Monsignor Luigi Negri (26 novembre 1941 – 31 dicembre 2021) @media only screen and (min-width: 501px) { .align_atf_banner{ float:left; } }

«È stato una delle figure più significative della Chiesa italiana, sono venuto qui per saldare un debito di gratitudine verso di lui, che anche per me fu un uomo di fede e un maestro di cultura». Così ha esordito mons. Giampaolo Crepaldi, arcivescovo emerito di Trieste, nel suo intervento al convegno che si è svolto sabato 25 novembre a San Marino «in onore di mons. Luigi Negri uomo di fede e maestro di cultura».

Effettivamente fra i sacerdoti milanesi che hanno lasciato un segno nella contemporaneità non si può non ricordare mons. Luigi Negri, che ci ha lasciato il 31 dicembre di due anni fa, nominato vescovo di San Marino e Montefeltro da Giovanni Paolo II nel 2005 e poi arcivescovo di Ferrara da Benedetto XVI nel 2012.

Figlio di un’umile famiglia del quartiere di Porta Romana (la madre era casalinga, il padre commesso in un grande negozio di tessuti), ebbe l’incontro decisivo per la sua vocazione al liceo classico Berchet nel 1957, dove fu uno dei primissimi studenti a seguire don Luigi Giussani prima in Gs e poi in Cl. Ordinato sacerdote nel 1972 dal card. Giovanni Colombo, sarà per anni responsabile scuola di Cl, tenendo esercizi spirituali e ritiri per migliaia di giovani, oltre che assistente di Filosofia teoretica e ricercatore presso l’Università Cattolica di Milano. Sarà pure autore di molti libri (soprattutto sulla storia della Chiesa e sul rapporto fede-cultura) e di provocatori interventi sui giornali quotidiani.

Le relazioni

In sua memoria si è svolto un prestigioso convegno organizzato dal Centro Internazionale Giovanni Paolo II per il Magistero Sociale della Chiesa, culturacattolica.it e La Conta degli Insorgenti, in collaborazione con la diocesi di San Marino e Montefeltro e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana e della Segreteria di Stato agli Affari Esteri della Repubblica di San Marino. Titolo: “Fede, Ragione, Missione”.

Sono stati relatori il card. Gerhard Müller, Prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede, il prof. Rocco Buttiglione della Pontificia Accademia delle Scienze sociali, Alfredo Mantovano sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, mons. Giampaolo Crepaldi arcivescovo emerito di Trieste, madre Monica Della Volpe badessa emerita del monastero trappista di Valserena, Marco Cangiotti professore di Filosofia Politica dell’Università di Urbino.

Argomenti delle relazioni: “Fede e Ragione: un incontro per il bene dell’uomo” e “Missione: autorealizzazione della Chiesa”. Oggetto del convegno infatti non era la figura o il pensiero di don Negri, ma un approfondimento dei temi che a lui stavano più a cuore e per i quali più si è speso prima fra i giovani e poi per i fedeli delle due diocesi di cui è stato nominato vescovo. Sulla sua personalità si sono invece concentrati gli autorevoli messaggi giunti al convegno.

Zuppi: «Testimoniava Cristo»

In quello del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, si legge:

«Ho avuto modo di conoscere mons. Negri e di apprezzarlo per lo zelo pastorale e per l’incisività dei suoi interventi, pensieri e azioni. Era un combattivo, amante del confronto e della verità, sempre in prima linea e mai timoroso. Don Luigi ha vissuto ogni esperienza in modo appassionato. Davanti a ogni circostanza, personale o sociale, testimoniava Cristo centro del cosmo e della storia, riproponendo l’esperienza cristiana nei vari ambienti della vita e nel costante richiamo a quei testi – Il senso religioso e l’enciclica Redemptor Hominis – che lui citava spesso. Era cordiale, ma sempre diretto e, per questo, a volte, ha dovuto scontare qualche incomprensione. Come ho ricordato il giorno del suo funerale a Ferrara, lui diceva spesso: “Noi vogliamo essere fedeli amici di Cristo, perché fedeli seguaci della Chiesa”. E così lui ha fatto, con tutta la sua passione e vivacità, senza nascondere limiti e difficoltà. Don Luigi non voleva che il Vangelo si riducesse a una questione da salotto e che fosse benessere spirituale a poco prezzo. Ha sempre combattuto i rischi dello gnosticismo e del pelagianesimo dentro la Chiesa; non voleva conservare epoche passate, ma nemmeno adattarsi alla mentalità del mondo e alle mode del momento. Il cristianesimo, ha sempre sostenuto, è l’avvenimento di un incontro con un’umanità eccezionale».

