Il Vomero, ex quartiere bene del capoluogo partenopeo, sta morendo, anzi, per certi aspetti, è già morto. I recenti eventi, alla ribalta delle cronache in questi giorni, con strade che sprofondano all'improvviso, con fabbricati sgomberati, esercizi commerciali chiusi e tante persone private di un servizio pubblico essenziale come l'acqua, rappresentano solo la punta di un iceberg che parla, in maniera inquietante, oltre che di degrado anche di totale abbandono da parte delle istituzioni a tanto preposte. Un linguaggio inaccettabile in un territorio di poco più di due chilometri quadrati, abitato da circa 48mila napoletani, con una densità abitativa pari dunque a 24mila abitanti a chilometro quadrato. Tanti, se solo si pensi che la densità abitativa media italiana è di poco superiore ai 200 abitanti a chilometro quadrato, meno di un centesimo di quella del Vomero, e che lo Stato più densamente popolato del mondo è Macao in Cina con poco più di 20mila abitanti a chilometro quadrato. Ma oramai i vomeresi vivono come tante monadi, ognuno per proprio conto, ignorando gli altri e ciò che accade intorno a loro. Sfiduciati ma anche incapaci di reagire alla malagestione amministrativa. Ci sono famiglie che abitano da lustri nei palazzi e non s’interessano neppure di sapere chi sono i loro vicini di pianerottolo. Lo sanno bene anche i ladri d’appartamento che agiscono indisturbati, grazie anche al silenzio di quanti avvertono i rumori e gli strani movimenti e, in molti casi, non fanno nulla per fare cogliere sul fatto i poco graditi visitatori. Lo sanno anche gli aggressori d’inermi passanti, molti dei quali giovani, bersagli delle famigerate baby gang, che imperversano da tempo nel quartiere, che possono contare sul fatto che difficilmente qualcuno interverrà a difendere i malcapitati. Vittime principali di questo stato di cose sono gli anziani, presenti in gran numero nel quartiere collinare, anche perché non è stata mai realizzata alcuna struttura pubblica al coperto ad essi destinata, per consentirgli d’incontrarsi e di socializzare. Persone in età avanzata che hanno fatto però la fortuna di tanti privati che, vista la mancanza di analoghe strutture pubbliche, hanno trasformato civili abitazioni in “case per anziani” dove vengono applicate rette mensili iperboliche per ospitarli in una cameretta. Al Vomero ce ne sono tantissime. Difatti, dai dati demografici pubblicati sul sito del Comune di Napoli, emerge che nell’ambito della Municipalità 5, costituita dai quartieri Vomero e Arenella, il rapporto percentuale tra la popolazione con 65 anni e più e quella con meno di 15 anni, il cosiddetto indice di vecchiaia, scelto quale indicatore sintetico del grado di invecchiamento della popolazione, risulta superiore a 100: nella Municipalità 5 è pari al 168,45, superiore al dato cittadino del 91,13, e, soprattutto, superiore a quello nazionale, pari al 131,4. A fronte di questo stato di cose si osserva il profondo cambiamento che il quartiere ha subito negli ultimi lustri, anche per la totale latitanza delle istituzioni preposte e per la mancanza di un’idonea quanto indispensabile programmazione. Scomparsi quasi del tutto i luoghi di aggregazione sociale, tra i quali la maggior parte delle sale cinematografie: l'Abadir, l'Ariston, il Bernini, il Colibrì e, per ultimo, l'Arcobaleno. Il tessuto commerciale, costituito da circa 1.600 esercizi a posto fisso, la maggior parte dei quali nati all'inizio del secolo scorso, con carattere familiare, tramandandosi da padre in figlio, ha subito un cambiamento epocale negli ultimi lustri, con la scomparsa delle "botteghe storiche". Chiuse molte librerie: Guida Merliani, l'Internazionale, la libreria Loffredo; sparito lo store FNAC con il forum che negli anni era diventato un vero e proprio punto di riferimento per giovani e meno giovani con i suoi appuntamenti culturali quotidiani. Inagibile da tempo immemore anche l'unica biblioteca comunale presente sul territorio, quella intitolata a Benedetto Croce, posta in via De Mura. Sono sorti invece come funghi, specialmente a seguito delle pedonalizzazione di alcuni tratti di strada tra via Scarlatti e via Luca Giordano, bar, ristoranti, pizzerie e sfizioserie che hanno trasformato l'antico quartiere dei broccoli in un mega fast food all'aperto. L'aspetto però più preoccupante resta purtroppo il fatto che questo stato di cose appare al momento del tutto irreversibile, anzi si aggrava ogni giorno di più, complice anche il degrado urbano, con strade trasformate, dalle sempre più frequenti buche e avvallamenti, in percorsi di guerra, con gli storici platani decimati dal cancro colorato e dal tingide, con cumuli di spazzatura e suppellettili lasciate per giorni sulle carreggiate, con le aiuole trasformate sovente in ricettacoli di rifiuti, mentre le erbacce crescono come selve lungo i marciapiedi e il parco Mascagna è chiuso da mesi, senza che si sappia quando finalmente verrà restituito alla fruizione dei tanti bambini e delle persone anziane che lo frequentavano. Nel frattempo cresce la paura per la mancanza di sicurezza, per i tanti episodi delinquenziali sovente alla ribalta delle cronache, nonostante l'impegno delle forze dell'ordine. Alla fine gli unici a gioire dell'attuale situazione sono delinquenti e malavitosi, organizzati e non, i quali, nel ventre molle del quartiere collinare che produce annualmente un notevole fatturato, determinato principalmente dalle tante attività commerciali, imprenditoriali e professionali presenti sul territorio, hanno costruito e consolidato le loro cospicue fortune, investite in attività illecite e per foraggiare la manovalanza, alimentata sovente da giovani leve che non trovano altro sbocco occupazionale.

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Il Vomero sprofonda ancora: un quartiere che sta morendo

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22.02.2024

Il Vomero, ex quartiere bene del capoluogo partenopeo, sta morendo, anzi, per certi aspetti, è già morto. I recenti eventi, alla ribalta delle cronache in questi giorni, con strade che sprofondano all'improvviso, con fabbricati sgomberati, esercizi commerciali chiusi e tante persone private di un servizio pubblico essenziale come l'acqua, rappresentano solo la punta di un iceberg che parla, in maniera inquietante, oltre che di degrado anche di totale abbandono da parte delle istituzioni a tanto preposte. Un linguaggio inaccettabile in un territorio di poco più di due chilometri quadrati, abitato da circa 48mila napoletani, con una densità abitativa pari dunque a 24mila abitanti a chilometro quadrato. Tanti, se solo si pensi che la densità abitativa media italiana è di poco superiore ai 200 abitanti a chilometro quadrato, meno di un centesimo di quella del Vomero, e che lo Stato più densamente popolato del mondo è Macao in Cina con poco più di 20mila abitanti a chilometro quadrato. Ma oramai i vomeresi vivono come tante monadi, ognuno per proprio conto, ignorando gli altri e ciò che accade intorno a loro. Sfiduciati ma anche incapaci di reagire alla malagestione amministrativa. Ci sono famiglie che abitano da lustri nei palazzi e non s’interessano neppure di sapere chi sono i loro vicini di pianerottolo. Lo sanno bene anche i ladri d’appartamento che agiscono indisturbati, grazie anche al silenzio di quanti........

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