I mandanti non bastano: vanno scovati i destinatari
Una sola cosa è esclusa: che si sia trattato di un incidente. L’allarmata e allarmante audizione davanti alla commissione Antimafia del procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, ha chiarito molte cose. La più importante delle quali è la gigantesca dimensione della vicenda degli accessi abusivi alle banche dati a disposizione della Procura nazionale antimafia: oltre 10mila “interrogazioni” e più di 33.500 file scaricati - contenenti informazioni sensibili - sono numeri sconvolgenti. A metterci il carico da novanta, poi, è stato lo stesso Cantone quando si è chiesto in maniera retorica: «Questo numero di atti scaricati che fine ha fatto? Quante di queste informazioni possono essere utili anche ai Servizi stranieri?». Sono domande a cui si spera che la Procura alla fine riesca a dare una risposta, ma non è detto. Qui non si tratta di dati trafugati da qualche hacker, ma di una spregiudicata attività di agenzia dentro le istituzioni. Insomma, più passano i giorni più appare chiaro........
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