ferrara

cronaca

Bilancio di fine anno, e in parte di fine consigliatura, per il sindaco Alan Fabbri, che a giugno del 2024 si ripresenterà agli elettori dopo aver tenuto in mano per cinque anni il timone dell'amministrazione locale.

Ferrara Sarà l’ultimo suo capodanno da sindaco di Ferrara prima di lanciarsi in campagna elettorale con l’obiettivo di conquistare il bis. Alan Fabbri si racconta alla Nuova spaziando su vari temi: politica, musica, società e futuro della città.

Sindaco, può portarsi solo una cosa nel 2024: cosa prende con lei?

«L'esperienza della gestione di due crisi: quella dettata da più di tre anni di emergenza sanitaria, con la pandemia e il suo stato di incertezza costante, e quella di un'alluvione a pochi chilometri da casa, durante l’allestimento del più grande concerto di sempre nella nostra città. Penso che sia stato gestito tutto per il meglio e non era scontato. Siamo stati tutti messi a dura prova».

Il 2023 è stato l'anno....?

«Del concerto di Bruce Springsteen. L’immagine del parco Urbano visto dall’alto, con tutte quelle persone venute da tutto il mondo e unite dalla stessa passione per la musica dopo anni di restrizioni, difficoltà e isolamento, è qualcosa che mi emoziona ancora oggi. Un simbolo di rinascita».

Se ripensa a cinque anni fa si immaginava una consiliatura come quella che ha vissuto o sperava in qualcosa di diverso?

«Speravo in un dialogo più costruttivo. Non avrei mai immaginato attacchi sul mio modo di vestire, sulla scelta di non utilizzare la cravatta, sulle abitudini personali e anche sulla mia estrazione contadina, che considero un valore e non una nota di demerito. La campagna insegna fin da piccoli il senso del sacrificio e del lavoro, del fare ciascuno la propria parte».

Il dialogo con l'opposizione non c’è praticamente mai stato: visioni troppo diverse o solo gioco dei ruoli?

«Entrambe direi. Credo che per farsi sentire abbiano scelto volutamente una linea aggressiva mettendo da parte quella del dialogo sin dai primi giorni. Francamente credo che non abbiano mai voluto portare una concreta idea di città. L’obiettivo è sempre stato solo uno: farci cadere riprendendo le poltrone perse, molto spesso ricorrendo alla magistratura. Ma gli è andata male. Devono imparare ancora tanto tra i banchi dell’opposizione e capire che la fiducia dei cittadini va riconquistata vivendo la città e le sue frazioni, toccando con mano i problemi delle persone. Non tra le aule di tribunale. Io lo faccio tutti i giorni, ovunque e con chiunque».

Con chi del centrosinistra passerebbe una serata a cena?

«Forse con Mauro Vignolo. Una persona che ho sempre ritenuto riflessiva e concreta, fuori dalle ideologie».

Dicono che lei pensi solo alle feste e ai concerti: si sente politicamente limitato?

«Che io pensi agli eventi è vero, perché ritengo che rappresentino un indotto importantissimo. La nostra città in questi anni si è affermata a livello nazionale e internazionale soprattutto grazie alle variegate manifestazioni calendarizzate in ogni momento dell’anno. Sono tantissimi i posti di lavoro che muovono gli eventi ed è un peccato che l’opposizione non l’abbia mai capito. Ma dire che io pensi solo a questo è falso: abbiamo ricostruito una città con lavori pubblici ad ogni angolo. Siamo la seconda città del Nord, in rapporto alla sua popolazione, ad aver preso più fondi Pnrr grazie alla nostra progettualità. Abbiamo trasformato interi quartieri in mano alla mafia nigeriana in zone per sportivi, bambini e famiglie. Ridato dignità alle frazioni ascoltando ogni singola esigenza: dall’attivazione del servizio dell’Urp mobile a bandi ad hoc in epoca Covid che hanno elargito fino a 2 milioni di euro in emergenza e oltre un milione negli anni successivi. Proseguiamo ora con il bando comunale di 150mila euro “Le frazioni al centro”, per sostenere le piccole attività artigianali e commerciali che garantiscono un punto di riferimento per chi vive in una delle oltre 50 frazioni. Solo per citare alcuni progetti realizzati: è stato avviato un centro per l’impiego in piazzetta Castellina, un tempo cuore del degrado in Gad. Sono stati intercettati 15 milioni di euro di fondi europei per realizzare progetti green ed ecosostenibili, abbiamo piantumato 15 mila alberi in nemmeno cinque anni, riqualificato beni monumentali come le Mura e aree centrali per il commercio come piazza della Repubblica. Stiamo lavorando per riconvertire piazza Cortevecchia, che prima era un’isola di calore e che presto sarà una nuova, ulteriore area verde in centro. Stiamo lavorando con l’assessore Balboni e il Ministro Urso per un nuovo protocollo d’intesa per il rilancio e la transizione ecologica del Petrolchimico. Nel 2024 i cittadini vedranno risolta un’altra annosa questione, su cui attendevano risposte da trent’anni: verrà concluso il progetto di interramento ferroviario in via Bologna eliminando così il problema dei passaggi a livello e dell’ingorgo di traffico su una delle principali arterie di accesso e di uscita della città. Nelle frazioni, con i fondi Pnrr intercettati, riusciremo a rivitalizzare strutture dismesse, centri per anziani e spazi aggregativi».

