La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi (foto Ansa)

La notizia del congelamento del Decreto Cutro e dell’accordo sui migranti con l’Albania è fortemente esagerata. Hanno provato a raccontarla così alcuni giornali ieri – “La Corte Ue congela il decreto Cutro e l’accordo Roma-Tirana”, titolava in prima pagina Repubblica – ma il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha spiegato che «la decisione della Corte di giustizia Ue non boccia l’accordo con l’Albania, ma certifica semmai che siamo sulla strada giusta», aggiungendo che «nelle more del giudizio siamo disponibili a rivedere la norma sulla cauzione per i migranti, che ci pare l’unico dubbio sollevato».

La Corte di giustizia Ue non ha congelato il Decreto Cutro

Piantedosi lo ha detto intervenendo ieri a un convegno organizzato a Roma dai gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia sull’accordo tra Roma e Tirana come “nuovo modello di cooperazione per la gestione dei flussi migratori”. A confermare le parole del ministro era stato poco prima il costituzionalista Mario Esposito, ordinario presso l’Università del Salento e la LUISS, che ha definito «inesattezza» la tesi secondo cui la decisione della Corte di giustizia Ue di non procedere con urgenza per giudicare la compatibilità del Decreto Cutro con le leggi europee: «Non c’è alcun effetto di inibizione sul decreto Cutro né, men che meno, sull’accordo Italia-Albania».

Un accordo che, sottolinea nella sua introduzione l’onorevole Sala Kelany, responsabile del Dipartimento immigrazione di FdI, viene guardato con interesse da sempre più Paesi europei, consapevoli che i flussi migratori non si possano più gestire e governare dall’interno dei propri confini. Un accordo che – ricorda l’eurodeputato meloniano e Copresidente del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei Nicola Procaccini – inizia a essere elogiato anche dai governi progressisti in Europa (ma non dai progressisti che siedono nel Parlamento europeo). Procaccini ha spiegato che «l’approccio esterno è l’unica modalità per il governo dell’immigrazione», e che bisogna «stabilire prima chi ha diritto all’asilo, anche con l’aiuto di ambasciate e consolati. I flussi vanno regolati, non possono essere gli scafisti a decidere chi entra in Italia».

Gli ospiti del convegno di Fratelli d’Italia sull’accordo Italia-Albania sui migranti. Da sinistra: il costituzionalista Mario Esposito, l’eurodeputato Nicola Procaccini, l’ambasciatore italiano a Tirana Fabrizio Bucci, l’onorevole Sara Kelany, il moderatore e vicedirettore di Libero Fausto Carioti

Migranti, il modello dell’accordo con l’Albania

Ecco perché accordi come quello con l’Albania e quello che Giorgia Meloni si appresta a stipulare in Egitto domenica sono fondamentali, si ripete più volte durante il convegno. La presidente del Consiglio sarà al Cairo a fianco della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per aggiungere un altro tassello di quel Piano Mattei che consiste nello scambio positivo di interessi per aiutare le economie dei paesi africani a svilupparsi affinché vengano meno le ragioni per emigrare. «Non è xenofobia», chiosa Procaccini, «ma solidarietà: è il “diritto a non emigrare” di cui hanno parlato anche diversi Pontefici».

Il memorandum tra Ue ed Egitto è simile a quello portato avanti in Tunisia dal governo Meloni, e che è stato criticato dalla sinistra perché fatto con un paese che non rispetta tutti i diritti umani. Un’obiezione corretta ma capziosa, dato che, come spiegava proprio a Tempi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, «senza le risorse del prestito i diritti saranno ancora meno rispettati. È un circolo da spezzare, perché è ideologico, non tiene conto che Tunisia non è il Canton Ticino, e che l’interlocutore non ha esattamente il profilo della superiora delle suore marcelline».

