Allegri punta sull’ormai collaudatissimo 3-5-2: vista l’assenza di Gatti sono Rugani, Bremer e Danilo i tre centrali a protezione del portiere Szczesny. Cambiaso e Kostic sono invece i quinti del centrocampo, completato da Miretti, Locatelli e Rabiot, pienamente recuperato. Davanti, invece, è il 2005 Yldiz il prescelto per fare il partner d’attacco di Vlahovic, con Chiesa e Milik che partono dalla panchina. Dionisi sul fronte neroverde risponde con un 4-2-3-1 a trazione anteriore: tra i pali della porta emiliana c’è come di consueto Consigli, mentre la linea a quattro arretrata è formata dagli esterni Pedersen e Viti e dai centrali Erlic e Ferrari. Davanti alla difesa giocano invece Boloca e Matheus Henrique. Berardi, Thorstvedt e Laurienté, agiscono invece sulla trequarti, a supporto della punta Pinamonti.

Dopo un avvio molto propositivo soprattutto sulla corsia di destra, la Juve lascia le incombenze di impostazione del gioco e si copre con ordine e compattezza attendendo con pazienza un eventuale errore emiliano per colpire in transizione. Leggerezza che i neroverdi commettono già al 15’ e pagano a carissimo prezzo, finendo in svantaggio: Ferrari e Laurienté non si intendono in uscita, la Juve recupera palla a centrocampo e Vlahovic, dopo uno scambio al limite con Miretti, fa partire un bolide mancino che si infila sotto la traversa della porta difesa da Consigli. Il gol è un’iniezione di ulteriore energia per i bianconeri, che dopo l’1-0 continuano a giocare con grande aggressività sui portatori di palla del Sassuolo, che non riesce mai a trovare il pertugio giusto negli ultimi trenta metri. Per vedere il primo, timido, squillo dei neroverdi bisogna attendere il 29’, quando Laurienté, da posizione leggermente defilata, calcia docilmente il pallone tra i guanti di un attento Szczesny. Il francese, non pago, ci riprova anche qualche istante più tardi e questa volta costringe il portiere avversari all’intervento provvidenziale per intercettare un destro dal limite che rimbalza proprio a un passo dalla porta bianconera. La pressione e il baricentro degli uomini di Dionisi si alzano con il passare dei minuti, ma proprio nel suo momento migliore, il Sassuolo deve fare i conti con la doccia gelata del raddoppio bianconero: Miretti si guadagna sul vertice alto dell’area di rigore un calcio di punizione. Ad incaricarsi della battuta è Dusan Vlahovic che con il mancino infila in rete il pallone del 2-0, che Consigli può solo sfiorare prima del decisivo impatto con la traversa. Un raddoppio che senza dubbio facilita ancor più le cose per i bianconeri che poi, prima del duplice fischio di Piccinini, provano a calare anche il tris con la conclusione da fuori area di Rabiot.

