Modena, 19 aprile 2024 – "Non gli furono fornite mascherine e neppure assicurato il necessario distanziamento sul luogo di lavoro, nonostante fosse un lavoratore ‘fragile’ e quindi maggiormente esposto al virus".

Per questo, secondo le accuse, un operaio di 63 anni si ammalò di Covid per poi morire.

Ieri la pubblica accusa ha chiesto una condanna di un anno, ridotta a otto mesi con le generiche per il legale rappresentante della cooperativa per la quale la vittima lavorava.

La sentenza è attesa a giugno. Il caso è tristemente noto: la vittima, il 63enne Mariano Miloso era stata una delle tante vittime del Covid.

Il lavoratore era morto poco dopo aver contratto il virus all’inizio della pandemia, nell’aprile del 2020.

Secondo l’accusa, il lavoratore era rimasto contagiato proprio sul luogo di lavoro, un’azienda di lavorazione delle carni poichè non gli erano stati forniti adeguati dispositivi di protezione e non era stato sottoposto a visita da parte del medico competente, nominato solo dopo il decesso.

Quella visita, secondo la difesa, avrebbe potuto salvare il lavoratore poichè avrebbe messo in luce l’incompatibilità del suo stato di salute rispetto al luogo di lavoro in quel preciso momento storico.

La procura, a seguito di delicate indagini aveva chiesto quindi il processo per il legale rappresentante della cooperativa per cui la vittima lavorava ma anche per il datore di lavoro delegato della committente, con sede operativa nelle Terre di Castelli.

Quest’ultimo, però, è stato assolto nel processo con rito abbreviato.

L’accusa, per l’imputato, è quella di omicidio colposo.

In sostanza – secondo la procura – il lavoratore non fu tutelato e a causa del Covid perse la vita.

La vicenda era avvenuta all’inizio del lockdown, appunto, quando c’erano incertezze ma anche punti fermi e tutele che – ha ribadito in aula l’avvocato della famiglia della vittima – erano assolute.

La vittima, infatti, secondo le accuse non fu sottoposta a visita medica preventiva, nonostante le patologie rendessero incompatibile, per lui, quel luogo di lavoro.

Secondo le accuse portate avanti dalla procura, il medico, nominato solo dopo il decesso dell’uomo, avrebbe evidenziato gli elevati e molteplici fattori di rischio per pluripatologie del lavoratore ultrasessantenne.

Ieri la procura ha quindi chiesto la condanna a otto mesi. Si attende ora la decisione del giudice.

QOSHE - "Ucciso dal Covid contratto al lavoro". Chiesta una condanna a otto mesi - Valentina Reggiani
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"Ucciso dal Covid contratto al lavoro". Chiesta una condanna a otto mesi

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19.04.2024

Modena, 19 aprile 2024 – "Non gli furono fornite mascherine e neppure assicurato il necessario distanziamento sul luogo di lavoro, nonostante fosse un lavoratore ‘fragile’ e quindi maggiormente esposto al virus".

Per questo, secondo le accuse, un operaio di 63 anni si ammalò di Covid per poi morire.

Ieri la pubblica accusa ha chiesto una condanna di un anno, ridotta a otto mesi con le generiche per il legale rappresentante della cooperativa per la quale la vittima lavorava.

La sentenza è attesa a giugno. Il caso è tristemente noto: la vittima, il 63enne Mariano........

© il Resto del Carlino


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