Più che i consensi, nell'opposizione crescono gli aspiranti leader. La conferenza stampa di fine o inizio d'anno, fate voi, ha confermato che a destra tutto è chiaro: la Meloni va bene a tutti; la sinistra dopo l'intemerata contro il governo di centrodestra e la sua manovra finanziaria, del consigliere della Corte dei Conti, Degni, “Potevamo farli sbavare dalla rabbia” ha fatto poker. E se fossi al posto di Schlein, Conte e Landini, che da oltre un anno, si battono per quel ruolo, comincerei a preoccuparmi anche di lui. Anzi, soprattutto di lui. L'”aulicità” dei toni, con i quali si è “presentato” non lasciano dubbi, sulla sua discesa in campo. Al di là dello “sbavamento” il professore Degni, infatti, non ha scaricato le colpe sui compagni di cordata dell'opposizione, accusandoli di “aver perso un'occasione”, ma si è assunto direttamente una parte (che in pratica non ha) di responsabilità nella sconfitta entrando a gamba tesa nella partita. “C'erano ha detto le condizioni per l'ostruzionismo e per costringere il governo all'esercizio provvisorio”. E “potevamo farli sbavare di rabbia – ha aggiunto sulla cosiddetta manovra blindata e gli abbiamo invece fatto recitare Marinetti”. Già. Ma, al di là della parte che Meloni e il Cdm hanno recitato, nell'occasione, personalmente, ritengo che di certo, da esperto di finanza pubblica, il professore Degni quando ha dettato queste “summe”, sapesse bene cosa avrebbe significato per un Paese come il nostro che i suoi amici di sinistra, in 50 anni e più di sprechi e mal governo, hanno ridotto allo sfascio e in brache di tela con un debito pubblico da far paura – andare in esercizio provvisorio. Durante il quale non si possono adottare variazioni di bilancio ma, al contrario, ci si deve limitare soltanto alla gestione delle operazioni di ordinaria amministrazione. Con il rischio del collasso economico e della perdita di affidabilità dell’Italia per gli investitori stranieri e i vertici Ue, nascosti dietro l'engolo. Per caso, era questo che voleva, l'uomo di Gentiloni che da Premier lo indicò nel 2017 quale consigliere tecnico della Corte dei Conti? Possibile, visto che ormai è chiaro a tutti che l'anti-italianità fa parte del bagaglio culturale che ispira la nostra sinistra. Bagaglio che nel nominarlo nessuno deve avergli chiesto di smettere. Ciò non toglie che essendo la Corte Conti organo di rilevanza costituzionale con funzioni di controllo sui conti pubblici, i suoi componenti essendo consiglieri tecnici e non magistrati spesso sono parte e non terzi. Ciò nondimeno, però dovrebbero mostrare rispetto nei confronti del governo eletto dal popolo, chiunque lo guidi. Contestandolo se del caso, ma rispettandolo. Di questo, però, la sinistra non pare particolarmente convinta. Tant'è che anche stavolta ha girato la testa dall'altra parte, tacendo del resto questa del silenzio in occasione delle offese all'esecutivo quando a governare non sono loro, è una scelta strategica. La verità è che Schlein & c. continuano a “sbavare” per il perduto amore (leggi: il potere) ma ambiscono ritornarvi, il prima possibile, ma senza elezione. Perché hanno paura delle urne temendo che questa strada almeno per il momento gli sia preclusa. Non a caso, l'unica volta che ci hanno provato (dopo 11 anni di governi tecnici voluti da Napolitano e Mattarella) nel 2022 sono usciti con le ossa rotte. Mentre l'esecutivo Meloni ha ancora numeri, consensi e sondaggi saldamente dalla sua parte. Sicché, nella speranza di riuscire o almeno provarci a cambiare le carte in tavola, hanno sciolto lupi, cani, gatti neri, gufi, e civette, fra cui il suaccennato professore Degni, e, con lui, il fior fiore di vecchi e intramontabili dinosauri della politica italiana: Amato (per la prima volta ha mollato qualcosa: commissione IA, ma non la trincea), Prodi, Colombo, la Saraceno e mandarini garanti dello status quo. E li sta mandando in giro per tv e media cartacei a delegittimare la maggioranza, ignorando totalmente la realtà del Paese che stando all'Istat ed Eurostat sta bene, grazie al reddito delle famiglie che sale, l'inflazione che scende al minimo europeo, le tasse che calano, e a “narrare” che, con il governo Meloni tutto, va male, ma tanto e così male che peggio non si potrebbe. Purtroppo, come diceva Sainte Beuve “Le bugie sono come i mestrui: bisogna rispettarne il ciclo”. E, comunque, non è detto che gli italiani ci credano.

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Sinistra: calano i consensi ma si moltiplicano i leader

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07.01.2024

Più che i consensi, nell'opposizione crescono gli aspiranti leader. La conferenza stampa di fine o inizio d'anno, fate voi, ha confermato che a destra tutto è chiaro: la Meloni va bene a tutti; la sinistra dopo l'intemerata contro il governo di centrodestra e la sua manovra finanziaria, del consigliere della Corte dei Conti, Degni, “Potevamo farli sbavare dalla rabbia” ha fatto poker. E se fossi al posto di Schlein, Conte e Landini, che da oltre un anno, si battono per quel ruolo, comincerei a preoccuparmi anche di lui. Anzi, soprattutto di lui. L'”aulicità” dei toni, con i quali si è “presentato” non lasciano dubbi, sulla sua discesa in campo. Al di là dello “sbavamento” il professore Degni, infatti, non ha scaricato le colpe sui compagni di cordata dell'opposizione, accusandoli di “aver perso un'occasione”, ma si è assunto direttamente una parte (che in pratica non ha) di responsabilità nella sconfitta entrando a gamba tesa nella partita. “C'erano ha detto le condizioni per l'ostruzionismo e per costringere il governo all'esercizio provvisorio”. E “potevamo farli........

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