Un solo programma per le elezioni europee: confederazione. È l’unica possibilità per provare a difendersi dal caos. Se non si affronta subito questo nodo, se non s’imbocca la strada netta e chiara di un’Europa solidale e confederale, l’alternativa resterà l’irrilevanza geopolitica e geostrategica del Vecchio Continente. Si tratta innanzitutto di prendere atto che il modello sul quale l’Europa è nata e cresciuta è definitivamente tramontato: la difesa militare affidata agli Stati Uniti, l’energia a basso costo dalla Russia ed esportazioni sostanzialmente al riparo dalla concorrenza extra-Ue sono condizioni che non esistono più. Insomma, la storia, rimessasi tragicamente in moto in seguito al riesplodere del conflitto Usa-Russia, ha cancellato i fondamentali dello sviluppo europeo. Di conseguenza o questi saranno ridefiniti, oppure “Europa” resterà solo il nome di un grande mercato. All’appuntamento con la storia del 24 febbraio 2022, l’invasione russa dell’Ucraina, l’Ue si è presentata senza una politica estera e una difesa comuni, quasi totalmente dipendente sul piano energetico e delle materie prime, con catene del valore troppo lunghe e in buona parte delocalizzate, impreparata e divisa sulla tempistica delle sanzioni. Se tutto ciò è accaduto è perché il totem ideologico della globalizzazione ha generato il drammatico errore dell’allargamento a 27, nell’irenistica convinzione che Stati profondamente diversi si sarebbero uniformati meccanicamente in conseguenza dell’unificazione dei mercati. Ma la storia non è una catena commerciale. Il processo d’integrazione ha messo al centro la moneta e la finanza al posto dei popoli; ha puntato a livellare le identità anziché valorizzarle, producendo l’esito opposto a quello cui gli ingegneri sociali del Super-Stato europeo avevano puntato: tutte le Nazioni, a cominciare da Germania e Francia, oggi antepongono gli interessi strategici e politici nazionali a quelli dell’Unione europea. È una sorta di sovranismo diffuso, di cui il nuovo Patto di Stabilità è la cornice regolatoria più appropriata perché traduzione della diffidenza reciproca che anima gli uni contro gli altri. Una strategia disastrosa. L’Ue ha abbracciato l’agenda politica globalista, immigrazionista, pacifista, ultra-ambientalista e arcobaleno imposta dei suoi falsi padrini all’insegna del mito del progresso garantito. Salvo scoprire che quei temi l’hanno resa sempre più irrilevante al cospetto delle terribili sfide strategiche che abbiamo di fronte. Al contrario, è indispensabile che il Vecchio continente recuperi la strategia di Charles de Gaulle dell’Europa delle Patrie. L’Europa è necessaria perché gli Stati nazionali da soli sono irrilevanti nel contesto della nuova guerra globale che si combatte, ma non può essere solo regole e zero virgola. L’Unione europea deve diventare un vero spazio politico democratico e occuparsi ma sul serio di politica estera, migranti, difesa, sicurezza dei confini esterni, energia e mercato unico. Tutto questo dev’essere il terreno d’incontro sul quale innervare una nuova governance per prendere decisioni comuni, ispirate dai valori che non possono che essere quelli delle radici classiche e cristiane che i falsi padrini di Bruxelles hanno ripudiato. Il resto al netto della politica monetaria e di ciò che ne consegue, ovviamente va lasciato ai singoli Stati nazionali. Questa visione conservatrice dell’Europa come comunità di Nazioni è la naturale cornice politica, culturale e valoriale dentro la quale costruire la nuova alleanza tra popolari e conservatori che è l’unica in grado di provare ad imprimere la svolta di cui c’è urgente bisogno. Nella consapevolezza che solo con un’Europa forte gli Stati europei potranno essere forti. Da un lato c’è l’unità imposta e forzata di tipo “imperiale-finanziario” che conosciamo, dall’altro la necessità di più sussidiarietà e più solidarietà. Questo nodo va sciolto. La speranza è che a farlo siano le prossime elezioni.

QOSHE - Conservatori e popolari uniti per l’Europa confederale - Vincenzo Nardiello
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Conservatori e popolari uniti per l’Europa confederale

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20.01.2024

Un solo programma per le elezioni europee: confederazione. È l’unica possibilità per provare a difendersi dal caos. Se non si affronta subito questo nodo, se non s’imbocca la strada netta e chiara di un’Europa solidale e confederale, l’alternativa resterà l’irrilevanza geopolitica e geostrategica del Vecchio Continente. Si tratta innanzitutto di prendere atto che il modello sul quale l’Europa è nata e cresciuta è definitivamente tramontato: la difesa militare affidata agli Stati Uniti, l’energia a basso costo dalla Russia ed esportazioni sostanzialmente al riparo dalla concorrenza extra-Ue sono condizioni che non esistono più. Insomma, la storia, rimessasi tragicamente in moto in seguito al riesplodere del conflitto Usa-Russia, ha cancellato i fondamentali dello sviluppo europeo. Di conseguenza o questi saranno ridefiniti, oppure “Europa” resterà solo il nome di un grande mercato. All’appuntamento con la storia del 24 febbraio 2022, l’invasione russa dell’Ucraina, l’Ue........

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