Le concedo uno spazio anche sulla cultura.

«Per tornare al tema degli eventi, il Teatro Comunale ha triplicato le sue attività, e sono stati organizzati nuovi festival, di danza e di poesia, coinvolgendo le numerose associazioni culturali del territorio. Sono state realizzate oltre 40 mostre in 4 anni non più solo a Palazzo dei Diamanti, ma anche in altri importanti edifici storici. Siamo presenti in fiere nazionali ed internazionali per far conoscere le nostre bellezze ed essere più attrattivi turisticamente. Tutto questo affinché nuove aziende si sentano facilitate nell’investire su Ferrara, creando così anche nuovi posti di lavoro. La verità è questa, ed è quello che mi sento dire tutti i giorni quando esco in strada».

Se lei fosse all'opposizione su cosa attaccherebbe il sindaco Fabbri?

«Non voglio dare suggerimenti. Bene che imparino a fare opposizione, perché sono solo all’inizio».

Si è molto discusso del sostegno economico dell’Agenzia di onoranze funebri agli eventi cittadini: cosa risponde?

«A me pare francamente, dai dati in mio possesso, che questa polemica non abbia sortito alcun tipo di interesse da parte dei cittadini. Basti vedere i commenti agli articoli su questa singolare invettiva. Su cosa dovrebbe investire per pubblicizzare un’attività di questo genere? Sui morti? Sul dolore? Ci sono aziende come Taffo Funeral Services che sul valore dell’ironia e sulla gioia di vivere hanno costruito il proprio impero. Chi ha provato a costruire questa polemica non conosce le basi della comunicazione e del marketing».

Chiuda gli occhi e pensi alla Ferrara del 2030, come la immagina?

Immagino una Ferrara sul solco che abbiamo già tracciato in questi anni. Una via che abbiamo segnato insieme alle richieste dei cittadini. Sempre più internazionale, sempre più viva e magari con qualche grande azienda disposta ad investire su un territorio che sta dimostrando con i fatti di non essere più assoggettato alle dinamiche politiche dei partiti regionali, che per anni l’hanno volutamente relegata a posizione marginale».

Oggi sarà il suo ultimo capodanno da sindaco in carica (per il futuro vedremo): qual è la cosa più bella di questi 5 anni?

«Il calore della città e dei suoi cittadini. Non ho mai visto nulla di simile in tanti anni da amministratore, davvero».

Quale invece la cosa che avrebbe voluto fare e non ha fatto o non ha potuto fare?

«Avrei tanto voluto sistemare la Caserma Pozzuolo del Friuli, e le economie per farlo erano già state trovate. Sappiamo come sono andate le cose. Io ho fatto tutto il possibile e continuerò a farlo per trovare una soluzione per ripristinare quest’area e dare un nuovo spazio ai tantissimi studenti della nostra città, migliorando e ampliando le soluzioni abitative».

I dati mostrano una città e una provincia in seria difficoltà, come se ne esce?

«Non bado alle classifiche. Preferisco il sentiment dei cittadini. Possiamo vedere città ai primi posti con una serie infinita di commenti critici da parte dei cittadini. Ogni giorno scrivono centinaia di persone che mi vorrebbero sindaco della propria città, anche se la propria città è in vetta alla classifica. E comunque, se pur dovessimo dare ascolto a queste classifiche, sono tra i sindaci più apprezzati d'Italia. Un motivo ci sarà».

