Leggo con interesse la newsletter “Cinema Fortunato”. Vorrei esprimere un desiderio: sarebbe possibile averne una simile riguardante libri interessanti e piacevoli? Grazie.

Elda Spotti email

Fortunato è un asso. e, in effetti, visto anche il successo delle nostre newsletter, l’idea di una newsletter dedicata ai libri era venuta anche a noi.

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Egregio direttore, c’è una bella notizia: una coppia di genitori ha contattato un CAV del territorio per rendersi disponibile ad accogliere il piccolo Lorenzo. Come sappiamo, a Villanova Canavese nel gelo di gennaio una mamma disperata (o chi per essa) ha abbandonato il proprio piccolo presso un cassonetto. Salvato in extremis da persone di buon cuore, Lorenzo rappresenta la vittoria della vita (la mamma ha scelto di non abortirlo e questo è già un gesto di coraggio) e della generosità di chi ha ancora ben chiaro che è il bambino ad avere il diritto di vivere e non la mamma quello di ucciderlo e, in quanto mamma, di “suicidarsi”. Si può tentare di stravolgere la natura e l’umanità convinti che non debbano esistere limiti all’autodeterminazione (persino del proprio sesso) e al “diritto” di utilizzare l’aborto come anticoncezionale. Ma la mamma che decide di non abortire, scelta oggi sempre più rara, e tuttavia non accede alle soluzioni alternative che avrebbero permesso a lei di partorire nell’anonimato e alla sua creatura di trovare rapidamente una famiglia (le procedure per l’adozione sono in tali casi molto più rapide) ci conferma di quanto siano sconosciute ai più le misure per tutelare la maternità messe in atto sia dalle leggi nazionali e locali che dai tanti organismi del Terzo settore e gruppi di volontariato.

La Regione Piemonte ha promosso diverse iniziative istituendo ad esempio il Fondo “Vita nascente” con progetti per accompagnare le donne e i loro bambini nei primi 1000 giorni di vita. Esperti del Terzo settore e cittadini volontari, appunto, iscritti negli elenchi approvati dalle Asl e individuati dalla Regione tramite appositi bandi, forniscono ascolto e consulenza, sostegno psicologico ed economico (compresi contributi per le spese di locazione e per il pagamento di utenze) e beni di prima necessità. Ad agosto 2023 è stata siglata una convenzione tra la Regione, la Federazione del Movimento per la Vita (FederViPa) e l’ospedale Sant’Anna di Torino per aprire una “stanza dell’ascolto” dedicata al sostegno delle donne in gravidanza e per consentire loro la conoscenza di tutte le forme di aiuto che sono previste, ma evidentemente non sufficientemente note, al fine di maturare una decisione pienamente consapevole.

Altra iniziativa diffusa in Italia, e che avrebbe potuto accogliere Lorenzo senza metterne a repentaglio la vita, sono le “culle per la vita” presenti presso ospedali e vari centri di accoglienza, istituiti dal Movimento per la Vita, ma anche parrocchie. In Italia di culle ne esistono 57 di cui 5 in Piemonte: Asti, Biella, Casale Monferrato, Giaveno (To), Torino.

Accanto agli enti benemeriti già citati occorre ricordare anche Federvita Piemonte, organo federativo dei Movimenti per la Vita del Piemonte, dei Centri aiuto Vita e delle Case d’accoglienza in Piemonte e Valle d’Aosta. Oltre a promuovere, attraverso conferenze e convegni destinati anche ai giovani, una cultura consapevole e rispettosa della vita umana dal concepimento naturale alla morte naturale, nel rispetto di ogni persona e di ogni tappa della vita, Federvita propone anche lo “Zainetto per la vita”: 200 euro al mese per 12 mesi o 2400 euro in unica soluzione, destinati alle mamme in grave difficoltà economica. Infine il “Progetto Gemma” nato per mettere in collegamento le mamme più bisognose con tutti coloro che desiderano aiutarle: chi aderisce al progetto praticamente “adotta” una mamma e il suo bambino per 18 mesi (gli ultimi sei mesi di gravidanza e i primi 12 di vita del bambino) versando al Centro di aiuto alla Vita, che fa da intermediario, un contributo minimo mensile di 160 euro.

È evidente quanto queste cifre siano minime e decisamente inadeguate. Ben altro aiuto la collettività dovrebbe fornire per mettere in atto una decisiva svolta pro vita: le istituzioni dovrebbero sostenere la maternità in quanto risorsa indispensabile a salvaguardare la nostra società dall’estinzione e mantenere un accettabile livello di welfare, benessere dei cittadini, a livello di sanità, scuola, pensioni. Per combattere decisamente e radicalmente la piaga dell’aborto occorre sostenere la maternità in modo radicale.

