Nei giorni in cui si cominciò ad avvertire la crisi diffusa, per la paralisi progressiva delle attività del Paese, derivante da una pandemia epocale, spesso si sentì ripetere un monito molto significativo: “Nulla sarà più come prima”. Da disorientamento e sconcerto collettivi di fronte a un drammatico nodo epocale, tra un prima gestibile e un dopo incerto, anzi buio. Destinato a far riflettere sulle scelte più convenienti per la ripresa, un recupero rapido degli anni perduti, cercando di rianimare tante attività penalizzate. A riguardo vogliamo ricordare le parole di incoraggiamento del Capo dello Stato, rivolte a tenere presente, in questo impegno di serie e solide prospettive, come modello di riferimento, la fattiva operosità del nostro secondo dopoguerra. Quando buona volontà, spirito di collaborazione e solidarietà, da parte anche della politica pur nelle sue radicate distinzioni risultarono decisive per ricostruire il Paese. Nessuno però poteva immaginare che, nel mezzo di una crisi mondiale già drammatica per le conseguenze del Covid, se ne potesse aprire un’altra. Il 24 febbraio del 2022 per la barbara invasione dell’Ucraina, da parte della Russia di Putin, sulle cui mire egemoniche, neoimperialiste si è già detto di tutto e di più. Mentre in passato le conseguenze di una guerra si potevano avvertire dopo mesi se non anni, oggi, nel mondo globale si è creata una “matassa geopolitica difficilissima da sbrogliare” e tutto avviene in tempo reale. Intuibili gli effetti di questo conflitto in Paesi, come il nostro che utilizza tutte le materie prime, definite dall’Unione Europea critiche e strategiche, le più esposte a speculazioni incontrollabili. In questo inventario di avversità, sempre opportuno fare, è di rigore collocare, per chiarezza, anche la pregressa anomala legislatura con governi a sorpresa: il Conte I da teatro futurista, per un’ibrida sorprendente alleanza sottoscritta in un contratto tra Lega e M5S , il Conte II del ribaltone, ancora più sorprendente, da “stesso premier ma altra spiaggia”, i cui errori dovettero essere corretti da un governo di unità nazionale, presieduto da Draghi. Al quale, tra i primi adempimenti, toccò porre subito mano al Pnrr approssimativo, presentato da Conte e rispedito indietro dall’Europa a Palazzo Chigi, dove fu completato da ulteriori apporti, passando dalle originarie 500 pagine alle 2800 complessive. Di fronte a un quadro del genere, in cui vanno comprese le voracità e le anarchie del globalismo. Una sinistra, al governo, quasi ininterrottamente con magri risultati e consensi in calo, dal 2006 al 2022 , che si impanca oggi a precettrice del buongoverno, è il massimo della sfrontatezza. Anche da alleata di colui che è stato il più inconcludente presidente del Consiglio, approdato a Palazzo Chigi con un contratto di governo da “foro boario” senza segreti del “tu dai una cosa a me e io do una cosa a te. Tralasciando di raccontare il resto: una serie di provvedimenti demagogici, che la gente si è stancata anche di sentire. Di fronte a uno scenario del genere , preoccupante per tutto il Paese, nella sua interezza, una opposizione responsabile, che senta sul serio da quanto si affanna a dire in giro come priorità il bene superiore della collettività, non può comportarsi strumentalizzando tutto anche il delicatissimo tema dell’ordine pubblico. Da dare spago a una rissosità crescente, una strategia abietta, posta in atto con la evocazione provocatoria del “fascismo” in ogni circostanza per cercare di mettere in cattiva luce una premier apprezzata in tutto il mondo. Che sentirle confidare, qualche giorno fa, nel vertice con i sindacati delle forze dell’ordine: “C’è un clima oggi che non mi piace e mi preoccupa, deve far riflettere sul serio tutti”.

QOSHE - Il clima di rissosità non fa bene al Paese - Aldo De Francesco
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Il clima di rissosità non fa bene al Paese

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10.03.2024

Nei giorni in cui si cominciò ad avvertire la crisi diffusa, per la paralisi progressiva delle attività del Paese, derivante da una pandemia epocale, spesso si sentì ripetere un monito molto significativo: “Nulla sarà più come prima”. Da disorientamento e sconcerto collettivi di fronte a un drammatico nodo epocale, tra un prima gestibile e un dopo incerto, anzi buio. Destinato a far riflettere sulle scelte più convenienti per la ripresa, un recupero rapido degli anni perduti, cercando di rianimare tante attività penalizzate. A riguardo vogliamo ricordare le parole di incoraggiamento del Capo dello Stato, rivolte a tenere presente, in questo impegno di serie e solide prospettive, come modello di riferimento, la fattiva operosità del nostro secondo dopoguerra. Quando buona volontà, spirito di collaborazione e solidarietà, da parte anche della politica pur nelle sue radicate distinzioni risultarono decisive per ricostruire il........

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