Una elaborazione grafico di come il Big Ring (in blu) e il Giant Arc (in rosso) apparirebbero nel cielo (Fonte dell’immagine: Stellarium)

Mentre sulla Terra riusciamo a ingigantire problemi piccoli, nel cielo ne abbiamo appena scoperto uno molto grande. Alexia Lopez, PhD student dell’Università del Lancashire, assieme a un team ha identificato quasi per caso due incredibili strutture composte da innumerevoli galassie e che si estendono per oltre 3 miliardi di anni luce: il Big Ring e il Giant Arc, così grandi da mettere in crisi l’intera natura del cosmo.

L’Anello, l’Arco e l’universo

Da decenni sembra ormai assodato che tutto ciò che si trova nell’universo si debba distribuire in modo uniforme: non siamo in una posizione privilegiata e qualsiasi altro osservatore in qualsiasi altra parte dell’universo vedrebbe le stesse strutture su larga scala. Oggetti come per esempio il Big Ring non hanno ragione di esistere. Punto. Come se avessimo scoperto che Sanremo in realtà si trova in Alabama. O come prendere una brioche vuota e trovarci dentro la crema, e tanta anche.

Il cosmo è un posto molto grande. Non è infinito come spesso si sente dire ma ha una fine. E se le osservazioni hanno dimostrato che la Terra non è al centro del Sistema Solare, che il Sole non è al centro della Via Lattea e che quest’ultima non è la più grande tra le galassie, non possiamo escludere a priori di vivere in prossimità del centro dell’universo e in ogni caso – come la storia ci ha insegnato – manteniamo un low profile perché l’umiltà prima di tutto.

L’universo e il Principio Cosmologico

D’altra parte ci è impossibile osservare tutto l’universo e non possiamo verificare di essere o meno al centro. Dobbiamo usare un paio di concetti alla base della cosmologia: uno è l’isotropia e l’altro omogeneità. L’isotropia è la proprietà per cui non esiste una direzione privilegiata o speciale: la superficie di una sfera è isotropa perché tutte le direzioni sono equivalenti mentre quella di un cilindro no. Infatti esiste una direzione lunga parallela all’asse del cilindro e una direzione corta intorno all’asse.

Omogeneità è la proprietà per cui non esiste un luogo privilegiato: omogeneo significa indistinguibile dagli altri. La superficie di una sfera è omogenea mentre quella di un cubo no; gli spigoli per esempio sono differenti dai punti posti sulle facce. I concetti di isotropia e omogeneità sono combinati nel Principio Cosmologico, principio che dice sostanzialmente che tutti i punti e le direzioni nell’universo sono equivalenti e tutte le proprietà fisiche sono le stesse: osservatori posti in punti diversi dell’universo osserverebbero lo stesso panorama.

Leggi anche:

«Tutto comincia da qui». La foto di gruppo scattata da James Webb

Perché è importante la foto del buco nero Sagittarius A*

A un passo dal Big Bang. Abbiamo trovato la stella del mattino, la più lontana

Storia della Grande Parete, prima del Grande Anello

Per verificare come l’universo sia sempre quello in tutte le direzioni bisogna esaminare le sue proprietà su grande scala e cioè la distribuzione di tutte le galassie osservabili. Processo molto lungo che dipende dalla tecnologia e dagli strumenti che si hanno. La soluzione migliore è quella di ricostruire mappe tridimensionali del cosmo, come avvenuto nel 1986 e nel 1989, quando un gruppo di astronomi degli Stati Uniti pubblicò un grandissimo risultato: una mappa con più di 1.000 galassie evidenziando in modo inequivocabile l’esistenza di strutture ben più estese dei singoli ammassi di galassie.

Rappresentazione assonometrica della Grande Parete (immagine di Pablo Carlos Budassi)

Quel cosmo, quello stesso cosmo osservato dagli albori dell’umanità appariva per la prima volta come una spugna: le galassie si dispongono in lunghi filamenti lasciando nello spazio delle regioni vuote con estensioni di molte decine di milioni di anni luce. La parte più incredibile di questa prima mappa fu la scoperta di un’imponente struttura cosmica chiamata Grande Parete: si allungava per almeno 700 milioni di anni luce e la sua estensione rimaneva ignota. La presenza della Grande Parete e l’incertezza sulla sua estensione alimentò già nel 1986 il sospetto che il Principio Cosmologico potesse essere violato. Nei primi anni Novanta venne pubblicata una nuova mappa, questa volta con 26.400 galassie ma senza la Grande Parete. Nel luglio del 2016 sono stati pubblicati i dati di un altro studio relativo a 1.2 milioni di galassie e anche qui fu trovata una parete di un miliardo di anni luce.

È ora di rivoluzionare le basi della cosmologia moderna?

Tra grandi pareti, grandi anelli e archi giganti, a oggi sono sette le strutture che contraddicono l’uniformità e la ripetitività del cosmo su larga scala. Sicuramente non possiamo continuare a ignorare queste evidenze, forse dovremo rivoluzionare le basi su cui si fonda la cosmologia moderna o dover ammettere di essere in punto privilegiato oppure in un punto della periferia dell’universo.

In passato la storia ci ha insegnato come spesso cambiare prospettiva o stravolgere le teorie più in voga permetta all’umanità di fare salti di conoscenza impensabili. Per il momento, in attesa di nuove scoperte che ribaltino il principio cosmologico, il mio nuovo slogan sarà: “pensati isotropo”.

QOSHE - Che fa quell’Anello in cielo? - Paolo Galati
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Che fa quell’Anello in cielo?

5 1
21.01.2024
Una elaborazione grafico di come il Big Ring (in blu) e il Giant Arc (in rosso) apparirebbero nel cielo (Fonte dell’immagine: Stellarium)

Mentre sulla Terra riusciamo a ingigantire problemi piccoli, nel cielo ne abbiamo appena scoperto uno molto grande. Alexia Lopez, PhD student dell’Università del Lancashire, assieme a un team ha identificato quasi per caso due incredibili strutture composte da innumerevoli galassie e che si estendono per oltre 3 miliardi di anni luce: il Big Ring e il Giant Arc, così grandi da mettere in crisi l’intera natura del cosmo.

L’Anello, l’Arco e l’universo

Da decenni sembra ormai assodato che tutto ciò che si trova nell’universo si debba distribuire in modo uniforme: non siamo in una posizione privilegiata e qualsiasi altro osservatore in qualsiasi altra parte dell’universo vedrebbe le stesse strutture su larga scala. Oggetti come per esempio il Big Ring non hanno ragione di esistere. Punto. Come se avessimo scoperto che Sanremo in realtà si trova in Alabama. O come prendere una brioche vuota e trovarci dentro la crema, e tanta anche.

Il cosmo è un posto molto grande. Non è infinito come spesso si sente dire ma ha una fine. E se le osservazioni hanno dimostrato che la Terra non è al centro del Sistema Solare, che il Sole non è al centro della Via Lattea e che quest’ultima non è la più grande tra le........

© Tempi


Get it on Google Play