Roma, 22 marzo 2024 – Matteo Salvini serra i ranghi. E i ranghi serrano Matteo Salvini. Perché nella Lega "un po’ di instabilità c’è", non nascondono dal lombardo-veneto. Ma questo non significa che in un partito strutturato com’è il Carroccio i maggiorenti pensino di incrinare il patto di lealtà col Capitano in vista delle Europee e le amministrative di giugno. "Leggo sempre più spesso miei virgolettati dai quali apprendo di aver detto cose di cui non sono nemmeno a conoscenza", manda a dire il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga in merito ai retroscena di stampa.

Il fronte più apertamente europeista dei governatori e dirigenti del Carroccio cerca piuttosto di mitigare le intemperanze. Ieri nella presenza al Consiglio federale, domani con qualche assenza alla kermesse romana e a giugno con la preferenza per scegliere gli eletti parlamento europeo: dove il Carroccio vedrà ridotta a un terzo la delegazione di 29 eletti cinque anni fa. Perché, "questo sì, non è la stessa cosa" che vengano elette persone barricadere o dialoganti per chi opera in Regioni come il Veneto dove "siamo critici, ma non si può dire che non siamo europeisti".

Manca ancora più di un mese al deposito delle liste. E Salvini vuol prendersela comoda. Certo, il Capitano vorrebbe candidare il pirotecnico e "stimato" generale Roberto Vannacci: "C’è un ragionamento aperto – dice –. A me farebbe sicuramente piacere". Stanti anche i distinguo e le critiche, l’argomento è affiorato nel corso del Consiglio federale riunito telematicamente ieri dalla Sala Salvadori della Camera, dove si sono trovati il vicepremier e gli altri partecipanti da Roma, per discutere di elezioni e organizzazione.

Vista la riduzione dei seggi, Salvini punta sulle riconferme in Europa. Dopo il no dei governatori e il passo indietro del capogruppo Marco Zanni, nel nord spiccano i due big delle preferenze, Angelo Ciocca (già vicino al Comitato Bossi) e la milanese Silvia Sardone, ma cerca conferma anche Isabella Tovaglieri. Il Centro sarebbe la circoscrizione più adatta per Vannacci, ma si parla anche dell’ex portiere del Milan e attuale consigliere regionale toscano Giovanni Galli. Sicura la fedelissima ex sindaca di Cecina Susanna Ceccardi, ma cercano conferma anche Matteo Adinolfi e Anna Bonfrisco. Al Sud Salvini conta sull’amico Massimo Casanova, patron del Papeete e imprenditore con interessi in Puglia, e il transfuga azzurro re delle preferenze Aldo Patriciello. Mentre nelle Isole, dove corre per la riconferma Annalisa Tardino, sarebbe in corso un lavoro con gli alleati centristi e l’Udc di Lorenzo Cesa e Raffaele Lombardo.

Il segretario si tiene insomma ben stretto il dossier candidature, rispetto al quale del resto i governatori non vogliono mettere bocca. "Zaia è impegnato qui in Veneto, dove le persone vogliono poter votare chi ha ben governato come dimostra il consenso ottenuto", dicono dal suo entourage smentendo asprezze con Salvini, che il presidente ha incontrato nei giorni scorsi. Semmai sono le mire di FdI sulla Regione ad andare di traverso. Tanto che ormai si considera quasi sicuro che, oltre a quella della Lega, alle regionali 2025 "il nome Zaia su una lista ci sarà". E sarà quello con cui fare i conti per governare.

Il governatore sarà invece "assente giustificato" domani. "Nessuna chiamata alle armi: quelle le lascio a Macron". Alla kermesse del Carroccio – intitolata Wind of change , come la rock ballad degli Scorpions – interverranno il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il portoghese André Ventura, fresco del 18% guadagnato da Chega, insieme alla tradizionale teoria di delegazioni sovraniste, con qualche incognita ancora sui tedeschi di AfD. Mentre manderà solo un videomessaggio una Marine Le Pen che sembra defilarsi in ottica Eliseo 2027.

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QOSHE - Le strategie della Lega, Salvini serra i ranghi e pensa alle candidature: "Vannacci? C’è tempo" - Cosimo Rossi
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Le strategie della Lega, Salvini serra i ranghi e pensa alle candidature: "Vannacci? C’è tempo"

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22.03.2024

Roma, 22 marzo 2024 – Matteo Salvini serra i ranghi. E i ranghi serrano Matteo Salvini. Perché nella Lega "un po’ di instabilità c’è", non nascondono dal lombardo-veneto. Ma questo non significa che in un partito strutturato com’è il Carroccio i maggiorenti pensino di incrinare il patto di lealtà col Capitano in vista delle Europee e le amministrative di giugno. "Leggo sempre più spesso miei virgolettati dai quali apprendo di aver detto cose di cui non sono nemmeno a conoscenza", manda a dire il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga in merito ai retroscena di stampa.

Il fronte più apertamente europeista dei governatori e dirigenti del Carroccio cerca piuttosto di mitigare le intemperanze. Ieri nella presenza al Consiglio federale, domani con qualche assenza alla kermesse romana e a giugno con la preferenza per scegliere gli eletti parlamento europeo: dove il Carroccio vedrà ridotta a un terzo la delegazione di 29 eletti........

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