Se la mamma di Lorenzo avesse potuto disporre di un Reddito di Maternità, vale a dire una indennità mensile di 1000 Euro per i primi 8 anni di vita di Lorenzo, scegliendo, cosa che ha fatto, non solo di metterlo al mondo ma anche di tenerselo tra le sue braccia, credete che l’avrebbe abbandonato? Si susseguono campagne di informazione per rilanciare la cultura della vita: dalla recente raccolta firme per promuovere proposte di legge di iniziativa popolare come un “Cuore che batte” (106.000 firme raccolte in 6 mesi in tutta Italia) ad un’altra appena inaugurata “Una firma per la vita”, promossa da un comitato spontaneo di cittadini, che mira a frenare decisamente ogni propensione alla morte, dall’aborto al suicidio assistito, con l’intento di sostenere i sofferenti (mamme in attesa, anziani, malati, disabili) e le loro famiglie. Tutte quelle categorie che invece la cultura della morte vorrebbe eliminare per ridurre le spese pubbliche e toglierli di mezzo attraverso una vera e propria mattanza di Stato. I fondi necessari per il reddito di maternità e il sostegno alla disabilità grave, quantificati in 5 miliardi annui, sarebbero facilmente reperibili prelevandoli dai 13 previsti dall’innalzamento delle spese per armamenti e difesa militare.

Nell’Europa orientale, per citare un esempio, nella Russia di Putin da anni è stato istituito il Capitale di maternità. Negli USA anche quest’anno alla recente Marcia per la Vita di Washington hanno sfilato migliaia di giovani. Innegabilmente, grazie all’amministrazione Trump e alle decisioni della Corte Suprema, che ha annullato la sentenza Roe vs Wade che sanciva il diritto all’aborto fino alla 24a settimana, ovunque in tutti gli USA la cultura della Vita è stata rilanciata potentemente. In un solo anno ci sono stati 60.000 nati in più e nel Texas gli aborti da oltre 50.000 si sono ridotti a 34.

Anche in Italia occorre resistere e favorire in ogni forma la cultura della Vita. Ci auguriamo che la vicenda di Lorenzo e della famiglia che è intenzionata ad accoglierlo sia davvero di buon auspicio per il nostro Paese sempre più desolato, ma ancora solido grazie alle sue radici. La nascita di un bambino può cambiare le sorti di una nazione, come quelle dell’umanità intera. Occorre scegliere ed aiutare a scegliere.

Cristina Zaccanti email

C’è un popolo della vita, operoso e silenzioso, che ogni giorno si dà da fare perché nessuna mamma sia lasciata sola. Sul numero di Tempi di febbraio ne parleremo approfonditamente. La nostra Caterina Giojelli ha trascorso qualche giornata in un Cav.

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29.01.2024

Leggo con interesse la newsletter “Cinema Fortunato”. Vorrei esprimere un desiderio: sarebbe possibile averne una simile riguardante libri interessanti e piacevoli? Grazie.

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Fortunato è un asso. e, in effetti, visto anche il successo delle nostre newsletter, l’idea di una newsletter dedicata ai libri era venuta anche a noi.

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Egregio direttore, c’è una bella notizia: una coppia di genitori ha contattato un CAV del territorio per rendersi disponibile ad accogliere il piccolo Lorenzo. Come sappiamo, a Villanova Canavese nel gelo di gennaio una mamma disperata (o chi per essa) ha abbandonato il proprio piccolo presso un cassonetto. Salvato in extremis da persone di buon cuore, Lorenzo rappresenta la vittoria della vita (la mamma ha scelto di non abortirlo e questo è già un gesto di coraggio) e della generosità di chi ha ancora ben chiaro che è il bambino ad avere il diritto di vivere e non la mamma quello di ucciderlo e, in quanto mamma, di “suicidarsi”. Si può tentare di stravolgere la natura e l’umanità convinti che non debbano esistere limiti all’autodeterminazione (persino del proprio sesso) e al “diritto” di utilizzare l’aborto come anticoncezionale. Ma la mamma che decide di non abortire, scelta oggi sempre più rara, e tuttavia non accede alle soluzioni alternative che avrebbero permesso a lei di partorire nell’anonimato e alla sua creatura di trovare rapidamente una famiglia (le procedure per l’adozione sono in tali casi molto più rapide) ci conferma di quanto siano sconosciute ai più le misure per tutelare la maternità messe in atto sia dalle leggi nazionali e locali che dai tanti organismi del Terzo settore e gruppi di volontariato.

La Regione Piemonte ha promosso diverse........

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