Una delle chiese bruciate dai musulmani e ricostruite dal governo a Jaranwala, in Pakistan @media only screen and (min-width: 501px) { .align_atf_banner{ float:left; } }

«È giusto invocare che sia fatta piena giustizia. Ma bisogna anche riconoscere che il governo del Punjab si è speso in modo sincero ed efficace per tutti i cristiani di Jaranwala». Dichiara così a Tempi Paul Bhatti, fratello di Shahbaz – il ministro cattolico assassinato in Pakistan il 2 marzo 2011 – e presidente della onlus Missione Shahbaz Bhatti. Il chirurgo ed ex ministro ha collaborato con le autorità del Punjab in prima persona per assicurarsi che i cristiani venissero aiutati e risarciti dopo le terribili violenze del 16 agosto 2023. Per questo, pur riconoscendo che la giustizia sta incontrando degli ostacoli, soprattutto per quanto riguarda il processo ai colpevoli delle violenze, come notato qualche giorno fa dal presidente della Corte suprema pakistana, Qazi Faez Isa, ci tiene a sottolineare i passi avanti fatti.

Le false accuse di blasfemia contro i cristiani

Le violenze che hanno portato una folla di musulmani a bruciare 26 chiese e decine di case nella città del distretto di Faisalabad sono partite da false accuse di blasfemia. «Non sappiamo chi ha fabbricato le accuse, ma centinaia di musulmani sono stati chiamati a raccolta dagli altoparlanti delle moschee e poi si sono scagliati contro la comunità cristiana», spiega Paul Bhatti.

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Per fortuna, i cristiani sono riusciti a scappare in tempo e «nessuno è rimasto ferito o ucciso», ma la gente «ha dovuto dormire in mezzo ai campi, è stato terribile». Anche la polizia è stata colta di sorpresa e davanti alla folla inferocita «non è riuscita a intervenire adeguatamente e a fermarla prima che potesse dare alle fiamme chiese a case».

«Tutte le chiese sono state ricostruite»

Dopo l’incidente, il Chief Minister del Punjab, Syed Mohsin Raza Naqvi, si è messo in moto per aiutare i cristiani. «Innanzitutto hanno promesso di riparare o ricostruire tutte le chiese e le case bruciate, stanziando fondi ingenti», sottolinea Bhatti. «E oggi possiamo dire con soddisfazione che tutte le chiese sono state ricostruite e tutti i cristiani sono stati risarciti». Non solo, continua, «il governo ha stanziato dei fondi per ricomprare tutte le Bibbie e i rosari bruciati e distrutti».

L’intervento del governo, spiega l’ex ministro, che con la onlus Missione Shahbaz Bhatti ha partecipato al risarcimento delle famiglie colpite, non va sottovalutato, «soprattutto in un momento in cui il Pakistan è lacerato e impoverito dalla divisione, dal terrorismo e dall’estremismo».

Anche la comunità islamica locale ha preso le distanze dagli estremisti e dai facinorosi, invocando l’intervento del governo a favore dei cristiani, condannando le violenze in televisione e offrendo ai cristiani di pregare nelle moschee fino alla riapertura delle chiese. «La reazione della comunità musulmana locale è stata positiva e inattesa», insiste Bhatti.

I segnali di speranza in Pakistan

Sul fronte delle indagini per individuare i colpevoli delle violenze restano dei problemi, come racconta l’ex ministro. «Sono stato in Pakistan per parlare con le forze dell’ordine. Sono state arrestate più di 150 persone, ma per il sistema giudiziario non è semplice condannarle. In molti casi, infatti, i cristiani per paura o dietro compenso si rifiutano di testimoniare contro i violenti».

In un contesto in cui i cristiani sono discriminati e trattati come cittadini di serie B, prosegue Bhatti, è fondamentale mettere sotto la luce dei riflettori gli episodi virtuosi: «I cristiani hanno sempre contribuito positivamente alla costruzione del Pakistan e dobbiamo continuare a lavorare per cercare di portare armonia e pace a questo paese diviso e martoriato».

L’atteggiamento del governo e della comunità musulmana, conclude l’ex ministro, «ci fa essere fiduciosi che simili attacchi non si verificheranno più».

@LeoneGrotti

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Pakistan. «Il governo ha ricostruito le chiese e le case dei cristiani»

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20.02.2024
Una delle chiese bruciate dai musulmani e ricostruite dal governo a Jaranwala, in Pakistan @media only screen and (min-width: 501px) { .align_atf_banner{ float:left; } }

«È giusto invocare che sia fatta piena giustizia. Ma bisogna anche riconoscere che il governo del Punjab si è speso in modo sincero ed efficace per tutti i cristiani di Jaranwala». Dichiara così a Tempi Paul Bhatti, fratello di Shahbaz – il ministro cattolico assassinato in Pakistan il 2 marzo 2011 – e presidente della onlus Missione Shahbaz Bhatti. Il chirurgo ed ex ministro ha collaborato con le autorità del Punjab in prima persona per assicurarsi che i cristiani venissero aiutati e risarciti dopo le terribili violenze del 16 agosto 2023. Per questo, pur riconoscendo che la giustizia sta incontrando degli ostacoli, soprattutto per quanto riguarda il processo ai colpevoli delle violenze, come notato qualche giorno fa dal presidente della Corte suprema pakistana, Qazi Faez Isa, ci tiene a sottolineare i passi avanti fatti.

Le false accuse di blasfemia........

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