A nessuno. La telenovela di Elly Schlein non interessa a nessuno. Si candiderà alle elezioni europee o non si candiderà? Chi lo sa? In verità il romanzo della presenza in lista della segretaria del Pd non sarebbe granché degno di nota, se non fosse che appare come rivelatore, una sorta di cartina di tornasole, di tutto quello che in questo momento si muove (si fa per dire) all’interno dei dem. Cioè nulla. L’immobilismo parolaio sembra essere diventato la cifra del partito. Eppure, con l’arrivo della giovane Schlein sulla tolda di comando del Nazareno era stato preconizzato un partito movimentista e barricadero, massimalista e sempre più spostato a sinistra. Lo spostamento indubbiamente si è realizzato, ma è stato più che altro un passo di lato. Quanto alla capacità d’imporre dei temi, o anche solo d’incunearsi tra le contraddizioni degli avversari, siamo davvero molto, molto lontani da quello che in tanti speravano o temevano, a seconda dei punti di vista. Impressiona come i democratici si agitino tanto per restare però sostanzialmente fermi al punto di partenza. Come se fossero tutti su un gigantesco tapis roulant a bruciare energie alla fiera del nulla, a cominciare dalla ridicola tiritera sull’antifascismo, che a sinistra sembra proprio destinata a non avere mai fine. Tutto fa brodo: dai saluti romani a un calendario dell’Esercito, non si stancano di gridare a un inesistente pericolo fascista che ormai non riesce più a mobilitare nemmeno i loro elettori. Si sono stufati finanche i frequentatori abituali delle feste dell’Unità. Figuriamoci gli altri, che infatti stanno irrimediabilmente abbandonando la ditta. Un partito così, in bilico tra la paralisi indotta dai veti interni e le discussioni sul niente, non fa male solo alla sinistra: fa male alla democrazia nel suo complesso, che per funzionare in maniera sana ha bisogno di due gambe. Quella della destra c’è, è solida e forte, ma l’altra è sempre più claudicante e rende l’intero confronto politico zoppo e totalmente sbilanciato. Una sinistra ridotta così è essa stessa un pericolo per la democrazia, perché la Polis democratica si regge sulla possibilità di una contrapposizione paritaria tra le differenze e soprattutto sull’alternanza. Quando quest’ultima viene meno, la democrazia diventa sempre più una contesa di potere per il potere che allontana i cittadini. Se la disputa nella maggioranza per la conquista dei candidati alle Regionali è così smaccatamente spietata, se Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani non temono di portare alla luce del sole le loro divisioni beh, è perché sanno di poterselo permettere in quanto il cosiddetto “campo largo” non tocca palla. Ma se il centrodestra crea al suo interno l’opposizione a se stesso, finisce per recitare due parti in commedia che sviliscono la democrazia. Il Pd appare sempre più arroccato attorno a un elenco di problemi che ripete come un rosario, senza proporre lo straccio di una soluzione credibile. Quell’universo confuso composto da eredi della filiera PciPds-Ds e cattolici di sinistra, quell’«amalgama mal riuscito», per dirla con il celebre epitaffio di Massimo D’Alema, tra evoluzioni, diserzioni, abbandoni e acrobazie varie sembra essere giunto al capolinea. Insomma, la notizia della morte del Pd sarà pure fortemente esagerata, ma il partito non sembra avere più alcuna spinta propulsiva. Lo dimostra anche il conclave dei deputati a Gubbio, dove gli argomenti più gettonati restano il duello tv Schlein-Meloni e ancora una volta l’opportunità che la segretaria scenda in campo o meno alle Europee. Tuttavia, se l’attenzione spasmodica è tutta per il dilemma della candidatura di Schlein, è perché nei corridoi del Nazareno ormai s’iniziano ad affilare i coltelli. C’è già chi immagina che Elly, la grande novità che doveva rivoluzionare il partito e regalargli una nuova vita, possa uscire di scena a giugno o poco dopo. L’irrilevanza della sinistra comporta un sistema senza alternanza. È questo il vero pericolo per la democrazia. Altro che fascismo.

QOSHE - È l’irrilevanza del Pd il vero pericolo per la democrazia - Vincenzo Nardiello
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

È l’irrilevanza del Pd il vero pericolo per la democrazia

8 0
20.01.2024

A nessuno. La telenovela di Elly Schlein non interessa a nessuno. Si candiderà alle elezioni europee o non si candiderà? Chi lo sa? In verità il romanzo della presenza in lista della segretaria del Pd non sarebbe granché degno di nota, se non fosse che appare come rivelatore, una sorta di cartina di tornasole, di tutto quello che in questo momento si muove (si fa per dire) all’interno dei dem. Cioè nulla. L’immobilismo parolaio sembra essere diventato la cifra del partito. Eppure, con l’arrivo della giovane Schlein sulla tolda di comando del Nazareno era stato preconizzato un partito movimentista e barricadero, massimalista e sempre più spostato a sinistra. Lo spostamento indubbiamente si è realizzato, ma è stato più che altro un passo di lato. Quanto alla capacità d’imporre dei temi, o anche solo d’incunearsi tra le contraddizioni degli avversari, siamo davvero molto, molto lontani da quello che in tanti speravano o temevano, a seconda dei punti di vista. Impressiona come i democratici si........

© Roma


Get it on Google Play