Rimini, 2 febbraio 2023 – Nessuno dovrebbe mai morire da solo. Tanto meno un 91enne ospite di una casa di cura, ormai sordo e incapace di riconoscere la figlia, unica parente stretta rimasta lui.

Non doveva morire solo M. Z., ancor più a causa di una presunta mancata comunicazione del suo trasferimento dalla casa di cura in cui era ricoverato dal 2021, a Bellaria-Igea Marina, all’ospedale di Rimini, per svolgere accertamenti.

Sarebbe proprio per una mancata comunicazione alla figlia 60enne appunto che lo stesso giorno del trasferimento, il 15 gennaio scorso, nessuno dei parenti ha potuto raggiungere M. Z. al suo capezzale, dove il 91enne è morto lo stesso giorno per un arresto cardiaco.

Una fine di cui però la figlia, residente a Cesenatico, non ha saputo niente fino a otto giorni dopo, quando un equivoco dai toni kafkiani si è palesato con la telefonata di un’infermiera della casa di cura in cui era ricoverato il 91enne: "Come sta suo padre?".

Una domanda a cui paradossalmente, però, proprio dalla casa di cura avrebbero dovuto avere la risposta.

È stato così, con una escalation emotiva di apprensione mista all’attesa di più notizie, che la figlia di M. Z. è stata informata del trasferimento del padre in ospedale e, successivamente alle informazioni raccolte dall’infermiera della struttura, della sua morte nel nosocomio riminese.

Sempre in quell’ospedale dove la salma del 91enne si trova in obitorio, a disposizione dell’autorità giudiziaria, dopo che in preda alla disperazione la figlia del defunto si è recata alla caserma dei carabinieri di Cesenatico per sporgere, lo scorso 23 gennaio, la denuncia-querela per dare inizio a un’azione penale volta ad accertare eventuali responsabilità da parte della casa di cura. Questo è quanto anche la donna stessa ha ripercorso nel corpo della denuncia, nella quale ai militari dell’Arma la donna ha anche specificato: "Mio padre non mi riconosceva più ed era sordo e non riuscivo a parlarci neanche per telefono – riferisce la figlia –. Per questi motivi mi ero accordata con la casa di cura affinché per qualsiasi problema mi avrebbero avvisato personalmente".

La comunicazione, invece, non ci sarebbe stata, né del trasferimento né tanto meno del decesso e sarà ora la procura di Rimini, per competenza territoriale, a indagare sulle dinamiche che hanno portato un anziano di 91 anni a morire solo in un letto di ospedale.

QOSHE - Scopre dopo 8 giorni che il papà ricoverato era già morto - Francesco Zuppiroli
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Scopre dopo 8 giorni che il papà ricoverato era già morto

48 29
02.02.2024

Rimini, 2 febbraio 2023 – Nessuno dovrebbe mai morire da solo. Tanto meno un 91enne ospite di una casa di cura, ormai sordo e incapace di riconoscere la figlia, unica parente stretta rimasta lui.

Non doveva morire solo M. Z., ancor più a causa di una presunta mancata comunicazione del suo trasferimento dalla casa di cura in cui era ricoverato dal 2021, a Bellaria-Igea Marina, all’ospedale di Rimini, per svolgere accertamenti.

Sarebbe proprio per una mancata comunicazione alla figlia 60enne appunto che lo stesso giorno del trasferimento, il 15 gennaio scorso, nessuno dei parenti ha potuto raggiungere........

© Quotidiano


Get it on Google Play