Quasi nove donne su dieci hanno dichiarato di essere state vittime di molestie, aggressioni sessuali o di stupri nei trasporti pubblici parigini (foto Ansa) @media only screen and (min-width: 501px) { .align_atf_banner{ float:left; } }

Parigi. Quasi nove donne su dieci hanno dichiarato di essere state vittime di molestie, aggressioni sessuali o di stupri nei trasporti pubblici parigini, secondo le cifre diramate di recente del ministero della Transizione ecologica francese. Cifre drammatiche che confermano l’esistenza di una vera e propria emergenza securitaria.

Ma per lottare contro questa piaga, la Ratp, ossia l’azienda che gestisce il servizio di trasporti nella capitale, ha avuto un’idea che la dice lunga sullo stato della società francese: creare una serie di “safe space”, ossia spazi sicuri, all’interno delle stazioni della metropolitana parigina, per permettere alle donne di sfuggire ai molestatori.

Parigi si inventa i safe space contro le molestie

Il primo safe space è stato aperto l’11 dicembre scorso alla stazione di Auber, all’interno di un negozio Relay. Ed entro il 2024 saranno trenta in totale. «Si può chiedere aiuto in caso di molestie di strada, di sentimento di insicurezza o di aggressione», ha dichiarato a BfmTv Pauline Vanderquand, cofondatrice dell’applicazione Umay che, tra le altre cose, raggruppa i “safe space” presenti a Parigi. L’utente che scarica l’app ha la possibilità di geolocalizzarsi e di trovare lo spazio sicuro più vicino a lui.

A una quindicina di giorni dall’apertura del primo spazio anti molestie, ci sono già stati più di dieci casi. «Siamo quasi a una vittima al giorno», ha riportato Pauline Vanderquand. Il personale del negozio Relay è stato formato per l’accoglienza delle vittime, a «rassicurare e dare informazioni alla persona» che è stata aggredita, ha aggiunto la cofondatrice di Umay.

Manifestazione a Parigi in solidarietà degli immigrati (foto Ansa)

Guai a dire che i molestatori sono stranieri

Sandrine Charnoz, responsabile del piano di lotta contro le violenze sessuali e sessiste presso la Ratp, ha spiegato sempre a BfmTv che l’introduzione di safe space nel metrò parigino è complementare al lavoro dei funzionari della società di trasporti. «Tutte le persone devono sapere che possono presentarsi da qualsiasi agente Ratp, e in particolare dai nostri agenti nelle stazioni del treno e del metrò, ma anche da un autista di autobus o da un controllore», ha sottolineato Sandrine Charnoz.

Ma l’iniziativa lanciata dalla Ratp, sotto la pressione di una certa gauche e del mondo femminista, è soltanto un palliativo, un modo per evitare il vero problema, ossia le derive della società multiculturale che hanno portato a un’impennata delle violenze, commesse in gran parte da cittadini provenienti da culture e sensibilità allogene. Secondo i dati del ministero dell’Interno, e non di un istituto sondaggistico “sovranista”, nel 2022 il 69 per cento dei furti, delle violenze fisiche e sessuali nei trasporti comuni dell’Ile-de-France, la regione parigina, sono stati commessi da cittadini stranieri: tra questi, il 52 per cento è di origini africane.

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A confermare la predominanza di aggressori di origini extraeuropee, aspetto che la sinistra e le femministe imbevute di ideologia terzomondista fanno di tutto per nascondere, è stato anche un agente della cosiddetta “brigade anti-frotteurs”, ossia la brigata che stana coloro che approfittano delle ore di punta per aggredire sessualmente le donne. «Sono concentrati nella parte nord della rete, nelle linee 2, 4 e 13. Attraversano i settori più criminogeni di Parigi e dove ci sono comunque parecchi turisti. Anche se ci sono stati alcuni europei e un cinese, in dieci anni che faccio queste mestiere la stragrande maggioranza degli aggressori che ho fermato sono di origini maghrebine», ha dichiarato al Figaro l’agente della brigata.

È la voce della realtà quotidiana, quella che i benpensanti fanno finta di non vedere, per non “stigmatizzare” una certa popolazione. La filosofia dei “safe space” assomiglia molto a quella di Caroline de Haas, fondatrice del movimento femminista Osez le féminisme, che nel 2017, per contrastare le molestie sessuali del quartiere multietnico della Chapelle-Pajol, dove le donne sono pressoché in via di estinzione perché intimorite dall’idea di farsi anche solo una passeggiata, propose di «allargare i marciapiedi» (sic).

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Safe space, la risposta terzomondista di Parigi al problema delle molestie

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14.01.2024
Quasi nove donne su dieci hanno dichiarato di essere state vittime di molestie, aggressioni sessuali o di stupri nei trasporti pubblici parigini (foto Ansa) @media only screen and (min-width: 501px) { .align_atf_banner{ float:left; } }

Parigi. Quasi nove donne su dieci hanno dichiarato di essere state vittime di molestie, aggressioni sessuali o di stupri nei trasporti pubblici parigini, secondo le cifre diramate di recente del ministero della Transizione ecologica francese. Cifre drammatiche che confermano l’esistenza di una vera e propria emergenza securitaria.

Ma per lottare contro questa piaga, la Ratp, ossia l’azienda che gestisce il servizio di trasporti nella capitale, ha avuto un’idea che la dice lunga sullo stato della società francese: creare una serie di “safe space”, ossia spazi sicuri, all’interno delle stazioni della metropolitana parigina, per permettere alle donne di sfuggire ai molestatori.

Parigi si inventa i safe space contro le molestie

Il primo safe space è stato aperto l’11 dicembre scorso alla stazione di Auber, all’interno di un negozio Relay. Ed entro il 2024 saranno trenta in totale. «Si può chiedere aiuto in caso di molestie di strada, di sentimento di insicurezza o di aggressione», ha dichiarato a BfmTv Pauline........

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