Barbra Streisand si racconta in un memoir di quasi mille pagine: My Name is Barbra, pubblicato da Viking. La vita, la musica, i film e gli amori dell’artista 81enne rappresentano una narrazione, senza mediazioni, di sei decenni di carriera. L’attrice, cantante e cineasta di Brooklyn ha all’attivo un totale di 250 milioni di dischi venduti. È stata pluripremiata, con dieci Grammy, cinque Emmy, un Tony e due Oscar. Nel 1983, con Yentl, debutta alla regia. È il primo film hollywoodiano che vede una donna sceneggiatrice, produttrice, regista e interprete. “Voglio che si sappia la verità e questo libro è la mia eredità”, ha detto Barbra alla Cbs in un’intervista alla vigilia della pubblicazione. Ci sono voluti quasi 25 anni per condurre in porto un racconto così impegnativo. Streisand non risparmia rasoiate, a partire dalle discriminazioni contro le donne a Hollywood. “Un uomo è forte, una donna è arrivista. Lui mostra leadership, lei spadroneggia. Se lui recita, produce e dirige è definito un talento dalle molte facce, lei è semplicemente vanitosa ed egoista”, scrive la diva.

I rapporti con gli uomini sono un altro motivo centrale: Barbra avrebbe preferito lasciarli fuori ma l’editore non ne ha voluto sapere. Ed ecco quindi la storia di quelli che si sono sentiti minacciati. Come Sydney Chaplin (il figlio del grande Charlie) che tutte le sere medita di sabotare la sua performance in Funny Girl di William Wyler. O il regista Frank Pierson che attacca la sua performance sul set di È nata una stella (A Star Is Born), come di una mai soddisfatta delle inquadrature. Gli insulti sul suo aspetto fisico ricevuti all’inizio “hanno fatto male”, spiega ora nel libro. Chi non si sente minacciato, resta sedotto: Omar Sharif le scrive lunghe lettere d’amore e perfino il futuro Re Carlo, che da studente a Cambridge ha un poster di Barbra nella stanza del dormitorio, ne loda “il grande sex appeal”. Dopo il matrimonio con Elliott Gould, da cui nasce il figlio Jason, la Streisand ha una relazione con il premier canadese Pierre Trudeau, gli attori Don Johnson e Ryan O’Neal e la star del tennis Andre Agassi, di 28 anni più giovane. Con l’attuale marito Josh Brolin, 25 anni fa, il primo appuntamento rischia di fallire per il sarcasmo di lei, ma Josh resta folgorato. “Non penso a me come a una persona famosa”, afferma oggi la Streisand: “Sono la stessa ragazzina di un tempo”.

Orfana del padre a 15 mesi e con una madre fredda e poco comunicativa, Barbra viene salvata dal suo talento: “A cinque anni sapevo già di avere una voce”. Cantando a 19 anni al Bon Soir, un locale del Village, la Streisand viene scoperta dal manager Marty Ehrlichman che le offre un contratto con Columbia Record. Negli anni Sessanta e Settanta è inarrestabile: oltre ai film musicali, interpreta ruoli dell’eroina svitata in Ma papà ti manda sola? (What’s Up, Doc?) di Peter Bogdanovich e Il gufo e la gattina (The Owl and the Pussycat), di Herbert Ross, poi emoziona nel dramma romantico Come eravamo (The Way We Were) di Sydney Pollack, interpretato insieme a Robert Redford.

Aggiornato il 08 novembre 2023 alle ore 16:06

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“My Name is Barbra”, le confessioni di una diva

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08.11.2023

Barbra Streisand si racconta in un memoir di quasi mille pagine: My Name is Barbra, pubblicato da Viking. La vita, la musica, i film e gli amori dell’artista 81enne rappresentano una narrazione, senza mediazioni, di sei decenni di carriera. L’attrice, cantante e cineasta di Brooklyn ha all’attivo un totale di 250 milioni di dischi venduti. È stata pluripremiata, con dieci Grammy, cinque Emmy, un Tony e due Oscar. Nel 1983, con Yentl, debutta alla regia. È il primo film hollywoodiano che vede una donna sceneggiatrice, produttrice, regista e interprete. “Voglio che si sappia la verità e questo libro è la mia eredità”, ha detto Barbra alla Cbs in un’intervista alla vigilia della pubblicazione. Ci sono voluti quasi 25 anni per condurre in porto un racconto così........

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