Si susseguono, in questo periodo, le manifestazioni di protesta dinanzi ai cancelli chiusi del parco Mascagna, al centro di numerose contestazioni per i lavori di riqualificazione, che si stanno risolvendo, almeno fino a questo momento, nella strage delle alberature presenti al punto che oramai si parla di "cimitero degli alberi". In occasione dell'ultima manifestazione era presente anche l'assessore comunale al verde, Santagada, al quale i presenti hanno posto una serie di quesiti. Come mai non è stato installato il cartello di cantiere, obbligatorio per legge, dal quale desumere i nomi della ditta incaricata, del progettista e del direttore dei lavori, dei responsabili del cantiere ma anche i tempi previsti per l'inizio e per la fine dei lavori con l'indicazione dell'importo oggetto dell'appalto? Perché, visto che le numerose alberature che si stanno abbattendo sarebbero, secondo il parere degli agronomi comunali, a rischio crollo, non si è proceduto per tempo a monitorarle e a curarle per evitarne l'abbattimento? Perché gli alberi abbattuti nel corso delle precedenti chiusure non solo stati poi sostituiti con nuove essenze arboree lasciando in sito le ceppaie? Domande che attendono risposte operative e non le solite promesse che poi non vengono mantenute. Intanto continua quella che si sta delineando come una vera e propria ecatombe delle specie arboree presenti nel parco in questione, le quali, in origine, erano 137 ma che erano state già decimate nel corso delle precedenti chiusure, in particolare nel 2018, quando il parco fu interdetto per diversi mesi a seguito della caduta di un albero. Sotto i colpi delle motoseghe è finito, di recente, anche l'albero, presente dalla creazione del parco, posto nell'emiciclo antistante l'ingresso su via Pacio Bertini, un albero bellissimo, molto ammirato, specialmente dai bambini, che, in apparenza, sembrava in perfette condizioni di salute, come peraltro tanti altri. Tutti gli alberi abbattuti oramai giacciano, con rami e tronchi ridotti a pezzi, accatastati all'interno del parco. È auspicabile che l'assessorato al verde faccia conoscere, in tempi rapidi e nel dettaglio, tempi e modalità dei lavori, con particolare riferimento all'abbattimento delle alberature presenti nel parco comunale. Anche al fine di garantire che, a differenza di quanto avvenuto in passato, non vengano poi lasciate in sito le sole ceppaie ma si proceda a piantare nuove essenze arboree al posto di tutte quelle eliminate, ripristinando se non addirittura aumentando il patrimonio arboreo originariamente presente. L'attuale assetto del parco, che ha un'estensione di circa 12.000 mq, vide la luce dopo lustri di attese, durante i quali una parte di esso venne utilizzata quale cantiere per i lavori del metrò collinare. Poi, finalmente, furono realizzati i lavori di sistemazione, con l’ampliamento e la recinzione dell’area a verde, effettuati dal Comune di Napoli attraverso un finanziamento di oltre un milione e mezzo di euro. In tempi più recenti il parco rimase chiuso per oltre otto mesi, tra le vivaci proteste dei cittadini, sfociate in petizioni e sit-in, per i lavori di messa in sicurezza di alcune alberature. Prima dell'attuale chiusura, avvenuta il 7 settembre scorso, privando soprattutto i bambini e le persone anziane dell'unico polmone di verde pubblico attrezzato a disposizione in un'area densamente abitata, posta a confine tra i quartieri del Vomero e dell'Arenella, il parco si trovava in pessime condizioni manutentive. Difatti molte delle aiuole erano ridotte a campi in terra battuta, brulle, senza un filo d’erba e senza piante e fiori, dal momento che nulla si era fatto negli anni per migliorare il manto erboso e per piantare nuove essenze. Tra gli altri, in pessime condizioni, versava pure il prato, nei pressi dell'ingresso su via Pacio Bertini, dove fu collocata l’opera d'arte in bronzo: “Pulcinella il dubbio dell’uovo”, realizzata nel 1996 dal maestro Lello Esposito. La scultura, ad altezza di bambino, originariamente aveva due manine che però nottetempo furono rubate, lasciando una cavità che l'autore decise di riempire con un cuore. Sullo stesso prato si trovava anche il roseto, nel frattempo scomparso - dove fu collocata anche una targa, da tempo nascosta dal fogliame e oramai del tutto illeggibile -, dedicato a Sergio De Simone, l’unico bambino italiano dei 20 che furono uccisi nella scuola di Bullenhuser Damm, nato a Napoli, nel quartiere Vomero.

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Napoli, parco Mascagna: il “cimitero degli alberi”

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04.12.2023

Si susseguono, in questo periodo, le manifestazioni di protesta dinanzi ai cancelli chiusi del parco Mascagna, al centro di numerose contestazioni per i lavori di riqualificazione, che si stanno risolvendo, almeno fino a questo momento, nella strage delle alberature presenti al punto che oramai si parla di "cimitero degli alberi". In occasione dell'ultima manifestazione era presente anche l'assessore comunale al verde, Santagada, al quale i presenti hanno posto una serie di quesiti. Come mai non è stato installato il cartello di cantiere, obbligatorio per legge, dal quale desumere i nomi della ditta incaricata, del progettista e del direttore dei lavori, dei responsabili del cantiere ma anche i tempi previsti per l'inizio e per la fine dei lavori con l'indicazione dell'importo oggetto dell'appalto? Perché, visto che le numerose alberature che si stanno abbattendo sarebbero, secondo il parere degli agronomi comunali, a rischio crollo, non si è proceduto per tempo a monitorarle e a curarle per evitarne l'abbattimento? Perché gli alberi abbattuti nel corso delle precedenti chiusure non solo stati poi sostituiti con........

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