Migranti. Piantedosi: «Implementati i corridoi umanitari»

Accordi che, sottolineava ancora ieri il ministro Piantedosi, iniziano a dare i primi frutti: dall’inizio dell’anno sono sbarcati in Italia circa 6.500 migranti, nello stesso periodo l’anno scorso erano già oltre diciannovemila. «Stiamo implementando i corridoi umanitari come mai successo nella storia italiana», ha detto il ministro, evidenziando che «marzo si appresta a essere il sesto mese di fila in cui registrano una diminuzione dell’arrivo di migranti in Italia rispetto allo scorso anno». La cooperazione con la Costa D’Avorio, ha aggiunto Piantedosi, ha fatto sì che ci siano molti meno arrivi da quel paese, così come dalla Tunisia, che finora ha bloccato quasi ventimila partenze: «Questo vuol dire anche meno morti in mare, che per me sono sempre un doppio dolore, e sono l’apice della dimostrazione che i flussi migratori non si gestiscono così».

Giorgia Meloni, aveva detto poco prima Procaccini, «non ha scelto la strada più facile per governare l’immigrazione: poteva fare azioni eclatanti, ordinare respingimenti o mettere il filo spinato ai confini come hanno fatto alcuni paesi non certo governati dalla destra in Europa, ma non l’ha fatto. Ha costruito un piano fatto di tasselli, una soluzione strutturale».

Il fondamentale accordo con l’Egitto

Ecco perché l’appuntamento di domenica al Cairo è fondamentale: scrive Monica Guerzoni sul Corriere che «l’obiettivo («ambizioso») di Meloni è «scrivere una nuova pagina» nei rapporti con l’Africa e la premier riconosce che l’Italia può essere pioniera, ma «non può fare da sola». Nove le Nazioni individuate per avviare il progetto: Algeria, Congo, Costa d’Avorio, Egitto, Etiopia, Kenya, Marocco, Mozambico e Tunisia».

Le intese che Meloni firmerà con il presidente egiziano Al Sisi non riguardano soltanto i migranti, ma anche i settori della salute, del sostegno alle imprese e degli investimenti. A Roma e Bruxelles sanno quando l’Egitto sia decisivo per la stabilità e la sicurezza della regione nordafricana e per la sicurezza energetica. L’Egitto «si candida a essere uno dei più grandi riferimenti dell’Ue dal punto di vista energetico», ha concluso ieri Piantedosi. Non solo per l’enorme potenziale nel campo delle energie rinnovabili, ma anche per via di Zohr, il più grande giacimento di gas naturale scoperto ad oggi nel Mediterraneo.

QOSHE - Le idee del governo Meloni per gestire i flussi migratori - Piero Vietti
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Le idee del governo Meloni per gestire i flussi migratori

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16.03.2024
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi (foto Ansa)

La notizia del congelamento del Decreto Cutro e dell’accordo sui migranti con l’Albania è fortemente esagerata. Hanno provato a raccontarla così alcuni giornali ieri – “La Corte Ue congela il decreto Cutro e l’accordo Roma-Tirana”, titolava in prima pagina Repubblica – ma il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha spiegato che «la decisione della Corte di giustizia Ue non boccia l’accordo con l’Albania, ma certifica semmai che siamo sulla strada giusta», aggiungendo che «nelle more del giudizio siamo disponibili a rivedere la norma sulla cauzione per i migranti, che ci pare l’unico dubbio sollevato».

La Corte di giustizia Ue non ha congelato il Decreto Cutro

Piantedosi lo ha detto intervenendo ieri a un convegno organizzato a Roma dai gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia sull’accordo tra Roma e Tirana come “nuovo modello di cooperazione per la gestione dei flussi migratori”. A confermare le parole del ministro era stato poco prima il costituzionalista Mario Esposito, ordinario presso l’Università del Salento e la LUISS, che ha definito «inesattezza» la tesi secondo cui la decisione della Corte di giustizia Ue di non procedere con urgenza per giudicare la compatibilità del Decreto Cutro con le leggi europee: «Non c’è alcun effetto di inibizione sul decreto Cutro né, men che meno, sull’accordo Italia-Albania».

Un accordo che, sottolinea nella sua introduzione l’onorevole........

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