Roccella: capì questione antropologica

Vanno ben al di là del semplice ricordo le parole di Eugenia Roccella, ministro per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità:

«Ho conosciuto mons. Negri in un momento particolare in cui c’era un grande dibattito pubblico su argomenti come la questione antropologica, il rapporto tra fede e ragione, il rapporto tra le varie confessioni religiose. Negri è sempre stato molto limpido e chiaro nell’impostazione che dava a tutto questo dibattito. Ci siamo quindi trovati con facilità, sulla stessa linea. Era assolutamente netto nella sua impostazione: era una persona del “sì, sì, no, no”, non era certo una persona di compromessi, di sfumature, di ambiguità. Però nello stesso tempo era una persona curiosa, molto aperto agli altri, alle impostazioni diverse, al dialogo, al confronto, anche forte. Comprendeva la sfera dell’autonomia della politica. E la capiva non perché fosse un politico lui stesso, anzi, ma perché partiva da un’idea della fede come presenza pubblica, una fede che non si nascondeva, che non rimaneva confinata nelle chiese, nella coscienza o in ambiti separati, ma che doveva esprimersi in tutta la sua sincerità, potenza e riconoscibilità in tutte le attività anche quotidiane, in tutta la propria capacità di influire su tutti i settori della vita. Era questa l’impostazione di don Giussani, l’idea che ognuno di noi, per dirsi cristiano, deve essere anche riconoscibile come cristiano. Su questo c’è stata immediata simpatia e sintonia fra di noi. Fu uno dei primi a capire davvero cosa sia la questione antropologica. La questione antropologica è qualcosa di assolutamente diverso e nuovo. Tocca per la prima volta i fondamenti dell’umano. Non è quindi una questione di difesa etica, ma di difesa dell’umano, dei limiti dell’umano, della creaturalità. La Chiesa, esperta di creaturalità, ha compreso questo prima di tanti laici o intellettuali. E mons. Negri l’aveva capito con grande chiarezza».

Prosperi: intelligenza e affezione

La generatività di don Negri nella storia di Comunione e Liberazione è stata riconosciuta e affermata nel messaggio di Davide Prosperi, presidente della Fraternità di Cl:

«Don Negri è stato fervente testimone dell’insegnamento del suo amato maestro don Giussani. Nel messaggio che diffusi per la sua morte scrissi che egli “si è instancabilmente dedicato alla costruzione del movimento di Cl con intelligenza e affezione”. Con intelligenza, che l’ha reso capace di leggere e giudicare acutamente la modernità alla luce di una fede concreta e radicale, maturando un giudizio, una cultura nuova che ha saputo proporre con inesauribile energia all’uomo contemporaneo. E con affezione: un’affezione totale anzitutto alle persone che Dio gli dava da seguire e da accompagnare, ma direi con un’affezione totale all’umano. In questo senso per lui la missione coincideva con la vita. Una vita intesa però come presenza nel reale, negli ambienti e nella società. Ha così messo in pratica quella che don Giussani definisce, in modo direi radicale, la presenza cristiana: “Il richiamo cristiano deve essere: deciso come gesto; elementare nella comunicazione; integrale nelle dimensioni; comunitario nella realizzazione”».

Al termine dei lavori il direttore del Centro Internazionale Giovanni Paolo II per il Magistero Sociale della Chiesa Marco Ferrini e don Elio Ciccioni, già vicario della diocesi di San Marino e Montefeltro, hanno comunicato che presto i resti mortali di mons. Negri saranno trasferiti nella cripta del duomo di San Leo. Che rappresenta non solo una delle principali chiese della diocesi di cui fu vescovo, ma un luogo molto caro alla sua memoria: Luigi Negri, seguendo don Giussani e Gioventù Studentesca, vi veniva per le processioni della Via Crucis del Venerdì Santo; in seguito fu lui a guidare le meditazioni della Via Crucis sui sentieri di San Leo per migliaia di ragazzi delle “tre giorni” di Cl.

QOSHE - Don Negri, «uomo di fede e maestro di cultura» - Rodolfo Casadei
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Don Negri, «uomo di fede e maestro di cultura»

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28.11.2023
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«È stato una delle figure più significative della Chiesa italiana, sono venuto qui per saldare un debito di gratitudine verso di lui, che anche per me fu un uomo di fede e un maestro di cultura». Così ha esordito mons. Giampaolo Crepaldi, arcivescovo emerito di Trieste, nel suo intervento al convegno che si è svolto sabato 25 novembre a San Marino «in onore di mons. Luigi Negri uomo di fede e maestro di cultura».

Effettivamente fra i sacerdoti milanesi che hanno lasciato un segno nella contemporaneità non si può non ricordare mons. Luigi Negri, che ci ha lasciato il 31 dicembre di due anni fa, nominato vescovo di San Marino e Montefeltro da Giovanni Paolo II nel 2005 e poi arcivescovo di Ferrara da Benedetto XVI nel 2012.

Figlio di un’umile famiglia del quartiere di Porta Romana (la madre era casalinga, il padre commesso in un grande negozio di tessuti), ebbe l’incontro decisivo per la sua vocazione al liceo classico Berchet nel 1957, dove fu uno dei primissimi studenti a seguire don Luigi Giussani prima in Gs e poi in Cl. Ordinato sacerdote nel 1972 dal card. Giovanni Colombo, sarà per anni responsabile scuola di Cl, tenendo esercizi spirituali e ritiri per migliaia di giovani, oltre che assistente di Filosofia teoretica e ricercatore presso l’Università Cattolica di Milano. Sarà pure autore di molti libri (soprattutto sulla storia della Chiesa e sul rapporto fede-cultura) e di provocatori interventi sui giornali quotidiani.

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In sua memoria si è svolto un prestigioso convegno organizzato dal Centro Internazionale Giovanni Paolo II per il Magistero Sociale della Chiesa, culturacattolica.it e La Conta degli Insorgenti, in collaborazione con la diocesi di San Marino e Montefeltro e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana e della Segreteria di Stato agli Affari Esteri della Repubblica di San Marino. Titolo: “Fede, Ragione, Missione”.

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