Parte oggi, dalla Sardegna, la corsa a tappe per il rinnovo delle giunte di 5 regioni, poi Abruzzo, Basilicata, Piemonte (insieme alle europee), Umbria a ottobre; 3.700 comuni, di cui 6 capoluoghi di regione (Bari, Cagliari, Campobasso, Firenze, Perugia e Potenza) e 27 capoluoghi di provincia. Un tour elettorale, quindi, di notevole importanza che toccherà il culmine con le elezioni europee l'8 e il 9 giugno. Se ne deduce, per tanto, che rappresenta un test di portata nazionale per il governo Meloni. Non saranno, quindi, 310 giorni molto tranquilli. Non lo sono stati finora. Non lo saranno da domani in poi. Nè per la maggioranza che pure si appresta ai nastri di partenza in buona forma. Tant'è che anche la “falco” tedesca, Schnabel, economista e membro del comitato esecutivo della Bce, giovedì alla Bocconi ha lodato e promosso l'Italia su spread, tassi e crescita economica. Il tutto certificato da documenti e slide esplicativi. Di più, ha prospettive di legislatura e si è presentata all'appuntamente di chiusura “campagna”, per il “fratello d'Italia” Truzzu, sindaco di Cagliari, con un comizio unitario, forte della presenza di tutti i leader: Meloni, Salvini, Tajani e Lupi. Nè per Pd e M5s che, sostengono, insieme la “quasi” grillina Todde che, però, ha rifiutato l'appuntamento finale con Schneil e Conte, perché è “una partita tutta sarda”. Forse, non voleva rinchiudersi in un mercatino delle pulci e fare spazio a chiacchiere e promesse inutili e vuoto a perdere. Le interessa la Sardegna non la riduzione a 32 ore di lavoro settimanali con costo a spese dello Stato, proposto da Giuseppi. Un progetto che prevede un periodo sperimentale di un triennio, una spesa annua di 250 milioni per un totale di 750. Dopodiché, l'Inps non accoglierebbe altre richieste. Naturalmente, però, anche se poi fosse cancellato, i buchi in bilancio resterebbero. Come per l'Ecobonus 110%. Un follia che fa il paio con la paranoica denuncia per mancanza di trasparenza del trio lescano: Bonelli, Fratoianni e Schneil col silenzio-assenso di Landini (d'accordo, anche con le 32 ore di Conte) contro la costruzione del Ponte sullo “Stretto” sperando di bloccarne, con le toghe, la realizzazione. Mandando all'aria opportunità d' impiego per 50mila persone l'anno per 7 anni e 12 miliardi d'investimento. Accusano la società che dvrebbe costruirlo di avergli “nascosto” importanti documenti di valutazione dell'opera. Mi chiedo, però: l'avesse fatto, avrebbero rinuncianto all'esposto? Purtroppo, non è più tempo di favole. E checchè ne dica l'opposizione – per la quale, dal “no” in commissione affari costituzionali alla proroga del terzo mandato, a rimetterci sarebbe stato il centrodestra ad uscire con le ossa rotta da questo voto sono stati proprio loro. I sindaci dem se la sono presa con il partito che “non li sostiene” e Bonaccini ha sottolineato che cosi si “richia l'unità del partito". Domanda: con De Luca, che alla ricerca del terzo mandato, fa barricate contro di loro, si è irto a capopopolo, per aizzare il Sud contro il Nord e sputa veleno e offese anche volgari contro la Meloni e il Governo e, ancora, continua a farlo, sostenendo di potersi candidare a dispetto della bocciatura della proroga finora lo sono stati? Di contro, Meloni e la maggioranza hanno dimostrato di evere le idee chiare. Prima del voto in commissione avevano precisato trattarsi di un voto senza conseguenze sulla stabilità politica e deciso che il governo attraverso il proprio rappresentante in commissione, ministro Ciriani – non si sarebbe espresso contro l'emendamento della Lega delegando la scelta ai senatori e lo hanno fatto. Salvando, così, il “no” di FdI e FI, senza mettere in discussione la qualità della proposta leghista. Ebbene, poiché “la politica è l'arte del possibile”: bisogna saper vincere, riconoscendo le ragioni dell'altro e non pretendere ogni volta di stravincere. E' la Democrazia, signori! E vale per tutti. Anche per lo sceriffo! Intanto, a Roma si è svolta la prima riunione della cabina di regia della Zes Unica Meridionale voluta dal Ministro per la coesione Fitto e dall'esecutivo Meloni, per “la definizione di un piano stragico su cui declinare la politica di sviluppo per massimizzare la competitività dell'intero Mezzogiorno, riconoscendo uguali chances a tutti i territori del Sud”. Che solo unito dal Garigliano al Capo Passero potrà non essere più mezzo.

QOSHE - Comincia oggi in Sardegna la nuova stagione elettorale - Mimmo Della Corte
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Comincia oggi in Sardegna la nuova stagione elettorale

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25.02.2024

Parte oggi, dalla Sardegna, la corsa a tappe per il rinnovo delle giunte di 5 regioni, poi Abruzzo, Basilicata, Piemonte (insieme alle europee), Umbria a ottobre; 3.700 comuni, di cui 6 capoluoghi di regione (Bari, Cagliari, Campobasso, Firenze, Perugia e Potenza) e 27 capoluoghi di provincia. Un tour elettorale, quindi, di notevole importanza che toccherà il culmine con le elezioni europee l'8 e il 9 giugno. Se ne deduce, per tanto, che rappresenta un test di portata nazionale per il governo Meloni. Non saranno, quindi, 310 giorni molto tranquilli. Non lo sono stati finora. Non lo saranno da domani in poi. Nè per la maggioranza che pure si appresta ai nastri di partenza in buona forma. Tant'è che anche la “falco” tedesca, Schnabel, economista e membro del comitato esecutivo della Bce, giovedì alla Bocconi ha lodato e promosso l'Italia su spread, tassi e crescita economica. Il tutto certificato da documenti e slide esplicativi. Di più, ha prospettive di legislatura e si è presentata all'appuntamente di chiusura “campagna”, per il “fratello d'Italia” Truzzu, sindaco di Cagliari, con........

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