Lei dà la sensazione di preferire il contatto con la gente in eventi “leggeri” piuttosto che essere presente nei tavoli autorevoli: le due cose possono conciliarsi?

«Sono due approcci diversi. I cittadini hanno problemi differenti da quelli che si discutono nei “tavoli autorevoli”. Questi ultimi sono importanti, ma spesso, se non affiancati da partecipazioni a “eventi leggeri”, allontanano dalla realtà che ci circonda».

Progetto Feris, può essere recuperato o ormai non se ne farà più nulla?

«Ne parlavo anche prima. Vediamo, stiamo cercando soluzioni alternative».

Incontrerà i cittadini del Forum Ferrara Partecipata? Quando? Ci dica una data, veniamo anche noi.

«Possono avere tutte le idee del mondo, ma fino a quando non ci saranno le economie necessarie è inutile incontrarsi. Le avevamo trovate e si sono opposti. Tornino quando avranno oltre alle idee anche i modi per realizzarle. Credo che quel gruppo di cittadini sia politicamente legato ai soliti noti. Non a caso la protesta era portata avanti da chi oggi si impone come candidato del centro sinistra e da chi, sempre nel centro sinistra, si candida come alternativa».

Se vincesse le elezioni e potesse scegliere: chi vorrebbe al parco Bassani a suonare?

«Ho un sogno internazionale, da grande fan dei Pearl Jam, e un sogno italiano, anzi emiliano, che è Vasco Rossi».

Se potesse scegliere chi vorrebbe come sfidante alle prossime amministrative?

«Anselmo è lo sfidante più giusto. Ed è l’unico che ha fatto reale opposizione, anche se non condivido né le idee né l’utilizzo dell’unico metodo che conosce bene: bloccare tutto nelle aule di tribunale. L’ho sempre detto e mi fa piacere sia uscito allo scoperto nonostante abbia detto a più riprese di non essere interessato. Non ci avevo mai creduto: aveva già acquistato il dominio web per la sua campagna elettorale anni fa, con scadenza nel giugno 2024».

L’avvocato Anselmo ha detto che è pronto a sfidarla sul suo campo: quello della propaganda e dei social. È pronto al duello?

«Sono sempre pronto e felice di affrontare nuove sfide, ma mi pare non sia partito alla grande sul tema. Il suo seguito è estremamente limitato e per cercare di porvi rimedio ha cercato maldestramente di ampliare il numero dei fan cambiando nome ad una pagina di un militante del partito, nel tentativo di unire i contatti ai suoi. Uno stratagemma del tutto inutile e non proprio limpido nei confronti di chi lo intenderà seguire. La comunicazione è una cosa seria. Ha ancora tanto da imparare sotto questo aspetto e sotto il profilo politico».

Perché Alan Fabbri dovrebbe rifare il sindaco di Ferrara?

«Per portare a compimento tutto ciò che è stato lasciato in sospeso e ciò che ha bisogno di più tempo per essere completato. Penso ad esempio alla Cittadella dello Sport come nuovo e rinnovato polo sportivo di Ferrara e allo Skatepark, alla realizzazione di un nuovo studentato nel complesso dell’Ippodromo comunale grazie a un maxi finanziamento ministeriale di oltre 13 milioni di euro, che darà una risposta concreta all’esigenza di alloggi per gli universitari. All’attivazione, in questo contesto, di una biblioteca dedicata alla memoria di Federico Aldrovandi. Al completamento dell’area stazione-grattacielo con un deposito bagagli controllato per turisti e viaggiatori e una nuova area di noleggio bici, alla riqualificazione del mercato coperto. Ridaremo la giusta dignità al fondo Michelangelo Antonioni, con uno spazio dedicato a questo grande regista ferrarese conosciuto e amato nel mondo. Abbiamo poi tante novità in cantiere che attendono solo di essere realizzate».

“Grazie Alan” e “Anti-Fabbri” lei ha polarizzato la città, ci sono margini di pace e dialogo?

«Non direi la città. Non tutto ciò che si vede e si legge sui social è la realtà assoluta. Ci sono minoranze molto rumorose e una maggioranza che è presente ma che sostanzialmente osserva quanto fatto con obiettività, senza dover per forza commentare su Facebook. Con queste persone ho un dialogo costante tutti i giorni».

