A pochi giorni dall’appello di 14 scienziati e Nobel per maggiori fondi al Servizio sanitario, sulla scia degli attacchi di opposizioni, sindacati e Regioni sul fronte tagli (che l’esecutivo nega), la sanità arriva prepotentemente al centro dell’agenda di Governo. "Sul tema, cruciale, delle liste d’attesa ci abbiamo messo la faccia. È un problema che si trascina da decenni e a cui vogliamo dare risposte concrete attraverso un piano che interviene su diversi aspetti e a breve sarà messo in campo" ha detto ieri il ministro della Salute Orazio Schillaci cavalcando una battaglia ‘core’ della sinistra. "C’è già stato un intervento nell’ultima manovra per tagliare le liste d’attesa, ritengo che ce ne sarà un altro in tempi rapidi. C’è stata un’azione molto positiva del ministro Zangrillo sulle farmacie, che rientra nell’azione per una sanità di prossimità per impedire che si ingolfino gli ospedali. Poi bisogna lavorare molto sulla prevenzione e fare un nuovo piano sanitario e riformare il settore. La salute resta per Fi una priorità" gli fa eco il vicepremier Antonio Tajani. Giovedì lo aveva confermato anche Giorgia Meloni: "La sanità e l’abbattimento delle liste di attesa sono una priorità del Governo".

Intanto dalla Conferenza delle Regioni è arrivato un aut aut al Governo se non avverrà un cambio di rotta sui finanziamenti alla sanità, 1,2 miliardi, tagliati dal decreto Pnrr. "Siamo pronti a rivolgerci alla Corte costituzionale – ha ribadito ieri il presidente della Toscana Eugenio Giani –. Non possiamo accettare la risposta, da parte del Governo che i fondi tagliati dal Pnrr saranno rimessi attraverso le risorse del cosiddetto articolo 20, un programma di investimenti specifici sull’edilizia sanitaria e l’ammodernamento tecnologico. Nella sostanza si tratta di un taglio e di spostare dalla corsia di sorpasso alla corsia di emergenza fondi consolidati che erano stati destinati alla sanità e deviati all’improvviso verso altre funzioni. La scelta di adire la Corte costituzione è condivisa anche da tutti i presidenti, anche di Regioni di centrodestra ugualmente preoccupati, e quindi non può essere etichettata come una politica. Spero che il governo dia una risposta costruttiva".

Il problema delle liste d’attesa emerge chiaramente dai dati, sebbene parziali, di report e indagini. La metà delle visite o degli esami diagnostici classificati come ‘urgenti’, e dunque da erogare entro 72 ore dalla prescrizione del medico – secondo l’ultimo rapporto Agenas-Fondazione The Bridge – vengono effettuate oltre il limite massimo. Il confronto con il primo semestre 2019 individua da parte di tutte le Regioni – tranne che per la Toscana nell’ambito delle visite di controllo – delle criticità nel ristabilire i volumi di prestazioni antecedenti la pandemia.

Al centro del piano del Governo per l’abbattimento delle liste d’attesa figurano l’abolizione del tetto di spesa alle Regioni per le assunzioni, definito da Schillaci "un vincolo anacronistico" e l’indennità di specificità per tutti gli operatori sanitari, un incentivo volto a "migliorare le buste paga". Previsto, inoltre, – come spiegato dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato – "l’aumento della tariffa oraria per medici e infermieri per le prestazioni aggiuntive". Nel piano anche un intervento sui Cup regionali volto a includere nell’offerta tutte le prestazioni disponibili, sia pubbliche che private convenzionate.

"Le liste d’attesa non sono un problema. Sono l’effetto di un problema – spiega Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed –. Sono causate almeno da tre fattori concomitanti. Il primo è un fattore organizzativo: i Cup regionali sono pochi e non funzionano. Senza un monitoraggio non è possibile capire dove bisogna agire. Il secondo problema è gestionale: mancano più di 20mila medici, soprattutto in alcune branche, e vi è una vetustità delle infrastrutture il 60% delle quali hanno più 45 anni, non esistono regole uguali tra privato accreditato e pubblico. È necessario, infine, incentivare il personale a entrare negli ospedali. Se l’idea del governo è quella di agire sugli straordinari è bocciata".

QOSHE - Sanità, il piano del Governo per le liste d’attesa: “Via i tetti di spesa per le assunzioni” - Giulia Prosperetti
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Sanità, il piano del Governo per le liste d’attesa: “Via i tetti di spesa per le assunzioni”

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06.04.2024

A pochi giorni dall’appello di 14 scienziati e Nobel per maggiori fondi al Servizio sanitario, sulla scia degli attacchi di opposizioni, sindacati e Regioni sul fronte tagli (che l’esecutivo nega), la sanità arriva prepotentemente al centro dell’agenda di Governo. "Sul tema, cruciale, delle liste d’attesa ci abbiamo messo la faccia. È un problema che si trascina da decenni e a cui vogliamo dare risposte concrete attraverso un piano che interviene su diversi aspetti e a breve sarà messo in campo" ha detto ieri il ministro della Salute Orazio Schillaci cavalcando una battaglia ‘core’ della sinistra. "C’è già stato un intervento nell’ultima manovra per tagliare le liste d’attesa, ritengo che ce ne sarà un altro in tempi rapidi. C’è stata un’azione molto positiva del ministro Zangrillo sulle farmacie, che rientra nell’azione per una sanità di prossimità per impedire che si ingolfino gli ospedali. Poi bisogna lavorare molto sulla prevenzione e fare un nuovo piano sanitario e riformare il settore. La salute resta per Fi una........

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