Una “città perduta”? Ai numerosi participi passati di verbi non lusinghieri e privi di speranza, l’autorevole quotidiano economico-finanziario del nostro Paese “Sole 24 Ore” ne aggiunge ora un altro: la campanelliana “Città del sole”, come scrisse il filosofo calabro meridionale di Stilo, ha poche possibilità di rimettersi in piedi e imboccare la rinascita. Finora si erano alternate aggettivazioni del tipo: città sospesa, oppure liquida (disse Zygmunt Bauman), porosa (Walter Benjamin), immobile (Aldo Masullo), invisibile (Italo Calvino), ferma e prigioniera del luddismo (la paura di cambiare). E sì che pochi giorni fa, al biennio della sua presenza a Palazzo San Giacomo, il sindaco Gaetano Manfredi non ha esitato ad assegnarsi una “ottima sufficienza”, convinto che “Napoli non è più il grande malato d’Italia”.

IMPLACABILE DOCCIA FREDDA. Su entusiasmo e miopia degli amministratori comunali, si abbattono tante torrenziali “bombe d’acqua” quanti sono i parametri (novanta) presi in esame dai tecnici e studiosi del quotidiano milanese. Un quadro del tutto negativo. Non più mèta di richiamo, Napoli scende giù, tra le città italiane, di altre 7 posizioni finendo terz’ultima (105 esima) davanti alla siciliana Caltanissetta ed alla pugliese Foggia (patria dell’ex premier Giuseppe Conte ora allegramente leader dei 5Stelle che, a loro volta, brillano, sempre più, di meno).

RASSEGNA SENZA SCONTI. Si parte con la criminalità predatoria che dalle strade penetra fin dentro le case con truffe a danno soprattutto di anziani (da tempo la magistratura lancia l’allarme sollecitando più impegno delle forze dell’ordine senza escludere i Vigili urbani). I trasporti: si formano ogni giorno ingorghi a “croce uncinata” con perdite di ore lavorative e denaro per tutti; sui mezzi pubblici l’80 per cento degli utenti non pagano il biglietto: gli aumenti progressivi vanno a carico del 20 per cento che correttamente viaggia in regola. Emigrazione: crescono i diplomati e laureati che vanno via non per scelta, ma per disperata reazione alla mancanza di lavoro (Napoli e la Provincia in testa alla classifica per il reddito di cittadinanza che ha solo ampliato la sacca dell’assistenzialismo); ai giovani emigranti si aggiungono quanti non studiano e non trovano occupazione (sono il 32,5 contro la media nazionale del 18,5). Anche “Resto al Sud”, che doveva favorire l’imprenditoria giovanile, resta senza fondi. Così aumentano i poveri, denuncia la Svimez: l’esiguità dei redditi resta un punto di maggiore sofferenza.

SCADENTE QUALITÀ DI VITA. A parte che si vive di meno (media 80 anni contro gli 82 sul piano nazionale), i disagi più forti sono per le donne. Ecco la voce dell’arcivescovo Mimmo Battaglia: “Faticano più degli uomini a trovare lavoro e, quando lo trovano, debbono accontentarsi di stipendi che gridano vendetta”. La parità di genere pone Napoli all’ultimo posto in assoluto (107 esimo). Stefania Brancaccio, imprenditrice e cavaliere del lavoro, vede la via d’uscita solo in politiche di respiro nazionale. Intanto il Comune annuncia che metterà in campo i 7 milioni di un progetto (convegno 19-21 a Palazzo Fuga “per riequilibrare domanda e offerta”). Si spera che non sia un’altra occasione per fare un po' di clientelismo elettoralistico.

MANFREDI SI AGGRAPPA AL TURISMO. Il settore tira. ”Napoli piena di visitatori, diventata una destinazione non più di passaggio, ma dove la gente resta almeno 3 giorni e soprattutto ritorna. Siamo a titolo permanente fra le capitali europee più ambite e apprezzate”. Certo: a tanti francesi piace Napoli proprio per la “creatività del disordine”. Ma tedeschi, inglesi e americani bestemmiano quando vengono truffati da qualche tassista a Capodichino o scippati dei Rolex appena arrivano in piazza Garibaldi. Il turismo è troppo “volatile” e dipendente da condizioni meteo, organizzazione alberghiera e ambientale per essere sostitutivo di un’attività industriale ben collegata col mercato interno e internazionale. Per ora Napoli è in coda fra le città italiane. Non manca chi segnala al Sindaco che la prossima classificazione si farà tra un anno: un tempo congruo per colmare almeno qualche buca stradale o sistemare alcuni tratti del lungomare che è tra i più famosi al mondo, ma anche il più pezzottato.

QOSHE - Napoli raccontata ogni anno dal quotidiano “Sole 24 Ore” - Ermanno Corsi
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Napoli raccontata ogni anno dal quotidiano “Sole 24 Ore”

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12.12.2023

Una “città perduta”? Ai numerosi participi passati di verbi non lusinghieri e privi di speranza, l’autorevole quotidiano economico-finanziario del nostro Paese “Sole 24 Ore” ne aggiunge ora un altro: la campanelliana “Città del sole”, come scrisse il filosofo calabro meridionale di Stilo, ha poche possibilità di rimettersi in piedi e imboccare la rinascita. Finora si erano alternate aggettivazioni del tipo: città sospesa, oppure liquida (disse Zygmunt Bauman), porosa (Walter Benjamin), immobile (Aldo Masullo), invisibile (Italo Calvino), ferma e prigioniera del luddismo (la paura di cambiare). E sì che pochi giorni fa, al biennio della sua presenza a Palazzo San Giacomo, il sindaco Gaetano Manfredi non ha esitato ad assegnarsi una “ottima sufficienza”, convinto che “Napoli non è più il grande malato d’Italia”.

IMPLACABILE DOCCIA FREDDA. Su entusiasmo e miopia degli amministratori comunali, si abbattono tante torrenziali “bombe d’acqua” quanti sono i parametri (novanta) presi in esame dai tecnici e studiosi del quotidiano milanese. Un quadro........

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