Fratelli d’Italia ora ha il vento in poppa, la Lega tentenna, cambieranno gli equilibri a livello provinciale nella scelta dei candidati sindaci e delle varie nomine politiche?

«Siamo una squadra unita e come tale affronteremo anche queste elezioni, con la visione unitaria di città che abbiamo sempre portato avanti. È chiaro che le preferenze dei cittadini saranno fondamentali per ripartire con equilibrio le prossime posizioni».

Si dia un voto per questi cinque anni.

«Si può sempre fare di più, ma penso che una rivoluzione del genere Ferrara non se l’aspettava nemmeno tra le più rosee aspettative. E neanche io, sono sincero. Lascio che il voto me lo diano i cittadini al prossimo appuntamento elettorale».l




QOSHE - Il bilancio del sindaco Fabbri: «Ferrara a testa alta, ma quanti attacchi...» - Francesco Dondi
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Il bilancio del sindaco Fabbri: «Ferrara a testa alta, ma quanti attacchi...»

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31.12.2023

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Bilancio di fine anno, e in parte di fine consigliatura, per il sindaco Alan Fabbri, che a giugno del 2024 si ripresenterà agli elettori dopo aver tenuto in mano per cinque anni il timone dell'amministrazione locale.

Ferrara Sarà l’ultimo suo capodanno da sindaco di Ferrara prima di lanciarsi in campagna elettorale con l’obiettivo di conquistare il bis. Alan Fabbri si racconta alla Nuova spaziando su vari temi: politica, musica, società e futuro della città.

Sindaco, può portarsi solo una cosa nel 2024: cosa prende con lei?

«L'esperienza della gestione di due crisi: quella dettata da più di tre anni di emergenza sanitaria, con la pandemia e il suo stato di incertezza costante, e quella di un'alluvione a pochi chilometri da casa, durante l’allestimento del più grande concerto di sempre nella nostra città. Penso che sia stato gestito tutto per il meglio e non era scontato. Siamo stati tutti messi a dura prova».

Il 2023 è stato l'anno....?

«Del concerto di Bruce Springsteen. L’immagine del parco Urbano visto dall’alto, con tutte quelle persone venute da tutto il mondo e unite dalla stessa passione per la musica dopo anni di restrizioni, difficoltà e isolamento, è qualcosa che mi emoziona ancora oggi. Un simbolo di rinascita».

Se ripensa a cinque anni fa si immaginava una consiliatura come quella che ha vissuto o sperava in qualcosa di diverso?

«Speravo in un dialogo più costruttivo. Non avrei mai immaginato attacchi sul mio modo di vestire, sulla scelta di non utilizzare la cravatta, sulle abitudini personali e anche sulla mia estrazione contadina, che considero un valore e non una nota di demerito. La campagna insegna fin da piccoli il senso del sacrificio e del lavoro, del fare ciascuno la propria parte».

Il dialogo con l'opposizione non c’è praticamente mai stato: visioni troppo diverse o solo gioco dei ruoli?

«Entrambe direi. Credo che per farsi sentire abbiano scelto volutamente una linea aggressiva mettendo da parte quella del dialogo sin dai primi giorni. Francamente credo che non abbiano mai voluto portare una concreta idea di città. L’obiettivo è sempre stato solo uno: farci cadere riprendendo le poltrone perse, molto spesso ricorrendo alla magistratura. Ma gli è andata male. Devono imparare ancora tanto tra i banchi dell’opposizione e capire che la fiducia dei cittadini va riconquistata vivendo la città e le sue frazioni, toccando con mano i problemi delle persone. Non tra le aule di tribunale. Io lo faccio tutti i giorni, ovunque e con chiunque».

Con chi del centrosinistra passerebbe una serata a cena?

«Forse con Mauro Vignolo. Una persona che ho sempre ritenuto riflessiva e concreta, fuori dalle ideologie».

Dicono che lei pensi solo alle feste e ai concerti: si sente politicamente limitato?

«Che io pensi agli eventi è vero, perché ritengo che rappresentino un indotto importantissimo. La nostra città in questi anni si è affermata a livello nazionale e internazionale soprattutto grazie alle variegate manifestazioni calendarizzate in ogni momento dell’anno. Sono tantissimi i posti di lavoro che muovono gli eventi ed è un peccato che l’opposizione non l’abbia mai capito. Ma dire che io pensi solo a questo è falso: abbiamo ricostruito una città con lavori pubblici ad ogni angolo. Siamo la........

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