Alessandro Pellegrini, coordinatore Camera del lavoro Cgil Ruvo di Puglia

Qualche settimana fa, nel corso della presentazione del progetto “Oltre la precarietà“, ciclo di talk/dibattiti organizzato da Cgil Bari per indagare sulle nuove precarietà, sono stati diffusi i “numeri” sull’occupazione nell’Area Metropolitana di Bari su dati dell’Anpal (dal 1° marzo sostituita da “Sviluppo e lavoro”, l’agenzia ministeriale che svolgerà “un ruolo propulsivo, articolato e profondo per lo sviluppo e l’attuazione delle politiche attive nazionali e regionali”).

Ne è emerso un quadro sconfortante: solo l’8% dei contratti sono a tempo indeterminato, appena 22mila sui 280mila firmati lo scorso anno.

Ne abbiamo parlato, facendo un focus sulla nostra città, con Alessandro Pellegrini, coordinatore della Camera del lavoro Cgil di Ruvo di Puglia.

«L’allarme sui contratti precari – spiega Pellegrini – indica una tendenza preoccupante nel mercato del lavoro, dove sempre più lavoratori sono impiegati in forme contrattuali instabili e poco sicure. Questi contratti precari spesso mancano di protezioni lavorative e possono contribuire a una crescente insicurezza economica e sociale per i lavoratori. Affrontare questa problematica richiede politiche pubbliche mirate e un impegno da parte dei datori di lavoro per garantire condizioni di lavoro più stabili e dignitose per tutti i dipendenti. Viviamo in un’epoca in cui l’orizzonte appare incerto, se non addirittura turbolento, con la persistenza di guerre, disastri ambientali, epidemie e crisi economiche, una serie di rischi e incertezze che si aggiungono al proprio percorso personale.

Nella Camera del Lavoro di Ruvo intercettiamo diverse buste paga che possono dimostrare quanto il lavoro “povero” sia diffuso: solo una piccolissima percentuale di lavoratori firma un contratto a tempo indeterminato.

Il lavoro precario rende più debole il lavoratore sia sul piano contrattuale che sul piano della sicurezza. La stessa sicurezza è percepita come un costo e lo stesso lavoratore che vive in condizioni di ricatto con un reddito a qualunque condizione non ha voce per reclamare. A farne le spese maggiormente sono le donne e giovani.

Per farle un esempio, da noi si è rivolto un lavoratore che ha avuto una brutta sorpresa nella propria busta paga: pur di non corrispondergli lo stipendio interamente, gli hanno attribuito, senza alcun fondamento, “assenze ingiustificate”. Alle sue rimostranze, il datore di lavoro ha fatto intendere che poteva lasciare il posto di lavoro, “tanto c’è la fila dietro la porta”. Come sono da condannare anche le retribuzioni parzialmente in nero o a 2 euro l’ora».

E questo è tanto più grave in un periodo in cui l’ inflazione è aumentata, erodendo il potere di acquisto: sembra che il covid abbia fatto da spartiacque , esiste un prima e un dopo.

Ogni giorno si percepisce una condizione di sofferenza di cittadini e famiglie perché anche la risposta del pubblico in termini di servizi è inadeguata, dalla sanità ai trasporti, alla scuola. Siamo passati dal mantra ripetuto della razionalizzazione del taglio agli sprechi passando da una logica di ” mors tua – vita mea”, chiudendo reparti. A oggi non è rimasto nulla da tagliare se non l’esistenza stessa del Servizio sanitario nazionale.

Questo credo sia il momento di definire ciò di cui abbiamo veramente bisogno per continuare a vivere e per ciò cui vale la pena lottare anziché correre al riarmo».

martedì 5 Marzo 2024

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amenduni francesco

20 ore fa

si dovrebbe scrivere un libro di poesie sull’argomento. è l’unica soluzione.

2

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Filipponio

2 ore fa

Rispondi a amenduni francesco

O un romanzo horror.

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Precariato, Alessandro Pellegrini: «Situazione sconfortante a Ruvo di Puglia»

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06.03.2024
Alessandro Pellegrini, coordinatore Camera del lavoro Cgil Ruvo di Puglia

Qualche settimana fa, nel corso della presentazione del progetto “Oltre la precarietà“, ciclo di talk/dibattiti organizzato da Cgil Bari per indagare sulle nuove precarietà, sono stati diffusi i “numeri” sull’occupazione nell’Area Metropolitana di Bari su dati dell’Anpal (dal 1° marzo sostituita da “Sviluppo e lavoro”, l’agenzia ministeriale che svolgerà “un ruolo propulsivo, articolato e profondo per lo sviluppo e l’attuazione delle politiche attive nazionali e regionali”).

Ne è emerso un quadro sconfortante: solo l’8% dei contratti sono a tempo indeterminato, appena 22mila sui 280mila firmati lo scorso anno.

Ne abbiamo parlato, facendo un focus sulla nostra città, con Alessandro Pellegrini, coordinatore della Camera del lavoro Cgil di Ruvo di Puglia.

«L’allarme sui contratti precari – spiega Pellegrini – indica una tendenza preoccupante nel mercato del lavoro, dove sempre più lavoratori sono impiegati in forme contrattuali instabili e poco sicure. Questi contratti precari spesso mancano di protezioni lavorative e possono contribuire a una crescente insicurezza economica e sociale per i lavoratori. Affrontare questa problematica richiede politiche pubbliche mirate e un impegno da parte dei datori di lavoro per garantire condizioni di lavoro più stabili e dignitose per tutti i dipendenti. Viviamo in un’epoca in cui l’orizzonte........

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