Tutti in piazza. Massì. La sinistra prova a rianimarsi convocando oggi un’adunata che è diventata un eterogeneo contenitore protestatario senza molto senso. Indetta inizialmente per contestare la Manovra economica del Governo, la manifestazione in programma a Roma si è trasformata in un lungo elenco di rivendicazioni molto diverse tra loro, ma accomunate dal velleitarismo. Da ultimo, Elly Schlein ha aggiunto finanche il conflitto tra Israele e Hamas per cercare di mobilitare pure i pacifisti. È il solito copione, la storia antica di una sinistra eternamente uguale a se stessa: poteva sottrarsi ella, cioè Elly, a questo film sempre in bilico tra sceneggiatura e sceneggiata? Certo che no. Non lo hanno fatto i leader cosiddetti riformisti che l’hanno preceduta, figurarsi una segretaria movimentista e di sinistra-sinistra come lei. Nelle scorse settimane lo spettro di un flop era apparso abbastanza concreto, fino a mettere in allarme lo stesso Pd. Per questo, di fronte al rischio di un insuccesso non più solo nelle urne ma anche nelle piazze, si è deciso di suonare tutti i tasti possibili in grado di chiamare a raccolta il popolo di sinistra. Compreso quello della pace in Palestina, col rischio che filo-islamici e centri sociali s’infiltrino e urlino slogan o facciano azioni che mettano in grave imbarazzo il Nazareno. Il punto vero, però, è che la piattaforma della manifestazione che oggi porterà in piazza i militanti dem è un manifesto senza né capo né coda: si spazia dal no al premierato all’Iva sui pannolini, dalla sanità alla guerra in Medio Oriente, dal salario minimo all’ambiente. Insomma, un guazzabuglio eterogeneo che pare lo specchio della confusione massimalista che ormai alberga a sinistra da molto tempo. Reduce dalla figuraccia con il premier socialista albanese, Edi Rama, sul tema dell’immigrazione, Schlein appare una leader senza bussola che avanza a tentoni. Vedremo oggi come andrà a finire, ma l’impressione che fin d’ora se ne può ricavare è quella dell’ennesima occasione persa. Nel senso che il Pd ha l’esigenza di fare chiarezza, indicare ai suoi elettori una strategia definitiva, disegnare la traiettoria di un partito da tempo allo sbando e alla ricerca di una direzione di marcia precisa. Perché il punto vero è che si fa fatica a capire che cosa propongano i dem. Spesso in questi mesi Schlein è stata accusata di fare discorsi un po’ vuoti, di esercitarsi in concetti astratti, di non decidere sulle questioni più spinose e divisive. Ebbene, la piattaforma della manifestazione di oggi, con il suo arcobaleno protestario, sembra fatta apposta per prolungare quest’ambiguità, continuando a tenere i nodi ben aggrovigliati invece di scioglierli. Il tutto appare un insieme confuso di pretese che fanno il paio con quelle di Maurizio Landini e compagni, basate sostanzialmente sulla richiesta di una maggiore spesa pubblica. Ovviamente stando bene attenti a non dire mai da dove vanno presi i soldi per finanziarla. Il segretario della Cgil darà certamente una mano oggi a riempire piazza del Popolo, ma sa bene che in questo momento è lui il soggetto politicamente forte a sinistra. Schlein ha bisogno di Landini (e del suo potente apparato organizzativo) più di quanto lui abbia bisogno di lei. Tuttavia, Landini gioca per sé e ha l’ambizione di collocare la Cgil ritagliandosi una posizione-chiave nel variopinto schieramento anti-Meloni. Non ha alcuna intenzione di fare un partito, ovviamente, ma visto il tramonto della centralità novecentesca del lavoro intende ricavare per il sindacato rosso un ruolo diverso, ponendolo al centro della galassia del sociale e del disagio. Pescando così nello stesso bacino del Pd. Alla lunga per Schlein, già alle prese con la competizione a sinistra di Giuseppe Conte, potrebbe rivelarsi un ulteriore problema. Correre affannosamente appresso a due radicalismi, quello politico dei Cinque Stelle da lato e quello sindacale della Cgil dall’altro, potrebbe essere troppo. Anche per una movimentista.

QOSHE - Il Pd porta in piazza la propria confusione - Vincenzo Nardiello
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Il Pd porta in piazza la propria confusione

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11.11.2023

Tutti in piazza. Massì. La sinistra prova a rianimarsi convocando oggi un’adunata che è diventata un eterogeneo contenitore protestatario senza molto senso. Indetta inizialmente per contestare la Manovra economica del Governo, la manifestazione in programma a Roma si è trasformata in un lungo elenco di rivendicazioni molto diverse tra loro, ma accomunate dal velleitarismo. Da ultimo, Elly Schlein ha aggiunto finanche il conflitto tra Israele e Hamas per cercare di mobilitare pure i pacifisti. È il solito copione, la storia antica di una sinistra eternamente uguale a se stessa: poteva sottrarsi ella, cioè Elly, a questo film sempre in bilico tra sceneggiatura e sceneggiata? Certo che no. Non lo hanno fatto i leader cosiddetti riformisti che l’hanno preceduta, figurarsi una segretaria movimentista e di sinistra-sinistra come lei. Nelle scorse settimane lo spettro di un flop era apparso abbastanza concreto, fino a mettere in allarme lo stesso Pd. Per questo, di fronte al rischio di un........

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