magistero sociale della Chiesa di Rimini: don Francesco Ricci, il sacerdote forlivese fondatore di Cseo (Centro Studi Europa Orientale), presidente della Commissione internazionale di Comunione e Liberazione negli anni Ottanta e amico personale di Giovanni Paolo II, è stato insignito in forma postuma della Croce di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica di Polonia con un’ordinanza del presidente Andrzej Duda firmata il 16 novembre 2023. La motivazione recita: «In riconoscimento dei suoi meriti eccezionali nel promuovere la cultura polacca e per la sua attività a favore della trasformazione democratica in Polonia».

Ricci, prematuramente scomparso il 30 maggio 1991, fondò nell’ottobre 1966 Cseo, il primo centro studi e la prima casa editrice in Italia specializzati in documentazione proveniente dai paesi dell’Europa orientale, all’epoca orbitanti nel sistema del socialismo reale e subordinati all’Unione Sovietica. Le sue missioni di là dalla “Cortina di ferro” erano iniziate l’anno prima e fra le mete c’era stata Cracovia. Nel corso di poco meno di un ventennio la rivista Cseo Documentazione pubblicherà 190 numeri e la casa editrice oltre 100 titoli, in grandissima parte traduzioni di articoli di giornali e periodici dei paesi dell’Europa orientale, di ambito ecclesiale e non, e traduzioni di libri che spesso non potevano essere pubblicati nei paesi di origine – grazie al materiale raccolto in una serie di viaggi avventurosi e attraverso amici che dall’Est venivano in Italia.

Il presidente della Cecoslovacchia Vaclav Havel con Giovanni Paolo II (Ansa)

L’amicizia con Giovanni Paolo II

Fu grazie a Cseo che in Europa occidentale apparve Il potere dei senza potere di Vaclav Havel, futuro presidente della Cecoslovacchia e a quel tempo prigioniero politico, il diario La compagnia del grande poeta sloveno Edvard Kocbek, le poesie del poeta cattolico ungherese Janos Pilinszky, i testi del teologo........

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