Nel nostro Paese, nei cambi di governo, c’è da sempre il malvezzo di far ricadere le colpe di quanto non fatto prima su quelli che vengono dopo. Sott’accusa sin dal rodaggio, di non fare o non aver fatto ciò che spettava invece fare a chi li accusa. Roba assurda da favolistica classica del lupo che, dall’alto di un ruscello, intima giù all’agnello mentre si sta abbeverando: via di là, tu mi intorbidi l’acqua. Tale comportamento da logore strumentalizzazioni elettoralistiche, una volta veniale, nel rilevare ciò che tornava più comodo far risaltare, oggi è diventato insopportabile per una opposizione di governo, impegnata al suo interno in una gara permanente a chi la spara più grossa per cercare di rifarsi una credibilità politica, ormai compromessa. Ci riferiamo al Pd e al M5S, i quali oltre a superare ogni decenza nell’addebitare a quelli che sono venuti dopo di loro, colpe che non hanno, si stanno dannando l’anima nel cercare di nascondere le reciproche irresponsabilità nei governi del Paese degli ultimi decenni. Un clima da classico e cinico inciucio, peggio di quelli che si rinfacciavano ai “mostri” della prima Repubblica. Gli odierni “promessi sposi” della politica italiana, che si prendono e si lasciano a secondo le convenienze delle quotidiane “piazzate”, pensavano di farla franca. Ma la odierna drammatica situazione della Sanità, sotto gli occhi di tutti, li inchioda a precise responsabilità su cui va fatta subito chiarezza in Parlamento. Molto prima di invocare ogni altra “dovuta” procedura che, come si usa dire, “farà il suo corso”, o meglio il suo “decorso”, esposta però a troppi e non sempre favorevoli spifferi giudiziari . Solo la Schlein e il suo minuscolo Pd potevano pensare di far ricadere sull’attuale governo Meloni le responsabilità di molti disastri pregressi, risalenti a consolati politici di sinistra, facilmente identificabili. Oggi scomodi solo accennarli per Pd e M5S in permanente prova d’orchestra tra “Elly e Giuseppy” e da reciproci silenzi per non far saltare baracche, burattini e bugiardini. Invece di fare processi ai fantasmi del fascismo, si faccia conoscere ai cittadini da quando è iniziata la graduale crisi della Sanità. Spesso anche il confronto più severo e onesto può confondere le idee; grazie al “report” della Fondazione Gimbe, l’istituto più attendibile e autorevole in materia, dall’ottobre scorso carta canta. “Tra tagli e minori entrate, dal 2010 al 2019, il Servizio Sanitario Nazionale ha perso 37, 5 miliardi di euro, in particolare, negli anni, in cui si sono succeduti alla giuda del Paese a Palazzo Chigi Enrico Letta, Matteo Renzi , Paolo Gentiloni. C’è stato un taglio alla Sanità pubblica pari a 28 miliardi di euro, conseguenti alle manovre finanziarie e allo stanziamento di minori risorse rispetto a quelle progettate. Il resto, male molto male, lo hanno fatto gli esecutivi Conte, in particolare il Conte II, quello del ribaltone con il Pd, non predisponendo misure più adeguate da sprecare tempo prezioso, durante gli anni del Covid, tra Stati generali, commissari vari, task force, le cui “soluzioni, individuate - come sempre e fortissimamente sempre - non seppe trasformare in soluzioni”. Molti ricorderanno che ogni sera da Palazzo Chigi annunciava la ripartenza del Paese, i filmati corredavano questi annunci con sequenze magistrali di un premier presentato sempre però in movimento per trasmettere l’idea di un positivo dinamismo, ma, in realtà, era fermo. Aveva ragione Luca Cordero di Montezemolo quando, in quei giorni, il 22 ottobre del 2020, in una intervista apparsa sul “Corriere della Sera”, disse: “Oggi il Paese vive alla giornata, senza una visione. Vedo bonus, sussidi, aiuti,troppi annunci restano tali, ma nessuna strategia economica. Purtroppo in Italia siamo anche di fronte a una crisi di incompetenza”, su cui, giova aggiungere, anche la Schlein, nel ritiro raccolto e meditativo di Gubbio dovrebbe interrogarsi per solidarietà con Conte. Solo la Storia ci spiega come sono giunte a stare le cose, questo concetto potrebbe essere molto utile anche al “Governattore” De Luca, il quale parla troppo ma legge poco.

QOSHE - Pd e M5S smemorati sulla crisi della Sanità - Aldo De Francesco
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Pd e M5S smemorati sulla crisi della Sanità

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14.01.2024

Nel nostro Paese, nei cambi di governo, c’è da sempre il malvezzo di far ricadere le colpe di quanto non fatto prima su quelli che vengono dopo. Sott’accusa sin dal rodaggio, di non fare o non aver fatto ciò che spettava invece fare a chi li accusa. Roba assurda da favolistica classica del lupo che, dall’alto di un ruscello, intima giù all’agnello mentre si sta abbeverando: via di là, tu mi intorbidi l’acqua. Tale comportamento da logore strumentalizzazioni elettoralistiche, una volta veniale, nel rilevare ciò che tornava più comodo far risaltare, oggi è diventato insopportabile per una opposizione di governo, impegnata al suo interno in una gara permanente a chi la spara più grossa per cercare di rifarsi una credibilità politica, ormai compromessa. Ci riferiamo al Pd e al M5S, i quali oltre a superare ogni decenza nell’addebitare a quelli che sono venuti dopo di loro, colpe che non hanno, si stanno dannando l’anima nel cercare di nascondere le reciproche irresponsabilità nei governi del Paese degli ultimi decenni.........

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