Un colpo preso alla caviglia destra sul finire di primo tempo, costringe Erlic – peraltro già ammonito – ad alzare bandiera bianca e lasciare il posto a inizio ripresa a Tressoldi. È invece la Juventus nelle prime battute del secondo tempo a prendere in mano la gestione del pallone con un paziente fraseggio che costringe il Sassuolo, contrariamente a quanto successo nei primi 45’, a una strategia attendista. Resta però immutata la difficoltà degli emiliani nel trivare il giusto varco. I neroverdi ci provano allora dalla distanza con la prima fiammata della serata di Berardi che, servito da Laurienté, fa partire un sinistro che finisce di un soffio sul fondo, alla sinistra della porta bianconera. L’atteggiamento offensivo degli emiliani apre spazi importanti per la Juve e allora Allegri getta nella mischia Weah e Chiesa al posto di Miretti e Yldiz con Cambiaso che si sposta sulla sinistra. Anche dopo i cambi di Allegri l’iniziativa del gioco resta tra i piedi dei giocatori del Sassuolo che al 65’, in ripartenza dopo un angolo battuto dai bianconeri, ci riprovano con la frustata di Berardi, neutralizzata non senza patemi dal grande intervento di Szczesny. L’ultimo guizzo di una serata non particolarmente brillante dell’azzurro, che al 70’ lascia il posto a Castillejo, il quale entra assieme a Volpato che sostituisce a sua volta Thorstvedt. È però la Juve al 75’ ad andare nuovamente vicina al terzo gol, con uno scambio tra Chiesa e Weah che raccoglie il cross dal fondo del compagno ma non inquadra la porta avversaria da ottima posizione. Una fiammata che smorza definitivamente i timidi entusiasmi del Sassuolo e ridà vigore alla manovra della Juventus che nell’ultimo spicchio di gara si limita a gestire il ritmo, rischiando poco o nulla (il neoentrato Mulattieri non trova la deviazione sottoporta anche grazie a un tocco di Danilo) e chiudendo i conti con il terzo gol firmato da Chiesa all’88’, al culmine di un’azione nata dall’ennesimo recupero palla su errore in disimpegno del Sassuolo.

Juventus (3-5-2): Szczesny; Rugani, Bremer, Danilo; Cambiaso (dall’87’ Alex Sandro), Miretti (dal 57’ Weah), Locatelli, Rabiot, Kostic (dall’82’ Illing jr.); Vlahovic (dall’82’ Milik), Yildiz (dal 57’ Chiesa). All. Allegri.

Sassuolo (4-2-3-1): Consigli; Pedersen, Erlic (dal 46’ Tressoldi), Ferrari, Viti (dal 74’ Missori); Boloca, Matheus Henrique; Berardi (dal 70’ Castillejo), Thorstvedt (dal 70’ Volpato), Laurienté (dall’84’ Mulattieri); Pinamonti. All. Dionisi

Arbitro: Marco Piccinini della sezione di Sassuolo

Marcatori: Vlahovic (15’ e 37’), Chiesa (88').

QOSHE - Juventus-Sassuolo 3-0: decidono la doppietta di Vlahovic e Chiesa. Bianconeri a meno 2 dall’Inter - Matteo Airoldi
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Juventus-Sassuolo 3-0: decidono la doppietta di Vlahovic e Chiesa. Bianconeri a meno 2 dall’Inter

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17.01.2024

Allegri punta sull’ormai collaudatissimo 3-5-2: vista l’assenza di Gatti sono Rugani, Bremer e Danilo i tre centrali a protezione del portiere Szczesny. Cambiaso e Kostic sono invece i quinti del centrocampo, completato da Miretti, Locatelli e Rabiot, pienamente recuperato. Davanti, invece, è il 2005 Yldiz il prescelto per fare il partner d’attacco di Vlahovic, con Chiesa e Milik che partono dalla panchina. Dionisi sul fronte neroverde risponde con un 4-2-3-1 a trazione anteriore: tra i pali della porta emiliana c’è come di consueto Consigli, mentre la linea a quattro arretrata è formata dagli esterni Pedersen e Viti e dai centrali Erlic e Ferrari. Davanti alla difesa giocano invece Boloca e Matheus Henrique. Berardi, Thorstvedt e Laurienté, agiscono invece sulla trequarti, a supporto della punta Pinamonti.

Dopo un avvio molto propositivo soprattutto sulla corsia di destra, la Juve lascia le incombenze di impostazione del gioco e si copre con ordine e compattezza attendendo con pazienza un eventuale errore emiliano per colpire in transizione. Leggerezza che i neroverdi commettono già al 15’ e pagano a carissimo prezzo, finendo in svantaggio: Ferrari e Laurienté non si intendono in uscita, la Juve recupera palla a centrocampo e Vlahovic, dopo uno scambio al limite con Miretti, fa partire un bolide........

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