«Il mondo cambia, importanti università pubbliche e private si attrezzano per raggiungere i propri studenti a distanza. Nell’era dello smart working, la domanda crescente sta affinando e qualificando l’offerta delle università digitali, oggi più che mai intese come fattore di riduzione delle diseguaglianze territoriali e sociali». Con queste parole, lo scorso 8 novembre il segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi, Andrea Cangini, ha presentato in Senato un rapporto dal titolo Le università digitali come fattore di riduzione delle disuguaglianze. Le università telematiche, un tempo considerate come opzione secondaria, sono ora sempre più riconosciute come un’alternativa per un’istruzione più flessibile e accessibile. Parliamo di realtà che hanno meno di vent’anni – l’Università degli Studi Guglielmo Marconi, prima in Italia, ne compie venti il mese prossimo – e che hanno cominciato a dare un contributo sociale importante al paese. «...

Contenuto riservato agli abbonati: abbonati per accedere.

Già abbonato? Accedi con le tue credenziali:

QOSHE - In un’era smart ci vuole (anche) una smart education - Piero Vietti
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

In un’era smart ci vuole (anche) una smart education

6 0
01.02.2024

«Il mondo cambia, importanti università pubbliche e private si attrezzano per raggiungere i propri studenti a distanza. Nell’era dello smart working, la domanda crescente sta affinando e qualificando l’offerta delle università digitali, oggi più che mai........

© Tempi

Get it on Google Play