Ospitare un vertice internazionale rappresenta sempre una straordinaria e preziosa occasione di confronto e di arricchimento per l’apporto di significative esperienze da parte di qualificate delegazioni dei Paesi che vi partecipano. A maggior ragione se esso, come quello in programma a Napoli, dal 27 al 29 novembre, promosso e organizzato dai ministeri degli Affari Esteri, della Cultura e dal Comune di Napoli, si svolgerà su temi molto attuali. In particolare le sfide al patrimonio immateriale e materiale dell’umanità, i danni di una urbanizzazione sconsiderata, i disagi di un turismo tracimante da dover governare in rapporto a un presente e a una proiezione di futuro sostenibile, su tutto: l’auspicio più stringente di una pace duratura dovunque. Temi su cui, già alla presentazione dell’evento, si è avuta più di una cospicua traccia di giudizi da parte del ministro degli Esteri Taiani, nel ribadire che l’ltalia non è una potenza militare ma sicuramente una potenza culturale, e che Napoli è la ribalta più indicata del vertice come capitale della cultura, dalle bellezze artistiche e paesaggistiche incommensurabili e “baricentro” del Mediterraneo”. Discorso, ripreso e ampliato dal ministro della Cultura Sangiuliano. In tutto questo fervore c’è però un rovescio della medaglia, su cui non si può tacere e riguarda le maggiori e divisine criticità della nostra città che figurano nell’agenda del vertice, però, come temi, in generale sulle complessità del nostro tempo. Se in sede di presentazione del vertice era giusto e comprensibile che il sindaco manifestasse il suo compiacimento per la scelta di Napoli, obiettivamente ci è parso un po’ troppo, considerarla come un premio per il lavoro che “sta facendo”. Ne riportiamo le testuali parole: “Sull’equilibrio dei centri storici , come luogo di attrazione turistica ma anche di vita quotidiana: una sfida in corso e potremo dimostrarlo, ricordando il lavoro fatto anche alla Sanità , dove sono stati valorizzati i siti museali e salvaguardata l’identità del territorio”. A parte la Sanità rilanciata già nel 2015 da Don Loffredo. A essere sinceri il primo biennio di Manfredi sindaco di Napoli, secondo un giudizio diffuso ha fatto registrare una crescente invivibilità per il fenomeno della cosiddetta gentrificazione. Cioè quel progressivo cambiamento di un’area urbana a seguito degli acquisti di immobili e la loro conseguente rivalutazione sul mercato per affitti più remunerativi da parte degli imprenditori della “movida”, che snatura i luoghi con la inevitabile uscita di scena dei vecchi residenti. In questi mesi non si è parlato d’altro, sconcerta che il sindaco di Napoli abbia liquidato la “questione residenziale” come una generica sfida in corso. La realtà è ben altra e l’hanno messa nero su bianco, in un dossier, i venti Comitati tra associazioni e cittadini dei Decumani, i quali denunciano: “La proliferazione dei dehors e dei tavolini che hanno invaso tutto il centro storico e impediscono l’accesso e la visita dei luoghi dell’arte, sommersi dai fast food e dalle friggitorie, trasformadoli in una gigantesca tavola calda. La mancata applicazione del Piano di gestione, deliberato dalla Iervolino 12 anni fa, ha determinato l’anarchia in tutto il centro storico dove dilagano pizzerie”. Anarchia non altro che anarchia. Tutto questo, oltre a smentire quanto afferma il sindaco, è molto preoccupante alla vigilia del vertice Unesco. Anche per “la determinazione dei venti Comitati cittadini nel voler consegnare il dossier in quella sede e, nel frattempo, far rimuovere alle istituzioni locali la targa del prestigioso riconoscimento Unesco avvenuto nel 1995 per conclamata indegnità, non avendo il Comune rispettato ciò che aveva promesso. Il momento non è facile, anche per il sindaco Manfredi, che, per accettare la candidatura a sindaco di Napoli, pose come condizione irrinunciabile la massima chiarezza sulla situazione finanziaria comunale, garantita dai componenti del “Patto per Napoli”, dal M5S, Pd e altri, per trovarsi oggi, senza alcuna sua colpa, un buco di 133 milioni nelle casse del Comune per affitti non riscossi. Una vicenda che dà la misura dello scollamento che c’è a Palazzo San Giacomo. Nella “città delle battute” come Benedetto Croce definì Napoli, speriamo che tutta questa brutta storia non sia archiviata come “locazione di cittadinanza”.

QOSHE - Napoli, vertice Unesco: c’è un dossier che scotta - Aldo De Francesco
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Napoli, vertice Unesco: c’è un dossier che scotta

2 0
12.11.2023

Ospitare un vertice internazionale rappresenta sempre una straordinaria e preziosa occasione di confronto e di arricchimento per l’apporto di significative esperienze da parte di qualificate delegazioni dei Paesi che vi partecipano. A maggior ragione se esso, come quello in programma a Napoli, dal 27 al 29 novembre, promosso e organizzato dai ministeri degli Affari Esteri, della Cultura e dal Comune di Napoli, si svolgerà su temi molto attuali. In particolare le sfide al patrimonio immateriale e materiale dell’umanità, i danni di una urbanizzazione sconsiderata, i disagi di un turismo tracimante da dover governare in rapporto a un presente e a una proiezione di futuro sostenibile, su tutto: l’auspicio più stringente di una pace duratura dovunque. Temi su cui, già alla presentazione dell’evento, si è avuta più di una cospicua traccia di giudizi da parte del ministro degli Esteri Taiani, nel ribadire che l’ltalia non è una potenza militare ma sicuramente una potenza culturale, e che Napoli è la ribalta più indicata del vertice come capitale della cultura, dalle bellezze artistiche........

© Roma


Get it on Google Play