Arras, i funerali del prof. Dominique Bernard, ucciso da un ex studente radicalizzato. Sono sempre di più i docenti che si autocensurano dopo essere stati minacciati di fare la fine di Samuel Paty, decapitato per avere mostrato in classe le vignette di Charlie Hebdo (foto Ansa) @media only screen and (min-width: 501px) { .align_atf_banner{ float:left; } }

Parigi. Dalla morte di Samuel Paty, il professore di storia e geografia di Conflans-Sainte-Honorine decapitato nell’ottobre 2020 da un jihadista ceceno, la scuola francese non è più la stessa e la paura di rappresaglie islamiste è sempre più diffusa.

L’ultimo fenomeno di autocensura si è consumato in una cittadina del dipartimento dell’Ardèche, a Privas, dove un insegnante ha deciso di annullare la proiezione di Persepolis della regista iraniana e fumettista Marjane Satrapi, film che racconta la conquista dell’Iran da parte dei fondamentalisti islamici attraverso gli occhi di una ragazzina.

Annullato Persepolis: «Non siamo al riparo da un fanatico»

In un primo momento, come giustificazione, era stato evocato un problema di agenda. Poi, progressivamente, è emersa la verità: la proiezione di Persepolis al cinema Le Vivarais è stata annullata per paura di attentati. È il direttore della sala di Privas ad aver raccontato nel dettaglio l’episodio, trascrivendo le parole del professore all’origine della rinuncia nell’ultimo numero della rivista del suo cinematografo. «In seguito a quanto accaduto ad Arras (lo scorso 13 ottobre, Dominique Bernard, professore di lettere del liceo Gambetta, è stato ucciso da un ex studente radicalizzato di origini cecene, ndr) e per via dell’attuale contesto pieno di tensioni, ho deciso di annullare la proiezione di Persepolis. Il giorno della nostra formazione su questo film, ho spiegato le mie paure in merito all’idea di proiettarlo: non siamo al riparo da un fanatico, sapendo che 150 famiglie sono state informate di questa iniziativa», si legge nell’editoriale.

E ancora: «Terribile coincidenza: uscendo dalla formazione che si stava svolgendo quel giorno, siamo venuti a sapere che c’era stata un attentato. Fra i miei studenti, ho una giovane musulmana che fa regolarmente riferimento ad Allah nei suoi compiti in classe, anche quando i temi non si prestano a tali riferimenti. Abbiamo diversi allievi di confessione islamica che potrebbero reagire male o dare un brutto feedback alle loro famiglie. Alcune domande e reazioni potrebbero mettermi in imbarazzo di ritorno dalla proiezione, e persino mettermi in pericolo».

I prof vivono «nel terrore di essere il prossimo Paty»

La paura di azionare una macchina infernale alimentata dai social network, come quella che ha portato alla morte di Paty, ha paralizzato l’ennesimo professore. Per Georges Lafaye de Micheaux, direttore di due licei cattolici a Privas, l’autocensura su Persepolis è triste ma necessaria in questo momento. «È triste il fatto di essere obbligati a fare attenzione alle cose che si possono dire e a come si possono dire perché certi elementi, decontestualizzati, possono essere interpretati in maniera sbagliata», ha dichiarato ai microfoni di Europe 1 Georges Lafaye de Micheaux. «Ciò rappresenta un problema per la nostra libertà d’espressione e la nostra libertà di pensare. Ma capisco totalmente l’insegnante che ha fatto un passo indietro: camminiamo sulle uova e non riusciamo più a gestire le interpretazioni degli uni e degli altri. Bisogna stare attenti anche a non provocare e a essere prudenti», ha aggiunto il direttore dei due licei cattolici.

Le sue parole sono il simbolo di una resa, di un malessere che coinvolge l’intero sistema dell’Éducation nationale, e che era già stato messo in luce da un’inchiesta dell’Ifop del dicembre 2022. Secondo lo studio dell’istituto sondaggistico, più della metà degli insegnanti si sono già autocensurati per evitare incidenti su tematiche religiose, soprattutto quando si tratta di islam. Prima dell’assassinio di Samuel Paty la percentuale era del 36 per cento. Come evidenziato dall’inchiesta, le pressioni verso i professori sono ancor più forti nelle cosiddette «zone di educazioni prioritaria», dove la percentuale di studenti di confessione islamica è particolarmente elevata. Lì, in quelli che Georges Bensoussan ha chiamato «i territori perduti della République», è il 65 per cento dei professori a vivere nel terrore di essere i prossimi Paty.

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Tra i professori francesi dilaga la paura di essere «il prossimo Samuel Paty»

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04.01.2024
Arras, i funerali del prof. Dominique Bernard, ucciso da un ex studente radicalizzato. Sono sempre di più i docenti che si autocensurano dopo essere stati minacciati di fare la fine di Samuel Paty, decapitato per avere mostrato in classe le vignette di Charlie Hebdo (foto Ansa) @media only screen and (min-width: 501px) { .align_atf_banner{ float:left; } }

Parigi. Dalla morte di Samuel Paty, il professore di storia e geografia di Conflans-Sainte-Honorine decapitato nell’ottobre 2020 da un jihadista ceceno, la scuola francese non è più la stessa e la paura di rappresaglie islamiste è sempre più diffusa.

L’ultimo fenomeno di autocensura si è consumato in una cittadina del dipartimento dell’Ardèche, a Privas, dove un insegnante ha deciso di annullare la proiezione di Persepolis della regista iraniana e fumettista Marjane Satrapi, film che racconta la conquista dell’Iran da parte dei fondamentalisti islamici attraverso gli occhi di una ragazzina.

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In un primo momento, come giustificazione, era stato evocato un problema di agenda. Poi, progressivamente, è........

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