Roma, 4 marzo 2024 – “Buongiorno Lorenzo, come sta?”. All’altro capo del telefono c’è Lorenzo Barone, 26 anni, viaggiatore umbro, avventuriero 2.0, oppure semplicemente come gli piace definirsi “un ragazzo che vive attimo dopo attimo le proprie passioni”. La comfort zone? Non fa per lui. E la mia non è una domanda di circostanza. Infatti Lorenzo, zaino in spalla e in sella alla sua bici, ha pedalato per 100mila chilometri attraversando 64 Paesi al mondo. Lo scorso dicembre è ripartito da Bologna, dove fa base. Direzione? Scandinavia. Così in questi mesi, sul suo profilo Instagram dove è seguito da 165mila follower, il rosso d’Africa ha lasciato spazio a tormente di neve e isole di ghiaccio. Tra un’impresa e l’altra ha scritto anche il suo primo libro ‘Dove finisce l’orizzonte’ (Sperling & Kupfer) in uscita in libreria il prossimo 26 marzo. Quando ci sentiamo, Lorenzo si sta riposando per riprendere poi con la parte più “ostica” del suo viaggio. “Questa volta ho alzato la posta in gioco – dice –, perché ho utilizzato tre mezzi: prima la bici, poi gli sci e ora è il turno del kayak tra i fiordi costieri norvegesi fino al punto più estremo a est del Paese”.

Perché farlo?

“Dopo tanti viaggi ho capito che la bicicletta invece di togliermi dei limiti, in qualche modo me li poneva. Percorrevo strade già battute, sentieri, piste, senza immergermi veramente nella natura che ammiravo. Così ho deciso di ampliare il range di discipline”.

Punto di arrivo o di partenza?

“Questo viaggio è un allenamento per un futuro progetto – accenna –. Ma non posso fare spoiler”.

Qual è la preparazione necessaria?

“Con il passare degli anni è diventato automatico saper gestire temperature estreme. Quando conosci i materiali dell’equipaggiamento e sei consapevole del limite che non puoi oltrepassare, hai già fatto buona parte dell’opera”.

E in condizioni climatiche avverse immagino che sia fondamentale…

“Sì, anche nel corso di quest’ultimo viaggio il clima non è stato clemente. Ho trovato anche -30°C. Per un viaggio del genere ci sono tre cose fondamentali da sapere: la tenda isola dal vento, il sacco a pelo dall’aria e il materassino dal suolo. E’ importante, poi, tenere sempre sotto controllo la sudorazione (uso un materiale chiamato vapor barrier): anche i piedi devono essere sempre asciutti altrimenti il rischio è di proseguire nella neve con dei blocchi di ghiaccio al posto dei piedi. Lo stesso sacco a pelo ha una sacca di plastica impermeabile al suo interno”.

In una delle ultime foto ha evidenziato il cambiamento della sua forma fisica. Cosa sta mangiando in viaggio?

"Ho fatto un calcolo di circa 5mila calorie al giorno suddivise in due pasti: colazione e cena. La mattina mi nutro di avena con frutta secca, 50 g di burro e poi cacao in polvere da sciogliere in acqua calda (porto ad ebollizione la neve con il fornellino da viaggio). La sera, invece, mangio almeno 4-5 pacchetti di noodles all’uovo, fette di formaggio, 50 g di burro e spezie”.

Com’è iniziato tutto?

“Nel 2015 mentre preparavo il mio equipaggiamento per partire il giorno del mio 18esimo compleanno non immaginavo che la mia vita sarebbe cambiata radicalmente. Sono partito con la bici di mia madre per un viaggio on the road dall’Italia, passando per la Francia, fino al Portogallo. E dal quel momento non ho più smesso. Dopo circa 16mila chilometri ho fatto il giocoliere per strada con l’obiettivo di comprare una bici nuova. Durante i miei viaggi sono sopravvissuto in tenda a -56°C, ho bevuto il tè con i berberi nel deserto al riparo dalle tempeste di sabbia, ho pedalato nel caos di Calcutta e sulle alte montagne del Ladakh oltre i 5.000 metri. Ho montato la tenda centinaia di notti sotto un cielo stellato diverso. E’ bellissimo”.

I suoi genitori come l’hanno presa?

"Mia madre si è iscritta ad un corso di meditazione” (ride).

Ha mai avuto paura?

"La natura può fare paura se non si è preparati. C’è stato un momento in cui me la sono vista brutta: mi trovavo in Islanda, quando mi sono imbattuto in una tempesta fortissima. Stavo per volare via con la tenda e tutto l’equipaggiamento, così ho creato una parete di blocchi di ghiaccio e mi sono riparato dietro questa sorta di ‘muro’. C’era un vento bestiale, una condizione che non mi sarei mai aspettato. Sono rimasto bloccato per tre giorni. Ogni 6 ore uscivo a spalare la neve perché altrimenti mi avrebbe sepolto”.

Cosa la spinge a mettersi in gioco ogni volta?

"La passione è il vero motore di tutto. E poi, sempre più spesso, mi rendo conto che quello che faccio può ispirare altre persone a partire. In tanti mi chiedono attraverso i social consigli di viaggio ed è un bel modo per creare nuovi rapporti e amicizie. Ma ciò che mi stupisce ogni volta sono i messaggi di coloro che, al contrario, essendo impossibilitati a viaggiare, per esempio per motivi di salute, mi scrivono che la mia energia riesce ad infondere quella dose di motivazione in più necessaria ad affrontare gli ostacoli quotidiani, che reputo senza dubbio, più grandi dei miei”.

QOSHE - Lorenzo Barone, dai 100mila km in bici all’ultima sfida in kayak e tenda tra i fiordi. Tutti i segreti per un viaggio ai confini del mondo - Ilaria Vallerini
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Lorenzo Barone, dai 100mila km in bici all’ultima sfida in kayak e tenda tra i fiordi. Tutti i segreti per un viaggio ai confini del mondo

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04.03.2024

Roma, 4 marzo 2024 – “Buongiorno Lorenzo, come sta?”. All’altro capo del telefono c’è Lorenzo Barone, 26 anni, viaggiatore umbro, avventuriero 2.0, oppure semplicemente come gli piace definirsi “un ragazzo che vive attimo dopo attimo le proprie passioni”. La comfort zone? Non fa per lui. E la mia non è una domanda di circostanza. Infatti Lorenzo, zaino in spalla e in sella alla sua bici, ha pedalato per 100mila chilometri attraversando 64 Paesi al mondo. Lo scorso dicembre è ripartito da Bologna, dove fa base. Direzione? Scandinavia. Così in questi mesi, sul suo profilo Instagram dove è seguito da 165mila follower, il rosso d’Africa ha lasciato spazio a tormente di neve e isole di ghiaccio. Tra un’impresa e l’altra ha scritto anche il suo primo libro ‘Dove finisce l’orizzonte’ (Sperling & Kupfer) in uscita in libreria il prossimo 26 marzo. Quando ci sentiamo, Lorenzo si sta riposando per riprendere poi con la parte più “ostica” del suo viaggio. “Questa volta ho alzato la posta in gioco – dice –, perché ho utilizzato tre mezzi: prima la bici, poi gli sci e ora è il turno del kayak tra i fiordi costieri norvegesi fino al punto più estremo a est del Paese”.

Perché farlo?

“Dopo tanti viaggi ho........

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